La serata ha avuto come filo rosso l’evoluzione della canzone swing soprattutto italiana, da Rodolfo De Angelis e Natalino Otto fino a Lelio Luttazzi e Nicola Arigliano, passando per un omaggio a Mina e al maestro Bruno Canfora, arrangiatore dal mordente swing molto spiccato, e ha visto avvicendarsi accanto al “Sultano” Freddy Colt (direzione d’orchestra), alcuni tra i più alti dignitari: il “ministro” Francesco Giorgi al violino, il “Padiscià del Ritmo” Mauro Ottolini al trombone, il “Dragomanno” Massimo Altomare e il “giannizzero” Stefano Torre entrambi alla voce. Presenti anche il “Vice Turcopiliere” Roberto Berlini, il “ Serraschiere” Enrico De Angelis e il “cronista di corte” Alvise Macalello.
Durante il concerto però c’è stato ampio spazio per ben cinque nomine che hanno infoltito i ranghi dello Sultanato: infatti, accanto agli artisti già membri di questa comunità creativa, sul palco si sono esibiti anche cantanti e musicisti che durante la serata hanno ricevuto l’investitura dalle mani del Sultano. Nell’ordine, la cantante Vanessa Tagliabue Yorke è stata insignita del titolo di “Begum dello Swing”, il maestro Marco Pasetto, clarinettista, è diventato il quattordicesimo giannizzero, Giampaolo Rizzetto, critico musicale e giornalista, ha ricevuto il titolo di “Caimacano della stampa”, Beatrice Zuin, attrice e cantante, è stata ammessa nel Sultanato come “Odalisca di Palcoscenico” e infine l’altra grande interprete vocale della serata, Petra Magoni, è stata nominata “Begum dello Swing”. In uno show dal ritmo incalzante e sincopato va citato il pianista Andrea Dindo, che ha accompagnato Petra Magoni nella parte conclusiva del concerto dedicata ad una rivisitazione dei classici di Tin Pam Alley.
Altro essenziale ingrediente della serata è stata l’orchestra nazionale del Sultanato, i “Swing Kids”, composta da Mario Martini (tromba), Stefano Bianchi (trombone), Rosarita Crisafi (sax baritono e Odalisca di sassofono nel Sultanato), Sofia Viglietti (sax alto), Mirco Rebaudo (sax tenore), Lorenzo Herrnhut-Girola (chitarre), Francesco Cardillo (pianoforte), Paolo Priolo (contrabbasso) e Giorgio Griffa (batteria): la formazione, proveniente dalla Liguria, ha dialogato con i vari solisti in maniera impeccabile e con un fraseggio stupendo.
Momento emozionante è stato poi quello della lettura del telegramma inviato al raduno da parte di Stefano Bollani: il pianista e fantasista, milanese di nascita ma fiorentino di formazione (ha infatti studiato al conservatorio Cherubini del capoluogo toscano), ricopre nel Sultanato la carica di “Gran Visir”, e in quanto altissimo dignitario ha inviato la sua benedizione allo Swing Diwan. Citiamo anche il giannizzero Maestro Antonello Capuano che pur non essendo presente ha collaborato inviando un pregiatissimo arrangiamento originale per il brano conclusivo del concerto, la sfiziosissima e ironica “Legata ad uno scoglio” di Luttazzi.
In sala va registrata anche la presenza della “ambasciatrice del Sultanato dello Swing in Italia” donna Maria Silvana Sicari, giunta appositamente da Sanremo, e del giovane emissario del “Granducato di Toscana” Luca Andreozzi, da Firenze. La serata si è svolta grazie al prezioso contributo del comune di Verona, nella persona dell’assessore alla cultura, politiche giovanili e pari opportunità Francesca Briani, e anche di Casa Shakespeare, nella persona di Solimano Pontarollo, direttore artistico, i quali hanno preso la parola per introdurre lo spettacolo.
Il successo della serata è stato ottimo, certificato dalla grande presenza di pubblico che ha occupato tutti gli ordini di posto del teatro e ha poi applaudito con fragore sia le singole interpretazioni che poi la passerella finale di artisti e dignitari. Il Sultanato dello Swing nasce nel 2008 da un’idea di Freddy Colt e non vuole essere un luogo fisico ma si propone come il reame elettivo che raccoglie tutti i migliori esecutori nonché cultori e appassionati del genere: tra i membri storici ricordiamo inoltre il cantautore Giorgio Conte, il presentatore Dario Salvatori, il jazzista Lino Patruno, oltre agli indimenticati giornalisti Valerio Venturi e Giovanni Choukhadarian a cui è andata la dedica di questo raduno.