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Tutte le strade portano al nudge?

12/10/2018

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Foto
Strisce pedonali 3D per diminuire gli incidenti in corrispondenza degli attraversamenti pericolosi. 
Crediti foto:  ÁgÚst G. Atlason.
Circa 3.400 persone nel mondo muoiono ogni giorno sulle strade e milioni di persone rimangono ferite o si ritrovano disabili ogni anno per un incidente stradale (WHO, 2015). 

Le cause degli incidenti stradali sono molteplici ma, semplificando,  si possono identificare tre principali
categorie: il fattore umano, il veicolo e l’infrastruttura. 

Il fattore umano risulta essere la principale causa di incidente stradale: guida distratta, velocità eccessiva, attraversamenti pedonali pericolosi, non-uso dei sistemi di sicurezza (casco, cinture, seggiolini per i bambini), guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti, ecc.  

Ma è possibile comprendere alcuni meccanismi del comportamento individuale che possono portare ad un incidente? E, di conseguenza, è possibile prevenire tali atteggiamenti rischiosi?

Come per altre aree in cui il comportamento risulta essere un elemento di criticità, la risposta è sì.  

Nell’ambito della sicurezza stradale, molto è stato fatto e viene fatto congiuntamente da più forze, ma è possibile individuare una strada che è stata ancora poco battuta e che potrebbe apportare soluzioni 
innovative al problema.   

Innanzitutto, per quanto riguarda l’analisi del fattore umano, esiste un campo di applicazione della psicologia che si occupa in modo specifico di come esso funzioni durante l’esperienza di fruizione della strada: la psicologia del traffico. 

Emozioni, attenzione, presa di decisione, percezione del rischio, personalità sono solo alcuni dei temi su cui la psicologia del traffico si concentra per comprendere come le persone si comportino nelle diverse situazioni di esperienza della strada.

L’insieme di queste conoscenze viene utilizzato nella prevenzione di incidenti stradali, con percorsi di educazione e formazione rivolti alle diverse categorie di utenti della strada e potrebbe trovare una sinergia
con la metodologia dell’economia comportamentale. 

Un approccio che quindi potrebbe integrare i percorsi di prevenzione tradizionali alla sicurezza stradale con politiche comportamentali, quali i nudge: delle “spinte gentili” che fanno leva su una architettura della scelta che sia allineata al comportamento umano effettivo. 

Un esempio di soluzione nudge in ambito sanitario riguarda la scelta di donazione degli organi: il 
cambiamento delle opzioni di default da opt-in a opt-out (“se desideri aderire, metti una croce qui..” vs. “se NON desideri aderire..”) porta ad un cambiamento del tasso di donazione di organi in media dal 15% al 90%. 

Invero, questo genere di intervento ha prodotto cospicui benefici in diversi settori, dall’ambiente alle 
politiche sociali. 

L’orizzonte delle possibilità applicative delle soluzioni nudge, riferite a specifici casi e a seguito di analisi ad hoc, potrebbe essere molto ampio, dalla riduzione degli incidenti stradali a un miglioramento della mobilità. 

Un esempio di applicazione di tale approccio, potrebbe essere la soluzione attuata dal Ministero 
Indiano dei Trasporti che ha implementato una soluzione infrastrutturale per ridurre la velocità nelle vicinanze degli attraversamenti pedonali e potenziarne il rispetto da parte degli automobilisti rendendo tridimensionali le strisce pedonali tramite un’illusione ottica. 

Una soluzione che dovrebbe essere oggetto di analisi scientifica per dimostrarne l’efficacia nella modifica del comportamento degli utenti della strada, ma, comunque, un esempio di un ulteriore possibilità percorribile per il potenziamento della sicurezza stradale.  A volte, basta veramente poco per ottenere molto.

A cura di Federica Confalonieri e Federico Raimondi.
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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