“Siamo una comunità molto coesa e anche in questa situazione le dimostrazioni non sono mancate: la pandemia ci ha costretto a rivedere i nostri ritmi e le nostre priorità. Abbiamo fatto tutti necessariamente un passo indietro e la natura che ci circonda ha riconquistato spazi: lo dimostrano i delfini che si sono visti nuotare nel porto di Ravenna o gli animali selvatici sempre più spesso oggetto di avvistamento nelle città e nei paesi. Per chi, come me, ha scelto di vivere la montagna, impegnandosi per difenderla in tutte le sedi possibili, questo ritmo ‘slow’, maggiormente a misura d’uomo, non è una novità ma un valore prezioso da far conoscere e da difendere. I territori montani hanno tantissimo da offrire sia a chi ci vive sia a chi vorrà, non appena sarà possibile muoversi in libertà e in sicurezza, venire a scoprirli. Penso proprio alla natura che ci circonda ma non solo”.
Già perché quando si pensa a Tredozio, 1200 anime arroccate nell’appennino, l’immaginario corre a panorami bucolici, foreste e monti, sapori e profumi delle tradizioni contadine: tutto vero, senza dubbio, ma da qualche anno tutta l’amministrazione comunale guidata da Simona Vietina (che è anche parlamentare di Forza Italia impegnata a Roma sui temi delle comunità periferiche, tanto da essere conosciuta come la “paladina della montagna”) ha messo in campo un impegno non comune per trasformare Tredozio in un punto di riferimento per la cultura, le arti e lo sport.
“La politica che porto avanti è quella del contatto costante e del confronto con il territorio, partendo dall’ascolto, dagli stimoli che arrivano dai concittadini, dalle attività produttive, e da chi, come me, ha scelto di abbracciare la sfida della montagna” spiega Vietina: “una politica che mi pare incontri l’apprezzamento del territorio e delle persone che vedo ogni giorno sempre più coinvolte e attive nella gestione del nostro paese e delle diverse iniziative a cui abbiamo dato vita in questi anni”.
Fra queste spicca sicuramente il festival di poesia “Tres Dotes” che lo scorso anno con la seconda edizione ha animato per un intero weekend tutto il paese con dieci case editrici da tutta Italia, laboratori di poesia, incontri con gli autori, performance musicali e concorsi letterari.
“Il festival è stata l’occasione ideale per riscoprire e valorizzare Maria Virginia Fabroni, la Saffo tredoziese, come la definì nel 1925 il giornalista Eugenio Cappelli. Non nascondo di nutrire una certa simpatia e affinità con questa figura femminile che, in pieno 1800, lottava per l’affermazione del diritto di scegliere chi amare per tutte le donne. Come primo sindaco donna di Tredozio sono lieto di averle dedicato un festival che, l’anno scorso, ha visto arrivare ben 700 componimenti inediti e originali”.
Un nuovo polo culturale in appennino, dunque? “Questo è indubbiamente uno degli obiettivi della mia amministrazione” commenta Vietina: “l’anno scorso siamo riusciti a ospitare anche una delle tappe di Emilia Romagna Festival, con il conferimento del premio alla carriera al Maestro Uto Ughi, violinista di calibro internazionale. La pandemia ha ‘congelato’ un po’ tutte le iniziative ma non vediamo l’ora di ripartire”.
Una cultura che passa anche dal recupero delle tradizioni antiche, incarnate nell’ormai immancabile appuntamento con il Palio dell’uovo: una storica disfida fra i rioni cittadini a colpi, ovviamente, di uova. “Si tratta di una tradizione ormai nel cuore dei tredoziesi e di tanti turisti che, anno dopo anno, ci raggiungono sempre più numerosi a Pasqua e Pasquetta” spiega il sindaco, “e che coinvolge tutta la comunità fra eventi, sfide, concorsi e sfilate in costume storico. L’edizione 2020, ovviamente, non si è potuta tenere nel formato tradizionale ma abbiamo scelto di mantenere alcuni momenti iconici: il ‘mattarello d’oro’ e, naturalmente, la gara dei mangiatori di uova.
Le nuove tecnologie ci hanno aiutato: ognuno ha potuto partecipare all’iniziativa #ioPalioaCasa e la giuria della Pro loco riunita via social è riuscita a stilare la classifica delle sfogline e dei mangiatori di uova sode. Lo spirito che muove le persone che abitano la montagna” spiega Vietina, “è indomabile: occorre solo garantire gli strumenti necessari in termini di servizi e connettività e anche in una situazione difficile come quella di questi mesi riusciranno a stupire per intraprendenza e voglia di rilancio”.
Ed è proprio l’intraprendenza del sindaco e di alcuni appassionati che ha permesso la realizzazione di un altro piccolo “miracolo”: Tredozio, lo scorso anno, è diventata per un weekend la capitale nazionale del softair. “Ospitare le finali nazionali del campionato della Federazione Italiana Pattuglie Softair è stato un onore” commenta il sindaco “e rappresenta un ulteriore tassello che dimostra come il nostro territorio, se adeguatamente valorizzato, sia una risorsa inestimabile. Il successo della manifestazione, con ben 12 team provenienti da Liguria, Emilia Romagna e Piemonte e tanti curiosi e appassionati presenti, ha dimostrato come pianificazione, impegno e volontà portino a risultati soddisfacenti. La speranza” prosegue Vietina “è che superata l’emergenza anche questo evento diventi una presenza ricorrente nel nostro comune e che possa attirare verso il nostro territorio sempre più appassionati e curiosi”.
La sfida per lo sviluppo e il rilancio del territorio è in corso: “Il mio doppio ruolo di sindaco e di parlamentare mi dona una prospettiva privilegiata di analisi” commenta Vietina “ma soprattutto mi permette di vivere in prima persona le esigenze delle comunità come quelle di Tredozio e di toccare con mano il desiderio di crescita economica, culturale e morale che queste comunità hanno al proprio interno.
Si tratta di un feedback importante che mi permette di portare avanti tante battaglie giuste e necessarie in aula affinché i comuni montani siano non solo meno ‘bistrattati’ come fatto in passato ma, anzi, vengano valorizzati e sia possibile farne fiorire le potenzialità. In questo senso la pandemia potrebbe rivelarsi un’occasione di rilancio ulteriore: il turismo avrà bisogno di nuovi paradigmi e quello della montagna, con ampi spazi, panorami sconfinati e possibilità di immergersi nel paesaggio anche per attività culturali o sportive, potrebbe rappresentare un’opportunità per tanti operatori”.
Intervista all’On. Simona Vietina, a cura della Redazione.