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Stop alla contraffazione

23/6/2016

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​Intervistiamo l’On. Catania, che ci presenta le gravi conseguenze portate dal fenomeno della contraffazione.
Quanto è diffuso il problema della contraffazione in Italia e quali sono i settori che subiscono i danni maggiori?
Rispetto agli altri Paesi europei, l’Italia risente in misura molto maggiore dei danni provocati dalla contraffazione, perché abbiamo un sistema produttivo fortemente orientato verso la qualità e ricco di marchi.
Il danno alle nostre imprese è ancor più importante del mancato gettito fiscale.
Sullo sfondo resta poi l’effetto forse più grave, consistente nel lucro realizzato dalla criminalità organizzata.
Dalle risultanze dei rapporti ufficiali, possiamo affermare che ogni anno la contraffazione genera un ammanco in termini di introiti fiscali per alcuni miliardi di euro.
Tra le categorie merceologiche dei prodotti contraffatti sequestrati troviamo in cima gli accessori di moda e abbigliamento, seguiti dalle apparecchiature elettriche, calzature, occhiali, orologi e gioielli.
Restano in fondo alla classifica, con cifre comunque ragguardevoli, giocattoli, cd e dvd, profumi e cosmetici, apparecchiature informatiche e altre merci.
 
Quali sono le problematiche presenti nell’impianto normativo attuale in materia di lotta alla contraffazione?
Le problematiche che concernono la tutela penale in tema di contraffazione sono molteplici.
Le principali riguardano la “doppia” collocazione delle norme nel codice penale: alcune fattispecie sono infatti inserite nel titolo VII - Delitti contro la fede pubblica - mentre altre sono presenti nel titolo VIII - Delitti contro l’economia pubblica, l’industria ed il commercio.
Questa sovrapposizione è spesso causa di incongruenze nell’interpretazione giurisprudenziale, e può condurre anche alla mancata punibilità di alcuni reati, come il falso palese.
Un’altra questione da risolvere è la mancata armonizzazione tra le fattispecie previste dal codice penale e quelle contenute in leggi speciali, sia quelle sul diritto d’autore che quelle sulla tutela del Made in Italy. 
 
Quali provvedimenti sono già stati presi e cosa c’è ancora da fare nell’immediato per arginare questo fenomeno?
Per quanto riguarda l’aspetto penale che abbiamo appena visto, in seguito al lavoro svolto in questi anni dalla Commissione che presiedo, ho presentato una Proposta di Legge che ha l’obiettivo di rendere più efficace il coordinamento tra istituzioni e forze di polizia nel contrasto al fenomeno e, appunto, di aggiornare l’impianto normativo.
Allo stesso tempo, il testo mira a presidiare anche il web puntando alla creazione di un terminale unico che renda più semplice la tutela dei marchi online e il coordinamento con i fornitori di servizi internet, le piattaforme di e-commerce e i sistemi di pagamento elettronici.
Un altro fronte su cui bisogna ancora lavorare molto è la sensibilizzazione dell’opinione pubblica affinché il reato di contraffazione venga percepito in tutta la sua gravità economico/sociale, e non più come un peccato veniale.

A cura della redazione
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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