L’Ultra Festival è nato negli USA, per l’esattezza a Miami, e negli anni, oltre ad essere diventato uno dei punti di riferimento della musica elettronica, si è espanso a livello globale, potendo contare su edizioni in ogni continente. Per il terzo anno consecutivo, l’edizione europea si è svolta nella piccola (e stupenda) cornice di Spalato, in Croazia, lo scorso 10-12 luglio. |
Lo stadio è in riva al mare, quindi assistiamo al tramonto, che gioca con le mille bandiere che ognuno sfoggia orgoglioso.
Superato il controllo di sicurezza si va, siamo dentro. Notevole il sistema cashless, tramite il bracciale identificativo si caricano i soldi, così si può lasciare il contante a casa. Il colpo d’occhio è incredibile, un intero stadio colorato di bandiere saltellante ai ritmi di musica elettronica. La prima serata è un misto di next e old generation. Aprono i canadesi Dvbbs, seguiti dal re Mida delle classifiche mondiali Alesso. Il momento clou è tutto dei Chemicals Brothers, appena parte “Hey Boy Hey Girls” viene giù lo stadio. Ci si è appena ripresi dalle “fatiche” che è già in scena Tiesto, a metà decidiamo che la testa può farcela ma piedi e gambe invocano pietà.
Sabato 11, il sole bussa sulle tapparelle, la vista sul mare ci tira giù dal letto. Pranzo veloce in centro e poi direzione spiaggia e relax, che ci prepara al secondo giorno. Arriviamo per la fine di Dash Berlin e arriva il teen dj del momento: Martin Garrix. Tecnicamente non è un mostro, ma sa animare un serata. Eccome. A ruota lo statunitense Zedd e poi il duo Axwell/Ingrosso (due terzi degli Swedish House Mafia). A loro la palma per la migliore esibizione, a mani basse. Chiude la serata Armin Van Buuren. Distrutti, varchiamo l’appartamento alle 5:30 del mattino.
Drin drin, alle 7:15 siamo già in piedi, c’è da visitare il parco di Krka e le sue cascate. Bello, per fortuna l’acqua era gelida e ci siamo ripresi. Tempo di ritornare, preparare la valigia e siamo pronti per il gran finale.
La stanchezza è labile, ma prima Nicky Romero e poi Afrojack la spazzano via. Tocca a David Guetta, che offre uno show discutibile sia dal punto di vista della scelta dei pezzi che da un punto di vista tecnico.
Steve Angello (il restante terzo degli Swedish) sale in consolle e apparecchia la tavola per il gran finale.
Ladies and gentleman, eletto per il secondo anno di seguito numero uno della prestigiosa Top100 di DjMag è il momento di Hardwell. L’olandese fa letteralmente ballare lo stadio, tra la gente in tribuna e quella nel parterre è una continua onda di teste e cuori danzanti.
L’alba fa capolino tra fuochi d’artificio e getti di fuoco. Usciamo con il sole che si alza sul mare e alcuni temerari che si buttano nell’acqua. Le ore di sonno sono state poche, ma i ricordi ne sono valsi la pena.
Ci si rivede nel 2016!
A cura di Federico Rosa