Ad operare su questi versanti, da tempo, c’è l’ANGI, associazione Nazionale Giovani Innovatori, con la mission di proporsi a livello nazionale e internazionale, come punto di riferimento per gli innovatori e le loro start-up in un costante dialogo con le istituzioni, le scuole, l’universo accademico e le varie associazioni di categoria. Tra le attività dell’Angi spiccano l’organizzazione di convegni e seminari sul territorio, la promozione di corsi di formazionee aggiornamento e la costante interlocuzione con il mondo istituzionale. E tra le altre iniziative dell’associazione merita una menzione anche il primo osservatorio nazionale Giovani & Innovazione che si prefigge di analizzare i numeri dell’ecosistema italiano e delle politiche pubbliche italiane ed europee a sostegno delle nuove generazioni ed ovviamente dell’innovazione tecnologica.
Ad oggi l’Angi vanta numeri di tutto rispetto: oltre 1.500 partecipanti alle oltre 50 manifestazioni organizzate dall’associazione e svoltesi dal 2018 ad oggi, con circa 100 speaker nazionali e internazionali di alto profilo professionale e circa 30mila contatti tra i giovani innovatori. Ma il fatto più eclatante che può oggi vantare l’Angi è la sua community di oltre 1000 aderenti tra influencer, imprenditori, dirigenti d’azienda, politici ed altri esponenti della società civile che hanno manifestato il loro sostegno alle iniziative ed alle relazioni che l’associazione intende promuovere e consolidare tra le fondazioni, le onlus, le imprese e gli apparati produttivi del Paese.
Alla luce di questi primi significativi passi di una giovane ma decisamente dinamica associazione, quali sono le intese e i progetti futuri di ANGI?
Lo abbiamo chiesto al Presidente Gabriele Ferrieri: “l’apertura che abbiamo avuto dalle maggiori istituzioni italiane ed europee, in virtù dei nostri grandi progetti per i giovani e il mondo innovazione, ognuno dei quali è stato uno straordinario successo di contenuti e partecipazione, ci ha permesso di collaborare e stringere partnership strategiche sia con la comunità europea (tra cui Parlamento Europeo e Commissione Europea) sia in Italia con grandi realtà quali ad esempio il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Agenzia ICE e l’Intergruppo Parlamentare Innovazione. Inoltre, le nostre attività ci hanno aperto le porte a percorsi e collaborazioni di grande prestigio con il comparto imprese corporate e università, sia nell’ambito dello sviluppo e della crescita dell’ecosistema innovazione italiano sia nella ricerca scientifica e tecnologia, sinonimo di eccellenza per il nostro Paese.
Cosa offrite, in termini di servizi e supporti agli associati ANGI?
“Coloro che scelgono di unirsi alla nostra grande community composta dagli amanti del mondo innovazione, aperta sia persone fisiche che giuridiche, avrà la possibilità di: fare rete attraverso networking e programmi di alta formazione; supporto e sostegno alla progettazione e sviluppo di nuove idee di business innovative; apprendimento e sviluppo di nuove competenze per la propria crescita professionale; contatti diretti con il mondo politico ed istituzionale italiano ed europeo; visibilità tra i principali eventi del mondo dell’innovazione in ognuna forma; opportunità di storytelling tra i principali organi di stampa; e infine il riconoscimento al merito e valorizzazione dei propri progetti individuali e collettivi.”
Quali sono gli eventi più eclatanti che state approntando per il 2020?
“Il 2020 sarà un anno ricco di iniziative e progetti per l’ANGI. Non voglio anticipare la nostra agenda di attività prima del tempo ma posso annunciare i nostri nuovi appuntamenti per il tavolo tecnico sull’innovazione ospitato alla Camera dei Deputati con la partecipazione delle aziende, della rappresentanza politica parlamentare e di governo, della stampa e di tecnici ed esperti della società civile. In aggiunta siamo a lavoro per due missioni internazionali nel 2020 al fianco del Parlamento Europeo e della Commissione Europea per portare la voce dei giovani innovatori italiani e favorire opportunità per il trasferimento tecnologico da e per l’Italia. E ovviamente a dicembre 2020 la terza edizione del Premio Nazionale ANGI dedicata alla premiazione dei migliori innovatori italiani, delle eccellenze e del made in italy.”
Secondo lei, quali sono i vantaggi e quali le difficoltà che incontra oggi un innovatore in Italia?
“Per i giovani innovatori che vogliono fare impresa innovativa in Italia, c’è un problema di dimensioni e di capacità di crescere. Che si intreccia con quello degli investimenti in venture capital, sempre più lontano dagli altri Paesi europei. Un ecosistema numericamente in espansione, ma ancora alle prese con problemi che da tempo lo frenano. Prima tra tutte la loro capacità di attrarre investimenti nel capitale di rischio. Tuttavia le azioni messe in campo nell’ultimo periodo lasciano sperare per il futuro. Dal fondo nazionale innovazione al rilancio del dicastero del ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione fino alla nuova tornata di Smart&Start Italia, programma di sostentamento per promuovere la nascita e lo sviluppo di startup innovative nel nostro Paese con una dotazione di capitali che ammonta a 90 milioni di euro. In ogni caso, non è ancora sufficiente. Occorre un maggior impegno per rendere l’Italia una vera smart nation e soprattutto colmare il gap con gli altri Paesi europei.”
Per molti analisti il 2020 è simbolicamente considerato un punto di partenza: con quali ‘buoni propositi’ vi apprestate ad affrontare l’anno?
“Con ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori abbiamo elaborato il “Manifesto per l’Innovazione” dei Giovani Innovatori che lo scorso dicembre, in occasione del Premio ANGI, abbiamo consegnato nelle mani del ministro Paola Pisano, che lo ha firmato e sottoscritto. In questo nostro documento pubblico abbiamo sottolineato la necessità di un sistema universitario europeo unico e internazionale, connesso e che valorizzi le eccellenze nazionali e che promuova reti di conoscenza in maniera diffusa e accessibile a tutti.
Abbiamo, inoltre, evidenziato come Innovazione significa prima di tutto accessibilità e inclusione sociale: costruire un ecosistema in cui non esistano categorie di persone ma solo categorie di servizi a portata di click, in cui mobilità e città intelligenti siano l’humus culturale per lo sviluppo di una classe dirigente coesa, dinamica e connessa. Abbiamo parlato della connessione rapida di dialogo tra istituzioni e cittadino: il compito della rivoluzione digitale è favorire la moltiplicazione dei servizi a basso costo, velocizzare i processi e alimentare un nuovo modus operandi tra PA e società. E proponiamo anche la creazione di una cabina di regia unica pubblica e privata diffusa in cui MISE, Ministero dell’Innovazione, AGID, Fondo Nazionale Innovazione, Pubblica Amministrazione pongano le basi di una grande rete della conoscenza digitale partecipata che possa stimolare e far conoscere quel valore capace di creare contaminazioni e possa incidere sui grandi numeri. Ed infine abbiamo illustrato la necessità di un modello d’impresa basato sull’internazionalizzazione e sul valore tecnologico come testimonianza di un patrimonio condiviso.”
A cura di Andrea Lovelock.