Lo scorso 25 giugno la Gran Loggia d’Italia ha celebrato la cerimonia del solstizio d’estate. Dopo alcuni anni l’evento ha avuto carattere nazionale e ha riunito oltre 2600 Fratelli e Sorelle provenienti da tutta Italia nella prestigiosa cornice dello Sheraton Hotel Parco de’ Medici di Roma. A cura di Luciano Romoli |
Il Solstizio è un momento particolare: questa data collocata all’inizio dell’estate, ci invita alla riflessione, al superamento delle diversità, che si traduce nel mondo di oggi in una positiva propensione al confronto, come strumento possibile di crescita comune”. L’etimologia può aiutare a comprendere la molteplicità dei simboli che bisogna maneggiare per interpretare correttamente il senso di questa festa.
Solstizio deriva dal latino “solstat”, che vuol dire: “il sole si ferma”. Sembra infatti che la stella più luminosa del firmamento indugi in questa posizione, prima di riprendere il suo cammino discendente, raggiungendo la sua massima declinazione positiva rispetto all’equatore celeste, per poi riprendere il cammino inverso con l’inizio dell’estate astronomica. In quel tempo sospeso sembra di sentire il respiro dell’universo, una “pausa” spiritualmente intensa in cui possiamo ricevere il massimo della potenza solare. “Si tratta di un intervallo propizio che dobbiamo saper sfruttare – riprende Romoli – perché se cielo e terra secondo la liturgia antica possono dialogare avvicinandosi idealmente, anche noi possiamo abbattere le distanze e ritrovare l’altro nel rispetto dei diritti universali, che sono il fondamento della “buona società” che dobbiamo costruire insieme.
Ricordiamoci che nel giorno del trionfo al sole, non possiamo permetterci di sottovalutare l’insidia delle ombre, senza stancarci mai di continuare idealmente a cercare il modo per cancellarle”. La cerimonia della pergamena bruciata nel tripode rappresenta la fase culminante della cerimonia. La combustione serve allegoricamente a consumare tutto quello che di negativo questo periodo nefasto ha prodotto per l’umanità intera, dalla pandemia a tutte le guerre e ai conflitti presenti sul nostro pianeta. “La verità – conclude Il Gran Maestro – è un percorso, un tendere verso, nessuno può pensare di possederla, perciò dobbiamo sentire il dovere di perseguirla, al fine di creare le condizioni per uno sviluppo umano autenticamente universale”.
Al termine Luciano Romoli, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia ha voluto ringraziare tutti i partecipanti per la splendida risposta di partecipazione all’evento solstiziale: “… che è stato arricchito di significato, dal numero eccezionale dei partecipanti, esprimendo quel senso di identità e di appartenenza che, come precisato nel corso della celebrazione, dobbiamo rivendicare con orgoglio. La storia ha bisogno della crescita integrale dell’individuo, che va coltivata a tutto tondo, senza mortificare quella dimensione sacrale, che la contemporaneità, schiacciata sul presente tende pericolosamente a conculcare.”