Riguardo il Lei rumeno, ritengo che la crescita salariale piuttosto vigorosa o, per meglio dire, galoppante e il tasso d'inflazione già coincidente con quello dell'area Euro, tenderanno invece a far deprezzare la divisa rumena, se non altro perché la bilancia commerciale mostra segni di squilibrio prospettivo e, fra l'altro, i salari nei prossimi anni dovrebbero crescere a tassi meno sostenuti, mentre l'inflazione rumena, all'opposto, tenderà ad accelerare ulteriormente, sebbene i salari reali continueranno a crescere, ovvero i nominali “sovraperformeranno” di gran lunga l'inflazione. I capitali in afflusso tenderanno comunque a limitare il deprezzamento del Lei rumeno, anche perché la crescita economica persisterà solida, dato anche il basso tenore di vita in termini relativi e dunque le maggiori potenzialità di crescita. In termini più generali chi volesse investire in lei rumeni a mio parere dovrebbe acquistare solamente se i tassi della banca centrale rumena dovessero essere alzati, in modo tale che il rendimento compensi i rischi valutari. Possibilmente attenderei una manovra restrittiva rumena per acquisire a sconto titoli azionari di aziende promettenti e altamente innovative, previa verifica della legalità delle stesse e attenta valutazione dei business plan e dei bilanci societari, nonché della governance, possibilmente optando per le imprese migliori nel comparto di riferimento.
Per quanto concerne il Giappone intravvedo uno Yen forte vicino a 100 JPY contro USD in qualche momento entro la fine dell’anno, mentre l'Euro dovrebbe deprezzarsi intorno a 1,085 USD, sempre entro la fine dell’anno.
A cura di Vinicio Paselli