Se ci si sofferma a riflettere, risulta evidente come una buona parte della sicurezza possa essere gestita direttamente dai noi stessi, escludendo una percentuale di avversità che può colpirci in qualsiasi momento e in modo imprevedibile.
Tuttavia, la maggior parte delle volte, siamo ostacolati ad adottare un comportamento corretto dalla pigrizia e dalla percezione che quello che stiamo facendo non sia pericoloso per noi.
Per abitudine non allacciamo le cinture di sicurezza nei tragitti brevi, ci dimentichiamo di impostare il navigatore prima di partire, rispondiamo alle chat e alle chiamate.
Gli esempi di azioni che decidiamo di mettere in atto, sottovalutando i rischi che si incorrono, sono davvero tanti. La lista potrebbe essere molto lunga, ma la domanda su cui è importante riflettere è: perché?
Perché se siamo in ufficio, per esempio, e dobbiamo scrivere una mail importante, situazione in cui il rischio di mortalità è minimo, non rispondiamo ai messaggi, e invece, quando stiamo guidando, situazione molto più rischiosa, accettiamo di farlo? Sono questioni di non facile risposta e interessano processi psicologici di natura diversa.
Tuttavia, è possibile affermare con certezza che la nostra percezione del rischio non coincide effettivamente con i rischi oggettivi del mondo esterno.
Il primo passo per promuovere una cultura della sicurezza è diventarne consapevoli, mettendo in discussione i nostri parametri di valutazione, evitando così di ritrovarci in situazioni spiacevoli.
La prevenzione ci permette di ridurre l’incidenza di questi eventi negativi, prevenzione che può essere innanzitutto rivolta verso le nostre abitudini e i nostri ragionamenti.
“Io sono il primo strumento per la mia sicurezza”, potrebbe rappresentare l’inizio del cambiamento di piccole abitudini che ci espongono in realtà a grandi rischi. Allacciare la cintura di sicurezza è un’azione semplice e ci richiede poco sforzo.
Potrebbe essere il primo comportamento che potremmo ricordarci di attuare sempre, anche nei tragitti abituali, brevi, perché la strada è sempre imprevedibile, non ci troveremo mai nella stessa situazione di guida due volte, l’imprevisto è sempre in agguato e può non dipendere da azioni che possiamo controllare direttamente.
Estendendo questo atteggiamento attivo di prevenzione a tutti i comportamenti non corretti, che siamo soliti mettere in atto, guideremo in maggiore sicurezza.
A cura di Federica Confalonieri