Il Sistri, il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, nasce nel 2009 con l’intento di permettere l’informatizzazione dell’intera filiera dei rifiuti speciali e di contrastare eventuali traffici illeciti degli stessi. Uno strumento volto a rendere più facile la vita alle aziende operanti nel settore ed a garantire maggiore trasparenza in un segmento che da sempre strizza l’occhio alle ecomafie. |
In questi sei anni di melina da parte degli esecutivi passati per Palazzo Chigi, il Sistri diventa terreno fertile per un intreccio di subappalti, false fatturazioni, soldi trasferiti in quattro e quattr’otto nei paradisi fiscali che hanno portato a decine di denunce e di arresti. Inoltre, la tecnologia pensata per rendere efficace il sistema di tracciabilità si rivela obsoleta e superata a detta degli stessi esperti del settore.
Alla luce di questo quadro torbido, come Movimento 5 Stelle nel marzo 2014 abbiamo chiesto al Governo Renzi di rivedere la legittimità del contratto con la Selex e, nell'indire il nuovo bando, di chiedere una formulazione di un progetto al passo con i tempi e trasparente non soltanto a parole, ma i nostri appelli sono caduti mestamente nel vuoto.
E invece si va avanti con un meccanismo considerato all’unanimità farraginoso e zavorrante, che mette in difficoltà le migliaia di imprese obbligate ad aderire al sistema. Un meccanismo complesso e difficilmente aggiornabile, che è diventato una vera dannazione per le aziende del settore, le quali dal 2010 hanno “foraggiato” la bellezza di 70 milioni di euro complessivi per avere in cambio un sistema totalmente inefficiente.
Il Governo, ad inizio 2015, ha annunciato per bocca del Ministro dell’ambiente Gianluca Galletti un nuovo bando per luglio, costringendo però le aziende a presentare la propria adesione entro aprile al sistema “vecchio”, con tanto di sanzioni. Come Movimento 5 Stelle, abbiamo presentato un emendamento per prolungare fino a fine 2015 il rinvio delle sanzioni per la mancata iscrizione al Sistri, ma il Governo ha fatto in modo che venisse tempestivamente bocciato. Così, le aziende si sono trovate a dover continuare a pagare per un servizio inesistente. La presa in giro si è definitivamente consumata lo scorso 10 giugno, quando in commissione Ambiente lo stesso PD ha presentato una risoluzione con all’interno la stessa proposta di sospensione all’adesione al Sistri chiesta da noi a gennaio. Un teatrino dell’assurdo, visto che i termini per iscriversi scadevano ad aprile.
Noi pensiamo che sul dramma di migliaia di imprese, di lavoratori e su un sistema di tracciabilità dei rifiuti necessario all’economia e all’ambiente di questo Paese, non si debbano fare questi giochetti. Altro che risoluzione in commissione! Il PD è al Governo: affronti e risolva la vicenda Sistri!
A cura di Patrizia Terzoni