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Troppi incidenti, sì all’omicidio stradale

6/11/2015

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​Dopo anni di buoni risultati, la scorsa estate ha fatto registrare dati allarmanti per la sicurezza stradale.
​Serve più fermezza: sì all’omicidio stradale e all’ergastolo della patente.
Nell’estate in cui si è parlato meno di sicurezza stradale e incidenti, la sinistrosità stradale ha subìto una brusca inversione nella positiva tendenza registrata negli ultimi anni.
Gli incidenti sono tornati a crescere: 972 vittime nei primi sette mesi dell’anno contro le 952 dello scorso.
Inoltre, un dato preoccupante è l’impennata della mortalità notturna nel periodo estivo con un incremento intorno al 200% e la crescita delle vittime tra i motociclisti. Non parliamo poi della pirateria stradale che nell’estate appena trascorsa ha fatto segnare un’impennata mai vista prima.

Per conoscere e certificare i motivi servirà un’analisi approfondita, ma di getto ci sentiamo di fare alcune considerazioni. La stagione trascorsa, particolarmente buona, ha incentivato la mobilità turistica e quella generale per i deboli bagliori di ripresa che si sono intravisti. Ciò si è tradotto in più veicoli in circolazione e più moto impegnate nelle escursioni dei weekend.

Vanno però aggiunte altre possibili cause, come “la nuova sbornia del terzo millennio”, ossia la distrazione da cellulare alla guida e l’utilizzo delle varie forme di messaggistica. Nonostante i servizi di contrasto effettuati dalla Polizia, i conducenti non sembrano spaventarsi della sanzione di 161 euro e della perdita di cinque punti. Dovremmo proporre il sequestro per un mese del cellulare?

Anche il contrasto all’alcol, fra allentamenti dei servizi e ricorsi ai giudici che vanificano l’operato delle forze di Polizia con motivazioni assurde e risibili, sembra più debole. Credo che nel 2015 non avvicineremo la quota di quasi 2 milioni di soffi del 2013.
Aggiungiamo poi la demonizzazione di autovelox e misuratori di velocità in genere, con la nota sentenza della Corte Costituzionale che promuove schiere di avvocati per altrettante serie di ricorsi.
Insomma sull’albero della sicurezza stradale, dove abbiamo ottenuto risultati molto buoni negli ultimi anni, sembra che le ciliegie basse siano finite. Ora serve una maggiore determinazione, più presenza di divise su strada, strumenti specialistici adeguatamente distribuiti come i narco test, controlli costanti al trasporto pesante e la legge sull’omicidio stradale.

A tal proposito vorremmo rivolgerci al Presidente del Consiglio Renzi, conoscendo il suo pensiero a riguardo, visto che è stato il primo firmatario della proposta lanciata dall’Associazione Lorenzo Guarnieri e Associazione Gabriele Borgogni, con noi dell’ASAPS, nella sua Firenze. Questa benedetta legge già approvata al Senato si è un po’ impantanata alla Camera. Probabilmente poi dovrà subire alcune modifiche e in Parlamento, fra legge di Stabilità e modifiche costituzionali, la vediamo un po’ stretta.
Nel frattempo, anche nell’ultimo periodo c’è stata una sequela di incidenti mortali con giovanissimi falciati da ubriachi e drogati alla guida.
Possibile che la politica debba rimbambirci con la modifica dell’articolo 2, sulla riforma del Senato, e basta? Noi esigiamo l’approvazione di una legge che modifichi il Codice penale e introduca l’omicidio stradale con il cosiddetto ergastolo della patente. Via dalla strada questi conducenti pericolosi e spesso recidivi. Non sappiamo se poi diminuiranno i sinistri, sappiamo però che almeno aumenterebbe la soglia della dignità della giustizia per le vittime e i loro familiari.

Insomma, se le ciliegie basse sono finite, per incidere sulla sicurezza stradale bisogna salire più in alto nella pianta, a cominciare dalla legge sull’omicidio stradale. 


A cura di Giordano Biserni - Presidente ASAPS
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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