Michele Rech, più comunemente noto come Zerocalcare, è nato a Cortona nel 1983 ma cresciuto a Rebibbia, luogo fondamentale per lui e per le sue storie. Pare che abbia scelto il suo nome d’arte per prendere parte a una discussione sul web, al momento di inserire un nickname si ispirò alla pubblicità di un prodotto anticalcare che andava in onda in quel momento alla televisione. |
Questo metodo di sviluppo della storia è tipica nella narrazione dei fumetti di Zerocalcare, egli elabora una serie di aneddoti scollegati tra di loro e narrati in maniera da divertire lo spettatore/lettore e poi alla fine, in questo caso al penultimo episodio, il quadro diviene completo e lo spettatore comprende finalmente quale sia la destinazione. Sin dall’infazia il protagonista è accompagnato dalla sua coscienza che prende la forma di un armadillo, doppiato da Valerio Mastrandrea. L’armadillo è solito condividere la sua opinione in maniera schietta e diretta, andando a intaccare le certezze del protagonista che si appoggia a lui per cercare un confronto ed un consiglio sul da farsi.
Tutti gli altri personaggi sono doppiati da Zerocalcare stesso durante tutta la durata del viaggio, nel momento clou della serie questi però acquisiscono la propria voce e apportano un punto di vista esterno a quello del fumettista andando a completare la trama della storia. Il titolo è una metafora della vita, infatti il concetto visivo viene raffigurato come una figurina con i bordi tratteggiati, l’obiettivo sarebbe quello di strappare lungo i bordi ed ottenere una sagoma perfetta, ma capita che la carta si laceri senza seguire la linea, ovvero che la nostra vita prenda delle direzioni che non avevamo preventivato.
Ed è esattamente questo il messaggio del fumetto e della serie, non importa che negli episodi precedenti Zerocalcare stesse trattando ironicamente della paura di arrivare in ritardo in stazione o del fare ripetizioni a ragazzini totalmente disinteressati, la vera trama della storia ti colpisce all’improvviso. Si scopre, infatti, che la loro amica Alice si è suicidata e loro si stanno recando al suo funerale; tutti quegli aneddoti degli episodi precedenti sono solo una forma di distrazione per Zero, che tenta di non pensare a questa tragedia.
Strappare lungo i bordi narra della vita di tutti i giorni, la serie è costellata di aneddotti quotidiani che ci fanno immedesimare nel protagonista. Il tono ironico la rende leggera tanto da poterla guardare tutta in un’unica serata, senza però escludere lo sviluppo di tematiche importanti come il suicidio.