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Telelavoro nella PA, il modello trentino

25/11/2015

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​Meno spese e più benessere grazie al telelavoro, anche nella Pubblica Amministrazione.
​Da alcuni anni a questa parte si è consolidata la tendenza, in ogni ambito socio-economico, a rendere intelligenti (o meglio smart, per utilizzare uno degli anglicismi ormai entrati con forza nel nostro vocabolario quotidiano) processi, attività e operazioni della vita di tutti i giorni. Anche nel lavoro.
È nato così lo smart working, un approccio innovativo all’organizzazione del lavoro che si caratterizza per flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari di lavoro e degli strumenti da utilizzare, a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati.
Si tratta di una tendenza che sta prendendo piede anche in Italia, con il telelavoro.
Nel settore pubblico è pioniera la Provincia autonoma di Trento, che porta avanti dal giugno 2012 il progetto TelePat, un modello particolarmente interessante di sviluppo e diffusione del telelavoro, a livello nazionale e internazionale.
Una dimostrazione che anche nella Pubblica Amministrazione si può fare innovazione organizzativa, contenendo la spesa pubblica, garantendo più benessere ai dipendenti e riuscendo nel contempo a mantenere un buon livello di servizi.
Da qui il premio “Smart Working Awards 2014”, assegnato alla Provincia autonoma di Trento lo scorso anno.
Ecco qualche numero. Sono 48 le strutture provinciali coinvolte nel progetto per 240 postazioni di telelavoro attive, distinte in tre diverse modalità: 117 telelavoratori domiciliari, 94 lavoratori in telecentro e 29 dirigenti e direttori in modalità di telelavoro mobile. I telecentri sono a Rovereto (2 sedi), Cles (2 sedi), Borgo Valsugana, Tione, Arco, Levico, Mezzocorona, Cembra, Pergine Valsugana e Grigno.
Entro fine anno, conclusa la fase sperimentale del progetto, si entrerà a regime. L’obiettivo è di arrivare nel medio termine a circa 400 postazioni di lavoro smart.
Quali i benefici?
·       Risparmio economico: azzeramento dello straordinario, riduzione delle spese informatiche, minori costi di missione e razionalizzazione degli spazi.
·       Conciliazione famiglia-lavoro: migliore armonizzazione tra vita lavorativa e familiare, maggior benessere individuale e sociale, riduzione di tempi e costi degli spostamenti, riduzione del ricorso a congedi e della malattia breve.
·       Espansione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT): sviluppo di nuove competenze informatiche e tecnologiche, reti sul territorio e fibra ottica (i telelavoratori domiciliari utilizzano a loro spese la rete domestica, quelli da telecentro la rete provinciale in fibra ottica e i mobili le chiavette messe a disposizione dalla Provincia), utilizzo da remoto di alcuni programmi.
·       Valorizzazione di territorio e ambiente: riduzione dell’inquinamento atmosferico, miglioramento della viabilità, riduzione dell’affollamento sui mezzi pubblici nelle ore di punta.
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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