L’esperienza di gioco è lineare, cosparsa di tanti piccoli enigmi che ci metteranno a confronto con varie forme di talassofobia (paura ossessiva del mare, dei bagni marini e della navigazione). A livello di difficoltà non parliamo di una crescita della sfida graduale che raggiunge il suo apice ottimale, ma di uno salto improvviso che trasforma un viaggio riflessivo in un’esperienza a tratti frustrante: ci si ritrova in fasi più action in cui bisogna eseguire certi schemi alla perfezione se si vuole sopravvivere. Il gameplay, quindi, cerca di catturare e incuriosire il giocatore senza inquietarlo o turbarlo ulteriormente. La paura di agire, di girare l’angolo e trovare un nemico che ci ha attirato nella sua tana, è davvero molta.
Dal punto di vista della grafica, Silt possiede uno stile tanto semplice quanto suggestivo e dettagliato. Le ambientazioni sono state disegnate manualmente dall’artista inglese Mr Mead. Le sue illustrazioni risultano spettacolari, alcuni sfondi sono ricchi di dettagli e ogni ambientazione è riprodotta fedelmente, con alghe e piccoli elementi in grado di apportare maggiore realismo. L’avventura di Silt risulta quindi essere gratificante anche sotto l’aspetto visivo per chiunque apprezzi l’arte e abbia la pazienza di soffermarsi qualche istante per ammirare ciò che lo circonda.
A livello di narrazione il gioco inizia catapultandoci nel vuoto e nel buio, dove veniamo accolti da un rombo, il rumore delle onde ed il respiro di qualcuno. Poi, all’improvviso, un bagliore rivela delle catene e delle rovine di una civiltà passata.
Le uniche parole che leggeremo per tutto il gioco sono dei versi che fungono da introduzione e che ci spiegano sostanzialmente che cosa dobbiamo fare: “i colossi vagano nei fondali remoti, sotto alla spuma e alle onde nere. Privali degli occhi, lasciali vuoti, quella è la sede del loro potere. Una macchina attende da tempi ignoti, destala dal sonno e diventa giustiziere”. Chi ci ha intrappolati? Perché siamo in questo posto? Alla ricerca di queste risposte possiamo fare solo una cosa: proseguire, assorbire le anime delle creature che incontreremo e risolvere gli enigmi che si desteranno dinanzi a noi.
Più si procede, più Silt ci mostra quel che è un ecosistema descritto in ogni minimo dettaglio, lasciando trapelare il vero concetto che fa da sfondo al videogioco: in un mondo in cui vige la selezione naturale, non siamo altro che un piccolo ingranaggio nella grande macchina.