La solita scusante che non bisogna fare critiche, perché in casi come questi occorre concentrarsi sui problemi e non sulle responsabilità di chi ha sbagliato, non ci convince. Anzi è ipocrita e irrispettosa nei riguardi di migliaia di persone che, anche in queste ore, si trovano in uno stato di grave difficoltà e abbandono.
Chi come me copre un ruolo pubblico, proprio in momenti come questi, ha il dovere di intervenire e di gridare la sua indignazione a nome dei cittadini.
La rabbia di chi vive al freddo nelle tende e nelle roulotte, le lacrime e le accuse di chi ha perso un figlio sotto le macerie dell'hotel Rigopiano, le accuse e gli appelli dei sindaci lasciati soli che non sanno cosa fare o delle persone ancora senza luce e acqua, non possono essere ignorati ed essere solo oggetto di servizi giornalistici commentati nei salotti televisivi o di inchieste e indagini che si fanno sempre dopo e mai prima che i disastri accadano.
Ora, che ci sono i riflettori accesi, la politica e le istituzioni devono essere chiamati a spiegare cosa è avvenuto e cosa non ha funzionato. Ora, occorre scavare nelle inadempienze e negli errori commessi per dare risposte ed evitare che situazioni di questo tipo si ripetano.
Va preso atto che la terribile vicenda dei terremoti e delle nevicate in Abruzzo, Marche e Lazio, ci mette davanti ad una triste certezza: l'Italia sta morendo, l'Italia è allo sbando totale e si trova in una situazione peggiore di quello che chiunque di noi potesse immaginare.
Il livello di improvvisazione, pressapochismo e mancanza di capacità di governo, raggiunto durante l'emergenza neve e terremoto nelle regioni del Centro Italia, non ha eguali. Probabilmente, solo dopo il terremoto del 1980 in Irpinia e Basilicata, avvenne qualcosa di simile. Però, parliamo di 36 anni fa. Di un'altra epoca. Tuttavia, in quella tragedia, ci fu la massima istituzione dello Stato, il presidente della Repubblica Pertini, che intervenne e diede una strigliata durissima a chi aveva le responsabilità dei mancati soccorsi e dell'assenza delle istituzioni nei territori colpiti.
In questo caso, invece, i ministri, il capo del governo, i presidenti di Regione, i parlamentari di destra e di sinistra, vanno beatamente in televisione a dire che è tutto sotto controllo, che l'emergenza non si poteva prevedere e che di più non si poteva fare.
Poi, addirittura, il presidente della Repubblica Mattarella, invece di strigliare e scuotere chi ha sbagliato, così come fece Pertini, lancia semplicemente appelli alla solidarietà e si limita ad esaltare il pur straordinario lavoro dei soccorritori. Lo ha fatto, l'ultima volta, durante una cerimonia a Roma, quando, tra l'altro, aveva di fronte in prima fila: Casini; Gasparri; vari ministri e i governatori delle regioni colpite. Gli stessi che, in via diretta o indiretta, sono parte della classe dirigente che ha portato l'Italia a trovarsi così malgovernata e devastata.
Se si arriva a questo livello di assuefazione e di legittimazione della realtà. Dopo che le nevicate erano previste da giorni e nessuno se n'è occupato. Dopo che Renzi aveva promesso le casette prefabbricate a Natale e non sono mai arrivate. Dopo che nelle aree terremotate del 24 agosto scorso non sono state rimosse neanche le macerie. Dopo il pasticcio delle Province che non hanno più soldi per la manutenzione delle strade. Dopo che una turbina non è arrivata in tempo ed è rimasta senza gasolio e 29 persone hanno perso la vita sotto le macerie di un hotel costruito su dei detriti a ridosso di un canalone dove era altissimo il rischio valanghe. Dopo che gli elicotteri non hanno potuto volare per ragioni burocratiche. Dopo che l'Enel, per giorni, ha lasciato al buio centinaia di migliaia di persone. Dopo che viene annunciato e poi smentito che potrebbe arrivare una scossa del settimo grado e potrebbero crollare delle dighe. Dopo che sono stati tagliati i fondi per le emergenze e la prevenzione.
Ebbene, se si arriva a questo livello, vuol dire che bisogna fare in fretta. Che l'Italia va salvata, prima che sia troppo tardi. Che occorre andare subito alle elezioni e che il M5S dovrà vincerle.
Non ci sono altre strade, questa è l'unica soluzione possibile. Bisognerà mandare a casa la vecchia politica e il M5S e i cittadini dovranno assumersi la responsabilità di governare e di ricostruire l'Italia, dalla testa ai piedi.
Ultime quattro importanti annotazioni: va sottolineato l'encomiabile lavoro che hanno svolto i vigili del fuoco, le forze dell'ordine e i volontari; va espresso il cordoglio e la vicinanza ai familiari delle vittime dell'hotel Rigopiano; vanno aiutati adesso e con atti concreti i sindaci e i cittadini che si trovano nelle aree colpite dal terremoto; va evidenziato che il M5S Europa si sta battendo per far sì che la Ue svincoli l'Italia dal Patto di stabilità e si finanzi un piano di interventi di prevenzione volta alla ristrutturazione del patrimonio edilizio italiano con criteri antisismici.
A cura di Piernicola Pedicini