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Superbonus: fondi esauriti e lavori a rischio

10/10/2022

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​Da un’occasione da cogliere al volo ad un rischio dalle conseguenze pesantissime. È la preoccupante evoluzione del Superbonus 110%. 

​
A cura di Leonardo Peruffo A.E.C.I.  
Presentato come la soluzione alla crisi del settore edilizio e come opportunità vantaggiosissima per i cittadini per migliorare le proprie abitazioni abbattendo i costi energetici, l’incentivo sta mostrando delle crepe che hanno fatto scattare l’allarme. I fondi stanziati dal Governo sono finiti, come confermato dall’ultimo rapporto di Enea, ma le domande restano aperte. Questo non fa che aggiungere confusione ad una situazione già caotica, su cui la Federazione Consumatori Italiana, composta da AECI, AIACE, ASSOCONFAM, CODICI e KONSUMER, ha deciso di intervenire con un servizio di assistenza rivolto ai cittadini.

“La situazione che si sta verificando sul Superbonus 110% è rischiosa – affermano i rappresentanti delle associazioni dei consumatori riunite nella Fci – e merita la massima attenzione. Il meccanismo ipotizzato per immettere liquidità nel sistema è quello del credito d’imposta, sperimentato con successo nel recente passato nella concessione di altri benefici edilizi, come ad esempio la ristrutturazione. I beneficiari di questi bonus fiscali, che variano dal 50% al 110% a seconda degli interventi da effettuare, possono a loro volta cedere i crediti accumulati, rendendoli liquidi attraverso il sistema bancario o la diffusissima rete degli sportelli delle Poste Italiane.

Tutto ciò fino allo scorso novembre, allorché, nonostante la proroga di questi provvedimenti premiali, le Poste e le banche hanno chiuso i rubinetti della liquidazione dei crediti, molti dei quali sono rimasti incagliati negli ingranaggi infernali guidati dalle burocrazie ministeriali, Agenzia delle Entrate, in primo luogo, e da quelle non meno letali degli istituti di credito e postali, che stanno rendendo vani i risultati conseguiti nella fase d’avvio. Le piattaforme informatiche elaborate allo scopo non rispondono per mesi agli utenti, le banche non accettano più cessioni, le Poste si muovono alla velocità di un mammut, i cittadini e le imprese si ritrovano con il cerino in mano e rischiano di ustionarsi le dita, avendo avviato la realizzazione dei progetti che non riusciranno a completare per mancanza di liquidità. Lo spettro del fallimento si aggira per le imprese e quello dell’indebitamento personale per i cittadini: una catastrofe pubblica e privata quasi annunciata.

Ancora una volta la burocrazia frena, se non blocca, lo sviluppo economico di cui questo Paese ha urgente bisogno, specie al Sud, dopo due anni di pandemia e, da ultimo, una spaventosa guerra alle porte dell’Unione Europea. Come uscire da una situazione tanto paradossale, quanto tipica del modus agendi della nostra tentacolare burocrazia? Come obbligare le amministrazioni pubbliche, le banche, le Poste a dar risposte immediate ai cittadini, ad istruire rapidamente i procedimenti, a liberare le risorse economiche bloccate e soprattutto come imporre a questi soggetti di aiutare realmente cittadini ed imprese, con regole facili da applicare, comprensibili a tutti e semplificatrici del processo economico? Rivolgiamo un appello al Governo per una risposta rapida e chiarificatrice, prima che si verifichi l’ennesima debacle di cui nessuno si assumerà anche questa volta la responsabilità.

​Al tempo stesso, abbiamo deciso di promuovere un’azione per fornire assistenza ai cittadini in difficoltà con il Superbonus 110%. Ci riferiamo, ad esempio, a chi si ritrova con i lavori pagati ma non ancora iniziati oppure interrotti, con il rischio di perdere quanto versato. Situazioni poco chiare e dalle conseguenze pesanti, considerando un quadro generale già fortemente critico”.
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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