Sempre più spesso le aziende, inoltre, inviano i loro dipendenti a svolgere il proprio servizio in un altro Stato membro per un periodo di tempo limitato, dando origine al fenomeno dei cosiddetti “lavoratori distaccati”.
Non è semplice tutelare i diritti dei lavoratori che si recano in un altro Stato membro, permettendo pari condizioni tra loro e i colleghi dei Paesi d’origine: questi fenomeni stanno purtroppo generando sempre più speso abusi e casi conclamati di concorrenza sleale e lavoro a basso costo, quando non si arriva a vere e proprie frodi.
Per rendere più equo il mercato del lavoro europeo dobbiamo far sì che le regole esistenti siano applicate
correttamente e senza limiti geografici.
Nel difficile percorso che ci deve portare ad assicurare una mobilità nel mercato interno veramente equa, in questi anni abbiamo lavorato tra Bruxelles e Strasburgo per istituire un’Autorità europea del lavoro (ELA).
Questa vera e propria agenzia decentrata dell’Unione Europea deve concentrarsi sull'applicazione delle regole comunitarie in questa materia estremamente complessa, limitandone i compiti per far sì che le risorse a sua disposizione siano utilizzate nel modo più efficiente possibile, e permettendo quindi di realizzare un vero e proprio valore aggiunto.
Nelle controversie fra uno o più Stati che inevitabilmente sorgono fra i diversi sistemi legislativi, ELA ricoprirà il ruolo fondamentale di assistere i Paesi membri e la Commissione europea nell'applicazione delle norme UE sulla mobilità del lavoro, fatte salve le competenze specifiche della Corte di giustizia dell'Unione europea.
Questo ruolo di mediazione servirà a riconciliare i punti di vista divergenti tra gli Stati membri interessati dalla controversia, contribuendo anche in maniera decisiva nel difficile coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale all'interno dell'Unione europea. Il mio impegno al Parlamento Europeo in questi anni è sempre stato volto a realizzare una struttura snella ed efficiente, che si possa concentrare su pochi aspetti decisivi come la mobilità transfrontaliera, i problemi specifici dei lavoratori distaccati, il lavoro sommerso e, appunto, il coordinamento dei servizi di sicurezza sociale.
Nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà, secondo cui le politiche sociali e del lavoro rimangono di competenza degli Stati membri, ELA dovrà inoltre coordinare gli ispettorati del lavoro in tutta Europa, facilitando l'accesso e lo scambio di informazioni e buone prassi tra Stati Membri, e realizzando sinergie con le altre Agenzie per evitare costi e sprechi inutili.
Al fine di rendere le informazioni più accessibili ai lavoratori, ai datori di lavoro e alle organizzazioni delle parti sociali in tutta l'Unione Europea, l'Autorità dovrà realizzare in tempi brevi un portale unico
on-line accessibile in tutte le lingue ufficiali dell'Unione Europea, dove accedere a tutte le fonti e i servizi di informazione pertinenti sulla mobilità del lavoro nel mercato interno.
L'Autorità inizierà a lavorare già quest’anno e diventerà operativa - con la capacità di attuare il proprio bilancio - entro due anni dall'entrata in vigore del regolamento, il che significa non più tardi del 2023.
Ormai manca poco: il testo è già stato approvato in Commissione Occupazione e affari sociali e, durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo prevista a Strasburgo durante il prossimo aprile, il documento verrà votato prima di diventare finalmente realtà!
A cura dell'On. Laura Agea.