Certamente, se in Parlamento si fosse potuto discutere il contenuto della manovra, sarebbe stato sicuramente utile.
Pare invece che gli esponenti del Governo facciano di tutto per distrarre i cittadini con altri argomenti e non raccontare cosa c’è scritto davvero nella finanziaria votata nell’ultimo momento utile per evitare l’esercizio provvisorio, scavalcando il Parlamento e impedendo, non solo alle opposizioni ma a tutti i rappresentanti dei cittadini, di discuterne, emendarla e addirittura conoscere ciò che si stava votando.
Intanto, però, va chiarito che l’arroganza dell’“andiamo avanti” e del “non molleremo mai sul deficit al 2,4%” da cui tutto era partito, innescando un pericoloso braccio di ferro con l’Europa, ha dovuto ritirarsi e prendere atto che la crescita in Italia sarà molto più bassa di ciò che si prevedeva e che, quindi, si potranno investire 10 miliardi meno di quelli annunciati per i servizi, per l’economia e per i cittadini.
Di quei 10 miliardi, 5 sono stati tolti alle due misure simbolo del Governo: quota 100 per le pensioni e il reddito di cittadinanza. Ad oggi, inoltre, non è nemmeno chiaro cosa siano questi provvedimenti, chi ne beneficerà, per quanto tempo e a che condizioni verranno erogati, in quanto ancora non ci sono i decreti che li definiranno; quello che è certo è che mancheranno molte risorse per finanziarli rispetto a quelle previste inizialmente.
A fronte di queste iniziative, che indubbiamente sono state caricate di speranze e di promesse che vedremo come e per chi saranno realizzate, purtroppo nella finanziaria non ci sono più soldi da mettere in tasca agli italiani per far aumentare i consumi ma anzi, per far quadrare i conti, si aumenterà la pressione fiscale, si ridurranno gli investimenti e complessivamente la spesa per i servizi.
Il grosso di questa manovra, dunque, lo pagheranno i cittadini più deboli e i giovani di questo Paese. A mio avviso, ci sono 5 interventi che ben sintetizzano la manovra economica del Governo.
Innanzitutto il blocco dell’indicizzazione delle pensioni fino al 2021 che ridurrà il reddito disponibile per tante persone che con esso mantengono se stessi e spesso anche le loro famiglie (si tratta di tre miliardi in tre anni).
Inoltre, sono state introdotte nuove clausole di salvaguardia a garanzia del contenimento del deficit. Questa, a mio parere, è la misura che pone un’ipoteca sul nostro futuro. Infatti, se quest’anno si sono dovuti trovare 12 miliardi per non aumentare IVA e accise, il prossimo anno ne serviranno 23 e nel 2021 addirittura occorrerà disporre di 28 miliardi.
Questo significa che o si dovranno tagliare in modo drastico i servizi o si dovrà aumentare l’IVA; in ogni caso saranno i più deboli a pagarne il prezzo e certamente a rimetterci sarà il futuro di tutti, perché difficilmente ci potranno essere risorse da investire per avere più posti di lavoro e più crescita.
In terzo luogo raddoppiando le tasse alle associazioni no profit si colpisce chi svolge un ruolo fondamentale per garantire aiuto e assistenza nel nostro Paese. Il raddoppio dell’IRES è in vigore e lascerà alle organizzazioni senza scopo di lucro meno soldi da destinare alla solidarietà a gran parte di coloro che svolgono spesso un ruolo di sussidiarietà, che oggi è fondamentale per garantire i più deboli nelle nostre città.
Il Governo ha già annunciato modifiche su queste norme, vedremo se poi ci saranno. Un altro problema riguarda il settore del gioco: con la Legge di Bilancio si prevede un aumento delle entrate per lo Stato derivanti dal gioco. Questo significa che si aumentano le tasse sulle scommesse e le slot machines.
Allo stesso tempo sono state prorogate le concessioni per le scommesse (senza ridurre i punti gioco) e i termini per la dismissione del 30% delle slot che aveva previsto il Governo precedente. Insomma, le forze che ora sono al Governo stanno facendo esattamente il contrario di ciò che dicevano di voler fare mentre si trovavano all’opposizione: negli anni passati, infatti, M5S e Lega si erano impegnate a ridurre domanda e offerta di gioco per contrastare le ludopatie.
Infine, questa è la finanziaria in cui chi ha fatto della battaglia per la legalità un carattere distintivo accetta, dopo il condono per le case abusive di Ischia, di condonare anche le tasse non pagate e addirittura porta da 50 milioni a 150 milioni il limite al di sotto del quale i Comuni possono fare appalti senza gara, con quegli affidamenti diretti che in passato, prima che fosse portato a 50 milioni il limite, hanno fatto la fortuna di tante organizzazioni criminali.
A cura del Sen. Franco Mirabelli.