Il Governo ha voluto puntare sul welfare, prevedendo numerose e rilevanti novità, necessarie ed attese da tempo, in materia di contrasto alla povertà e di politiche sociali, dimostrando così un’attenzione particolare al benessere e alla piena realizzazione dei cittadini.
Una delle previsioni più importanti è sicuramente l’istituzione del “Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale” dotato di 600 milioni di euro per il 2016 e di un miliardo di euro a regime dal 2017.
Il Consiglio dei Ministri, nel corso dell’ultima riunione tenutasi lo scorso 22 gennaio, ha infatti dato il via libera alla delega al Governo per l’attuazione di un Piano nazionale per la lotta alla povertà.
Questa nuova ed innovativa misura che attingerà risorse dal fondo previsto in Stabilità - e che verrà in un secondo momento ampliato anche grazie alle risorse derivanti dal riordino delle prestazioni assistenziali e previdenziali - godrà di uno stanziamento di circa 800 milioni di euro.
Nel dettaglio, 600 milioni di euro provengono dal SIA, il Sostegno per l’inclusione attiva, che dopo la sperimentazione attuata in dodici città diventa una misura strutturale, e per 200 milioni dall’ASDI, l’Assegno per i disoccupati di lungo periodo istituito in attuazione del Jobs Act.
Si tratterà di una misura a doppio binario consistente sia in un sostegno economico sia nell’obbligo di aderire ad un progetto personalizzato di attivazione finalizzato all’inclusione sociale e lavorativa, comprensiva di una componente di servizi alla persona.
Nel concreto, dunque, è prevista sia una forma di sostegno al reddito che una presa in carico del soggetto beneficiario.
Sono circa 280.000 i nuclei familiari con 550.000 minori che usufruiranno di questa nuova misura, per un totale, in questa prima fase, di circa 1.150.000 persone coinvolte.
Per di più nella Legge finanziaria è presente la costituzione di un “Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile”, alimentato da versamenti effettuati dalle fondazioni, alle quali è concesso un contributo in forma di credito di imposta pari al 75% dei versamenti effettuati.
Molte anche le norme a favore della disabilità, a partire dal finanziamento di 90 milioni di euro del Fondo per il cosiddetto “Dopo di noi” (cui si aggiungono altri 5 milioni per progetti di vita indipendente) volto a garantire una vita dignitosa ai disabili gravi privi di sostegno familiare, o con famiglie sprovviste di mezzi economici sufficienti.
Importante, in tema di politiche a sostegno della disabilità, è anche il rifinanziamento di 150 milioni di euro del “Fondo per le non autosufficienze” che da quest’anno diviene una misura strutturale con una dotazione complessiva di 400 milioni di euro.
Il Fondo per le non autosufficienze è stato istituito nel 2006 al fine di garantire l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali da garantire su tutto il territorio nazionale con particolare riguardo alle persone non autosufficienti.
Accanto a queste rilevanti misure di welfare, sono previste sostanziali novità anche sul fronte del lavoro.
Le principali disposizioni riguardano, per esempio, l’esonero - già previsto, in forma più ampia, nella Finanziaria del 2015 - a determinate condizioni del versamento del 40% dei contributi a carico dei datori di lavoro per le assunzioni a tempo indeterminato, nonché una nuova disciplina sull’“invecchiamento attivo” che consentirà ai lavoratori del settore privato che maturano il diritto alla pensione di vecchiaia entro il 31 dicembre 2018 di poter ridurre, di intesa con il datore, l’orario di lavoro in misura compresa tra il 40% e il 60%, a condizione che abbiano maturato i requisiti minimi di contribuzione.
Viene, inoltre, estesa la “no tax area” - ovvero la soglia al di sotto della quale non occorre corrispondere l’Irpef - stabilendo un ampliamento dell’area esente dagli attuali 7.500 euro a 7.750 euro per i pensionati under 75 e da 7.750 a 8.000 euro per i pensionati con un età maggiore ai 75 anni.
Infine, la Legge di Stabilità 2016 ha rifinanziato la Cassa Integrazione in Deroga (CIGD) con 250 milioni di euro per dare modo ai nuovi ammortizzatori sociali previsti con il Jobs Act di andare a regime. In particolare, nel 2016 potranno essere concessi trattamenti di Cassa integrazione in deroga per tre mesi.
Modifiche sono state introdotte anche con riferimento alla mobilità in deroga, che non potrà superare la durata di 4 mesi o 6 mesi per i lavoratori residenti nelle aree svantaggiate.
Novità si profilano anche per il mondo dell’associazionismo e del Terzo Settore. La Stabilità ha riconfermato, infatti, le somme destinate al “Fondo per il finanziamento del terzo settore”, prevedendo uno stanziamento di 140 milioni di euro per il 2016 e rispettivamente di 190 milioni per gli anni 2017 e 2018.
Anche questo è un segnale importante che denota la volontà del Governo di rendere il Terzo Settore motore di cambiamento economico e sociale nonché strumento complementare alle politiche pubbliche, anche alla luce del fondamentale principio di sussidiarietà previsto dalla nostra Costituzione.
A cura dell’On. Luigi Bobba