Purtroppo, e questo visto dall’osservatorio della nostra Associazione Consumatori A.E.C.I., il fenomeno “usura” è fortemente radicato su tutto il territorio Nazionale e questo ancor di più dall’inizio della crisi finanziaria del 2007/2008. Dopo dieci anni il fenomeno si è poi ingigantito grazie all'indebitamento tramite le Finanziarie. Ai nostri sportelli si rivolgono centinaia di persone, dall’operaio all’impiegato, che seppur con buoni stipendi si trovano costretti a vivere con 200/300 euro al mese. Molti di loro stipulano più contratti di finanziamento per cifre esigue ma con tassi di interesse anche oltre il 15% con società che al momento della firma non controllano se il soggetto sia già impegnato con altri finanziamenti per poi avvalersi, in caso di insolvenza, sul Tfr. Negli ultimi anni, molti privati oltre ai soliti canonici usurai, subodorando il business, si sono improvvisati strozzini, prestando i soldi ad amici e colleghi in difficoltà economica a causa delle finanziarie. Questi “signori” applicano tassi di interesse almeno del 15% mensile, facendo in modo che in un anno possano esigere più del doppio del prestito iniziale. Nel 2015/2016 il numero dei sovraindebitati è cresciuto in maniera talmente massiccia da impegnare tutte le Associazioni in cause legali quotidiane.
Ci sono delle categorie maggiormente colpite?
Oltre alle categorie già citate oggi il fenomeno colpisce, fortemente e in tutta Italia, le imprese, che storicamente sono fra i soggetti più esposti. Per questa categoria nel 2015 l'usura è cresciuta del 30% così come le estorsioni passate dal 18 al 25% per poi subire minacce e danni alle attività. Da un punto di vista sociologico, le vittime degli strozzini però non sono solo gli imprenditori e/o giocatori d'azzardo, ma con sempre maggiore frequenza persone con il reddito fisso che hanno cercato di vivere una vita al di sopra delle proprie possibilità. Da qui al sovraindebitamento il passo è breve. Il vergognarsi per essere un indebitato e un usurato rende difficoltoso fare partecipi del problema i familiari, anche quelli più stretti. Ci si sente umiliati dal fatto che gli altri conoscano i problemi economici e si fa di tutto per nasconderli e il non volere che si sappia che mancano i soldi per la gestione quotidiana fa sì che si creino montagne di debiti anche con veri criminali.
Quali sono le azioni più immediate che bisognerebbe intraprendere per contrastare questa piaga?
Contrastare la piaga dell’usura si può ma solamente attraverso politiche di crescita e politiche di credito più flessibili, soprattutto nei riguardi dei piccoli imprenditori che tante volte sono le prime vittime dell’usura. Occorrerebbe altresì la ricerca di risorse interiori, familiari e sociali facendo in modo che le persone usurate non si sentano giudicate e trovino un terreno di accettazione e accoglienza e quindi la forza e il coraggio di denunciare. Oggi A.E.C.I. e molte altre associazioni, grazie anche alla Legge n° 3 del 27 Gennaio 2012, giornalisticamente chiamata “Legge salva suicidi” o “Legge cancella debiti”, cercano di trovare possibili soluzioni alle situazioni di sovraindebitamento dei soggetti non fallibili. È una Legge ormai in vigore da alcuni anni, ma non è ancora ben conosciuta, né dai cittadini, né dagli operatori del diritto. Questa Legge non è certamente uno strumento a disposizione di furbetti che vogliono eludere gli impegni presi, ma è uno strumento che consente al debitore di fare fronte ai propri debiti in modo coerente con le proprie risorse, sollevando lo stesso dalla pressione psicologica che il sovraindebitamento crea, ma cercando di garantire anche ai creditori la migliore soddisfazione possibile.
A cura della redazione