Del terzo Uomo Ragno del cinema moderno non vediamo l’origine, non sappiamo nulla di uno zio, sappiamo solo che ha una zia. Ha già i poteri e non ha bisogno di traumi per capire le proprie responsabilità. Sembra davvero un ragazzino molto piccolo scemo e ingenuo, pieno d’energia e voglia di fare. Sprizza adolescenza da ogni poro e vederlo fare l’eroe così è un piacere. Non si tratta di fargli usare un cellulare per farlo così sembrare teenager o di metterlo dentro un liceo, si tratta di dargli la vera personalità di un liceale assieme ai poteri per vedere che succede, come le due componenti contrastano o si esaltano a vicenda, come essere super metta in mostra problemi, conflitti e qualità di un adolescente. Per questo motivo questo nuovo Spider-Man è il più atipico e anomalo visto finora e allo stesso tempo è il più fedele al fumetto originale; è una vera interpretazione di Spider-Man, dove le altre due saghe erano una maldestra imitazione. È dunque il miglior film sull’Uomo Ragno? Io non ho mai capito l’ossessione morbosa che hanno alcuni hanno per gli Spider-Man di Sam Raimi, con inspiegabile predilezione per il 2 (che a me è sempre parso identico al primo), ma sì: è molto meglio degli Spider-Man di Raimi. Sotto qualunque aspetto: degli effetti speciali, che logicamente hanno fatto passi avanti incredibili; della trama che finalmente non si vergogna di raccontare una storia di eroi in calzamaglia e non sente il bisogno di mascherarla da metafora di qualcos’altro; delle interpretazioni, che non comprendono gente visibilmente in imbarazzo, fuori posto o semplicemente incapace. Nota di merito, oltre all’ottimo Spidey interpretato da Tom Holland, anche per Michael Keaton. Probabilmente il primo cattivo che la Marvel imbrocca sul grande schermo (Wilson Fisk di Daredevil e Killgrave di Jessica Jones lo superano ancora a destra, ma vengono dalle serie di Netflix e un processo di scrittura del personaggio completamente diverso); finalmente un personaggio con uno spessore e non un espediente narrativo che serve solo per mettere in moto il secondo atto e dare all’eroe di turno qualcuno da picchiare nel terzo. Un uomo che ha seguito le regole e ha ottenuto solo calci in faccia, che messo alle strette da un mondo che premia i furbi anziché gli onesti imbocca la strada del crimine e scopre di esserci dannatamente portato, che continua a ripetere di fare quello che fa per provvedere alla propria famiglia ma che in realtà è inebriato dal potere che ha ottenuto.
Era una scommessa da vincere per la Marvel e si può dire senza ombra di dubbio che abbia portato a casa un grandissimo risultato.
A cura di Federico Rosa