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Università, le nuove prospettive

10/3/2017

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Accanto ai metodi tradizionali, l’informatizzazione offre nuovi strumenti per lo studio e l’apprendimento nel mondo universitario.
Da sempre il rapporto tra maestro è allievo è considerato di fondamentale importanza per una corretta formazione: senza tale rapporto non si può ottenere alcun risultato. Basti pensare alla rilevanza che ha nel nostro pensiero pedagogico il metodo socratico di indagine filosofica basato su domande e risposte e che procede per confutazione, ossia per eliminazione successiva delle ipotesi contraddittorie o infondate.
Tutti noi, tra i vari insegnanti incontrati nel corso della carriera scolastica o universitaria, ricordiamo volentieri qualcuno piuttosto che un altro e non sempre per la qualità e la quantità dei contenuti e delle nozioni trasmessi, quanto per quell’insieme di empatia, di metodo, di esempio che sono riusciti a trasmetterci. Detto questo, sembrerebbe fuori luogo parlare qui di insegnamento a distanza e della sua efficacia e validità.
Ma vediamo anche altri due aspetti. In primo luogo, quello sempre più attuale, del long life learning ossia dell’educazione durante tutto l'arco della vita (apprendimento permanente), educazione che inizia ancor prima della scuola e si prolunga fin dopo il pensionamento; in secondo luogo quello che è un dato di fatto in tutti i paesi sviluppati, ossia una sempre più estesa scolarizzazione. 
 Vediamo alcuni dati. Negli ultimi 50 anni la popolazione complessiva degli studenti universitari è aumentata di sette volte, passando da 236.442 a 1.685.403 unità e la componente femminile è cresciuta addirittura di 15 volte (da 57.154 a 886.851). Il 17,3% degli italiani che hanno un’età compresa fra i 25 ed i 34 anni possiedono un titolo di studio di livello universitario, una quota quasi doppia rispetto ai 55-64enni (9,4%). (Fonte Miur). Ma negli ultimi anni le cose sono cambiate: secondo condotta dalla Fondazione Res nel 2015, l’Italia ha registrato un calo del 20,4% nelle immatricolazioni all’università tra il 2003/04 e il 2014/15, riducendo i nuovi iscritti di oltre 60.000 unità. La quota di laureati sulla popolazione è già bassa rispetto all’Europa: in Italia la percentuale dei laureati tra i 25 e i 34 anni non arriva al 23%, mentre in Europa si registra una media del 36,1%.
Da qui la necessità di trovare incentivi per aumentare gli studenti universitari anche fra coloro che già lavorano o tra coloro che, pur volendo studiare, abitano in luoghi distanti da sedi universitarie e non hanno i mezzi economici per affrontare.
Sia per corrispondere all’esigenza dell’apprendimento permanente, sia per far fronte a questo vistoso calo di studenti universitari, in entrambi questi casi, può’ essere di grande aiuto supportare la didattica tradizionale, quella in presenza, con le tecnologie informatiche attuali  che prevedono l’accesso a materiali didattici e a servizi di tutoring on line senza vincoli di tempo e di luogo,  fanno cambiare i modi dell’apprendimento senza far perdere il prezioso rapporto diretto tra docente e discente. 
Ma cosa si intende oggi per formazione a distanza? La formazione a distanza (FAD) è l'insieme delle attività didattiche svolte all'interno di un progetto educativo che prevede la non compresenza di docenti e discenti nello stesso luogo.
Si identificano solitamente 3 generazioni di FAD: la FAD di prima generazione è una formazione a distanza di tipo tradizionale, ad esempio un corso per corrispondenza; la FAD di seconda generazione è supportata dall'ausilio di sussidi multimediali, come le videocassette o i Cd-Rom; la FAD di terza generazione punta sull'uso delle tecnologie telematiche e si configura come formazione in rete in senso stretto: l’e-learning. 
Con l'e-Learning è possibile accedere ai contenuti dei corsi in qualsiasi momento e in ogni luogo in cui esista una connessione on-line.
I più avanzati Centri di formazione distanza, come il Se@ dell’Università di Ferrara, attraverso la ricerca e la sperimentazione di diversi modelli didattici, hanno individuato una serie di strategie funzionali all’e-learning e, più in generale, all’impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione a supporto della didattica.  Ad esempio i MOOCs, acronimo di massive open online courses, nati negli Stati Uniti e diffusi ormai su scala mondiale che non richiedono il pagamento di una tassa di iscrizione e permettono anche attività di scambio e relazione tra i partecipanti attraverso l’utilizzo di risorse educative digitali plurilinguistiche.
I progetti formativi possono essere singoli insegnamenti, Corsi di Formazione/Perfezionamento, Master Universitari, Corsi di Laurea, MOOC) e possono essere strutturati in modalità e-learning, blended, supporto alla presenza, e si sviluppano sulla base di metodologie in linea con le migliori pratiche internazionali. L'applicazione delle tecnologie della comunicazione e dell'informazione (ICT) permette pertanto di superare i vincoli spaziali e temporali, soddisfare la crescente richiesta di formazione continua e permanente, abbattere le barriere di accesso all'Università per gli studenti che, per problemi di natura sociale, economica o sanitaria, sono impossibilitati alla presenza in aula. 
La possibilità di interagire con il docente e gli altri studenti via rete; la partecipazione attiva al corso, non solo per la lettura di documenti o download di file, ma anche per fare domande e richiedere chiarimenti (chat), l'accesso a test di valutazione e autovalutazione consentono di non perdere, come dicevamo, il rapporto tra docente e discente e costituiscono oggi una nuova frontiera per la formazione universitaria e non solo.
 
A cura di Andrea Maggi
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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