Con riferimento al primo aspetto è stata proprio la Legge delega di “Riforma del terzo settore, dell’impresa sociale e della disciplina del Servizio civile” approvata in via definitiva il 25 maggio scorso a renderlo universale - aperto cioè a tutti coloro i quali desiderino intraprendere questa esperienza - finalizzandolo alla difesa non armata della patria e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica.
Il Servizio civile rappresenta un fondamentale esercizio di impegno civico e solidaristico di natura volontaria che produce effetti positivi sia sulla società di riferimento sia nel percorso di crescita personale e professionale dei ragazzi e delle ragazze che decidono di svolgere tale esperienza.
Altro aspetto rilevante - inserito anch’esso nella Legge delega di riforma sopracitata - è proprio il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze acquisite durante il Servizio in funzione del loro utilizzo nei percorsi di istruzione e in ambito lavorativo.
Con riferimento alla dimensione extra-nazionale del Servizio civile, la sfida più audace ha come orizzonte l’Europa.
Il Governo italiano è fortemente impegnato affinché il Servizio civile possa assumere una vera e propria dimensione europea, ambendo a realizzare quello che è stato definito un “Erasmus del Servizio civile”.
Da tempo infatti abbiamo intrapreso numerose iniziative politiche ed azioni concrete per svolgere un ruolo propositivo e di apripista in questa direzione.
Già durante il semestre di presidenza italiana dell’UE è stata sottolineata la necessità di procedere gradualmente allo sviluppo di un Servizio civile europeo anche come strumento di maggiore inclusione, di cittadinanza e di interscambio culturale.
Ricordo che con Francia, Regno Unito, Lussemburgo, Lituania, è stato avviato il progetto sperimentale IVO4ALL (International Volunteering for All) finanziato dall’Unione Europea, in cui sono impegnati 50 giovani italiani.
Con la Francia, inoltre, l’8 marzo scorso in occasione di un vertice bilaterale, abbiamo sottoscritto una dichiarazione d’intenti riguardante l’avvio di un progetto pilota che sarà realizzato grazie alla collaborazione delle associazioni che operano nel campo del Servizio civile e alla rete di gemellaggi fra Comuni italiani e francesi.
Questo consentirà ad altri 50 ragazzi italiani e 50 francesi di svolgere attività che privilegino gli ambiti di accoglienza dei rifugiati, della protezione dell’ambiente e della cultura, coinvolgendo giovani volontari di tutte le condizioni economiche e, particolarmente, quelli provenienti da situazioni personali più svantaggiate.
Si tratta dunque di un progetto transnazionale che consente uno scambio tra due Paesi che vantano una consolidata esperienza in un ambito che non è attualmente tra i più conosciuti e praticati.
Un analogo percorso è stato di recente avviato con la Slovenia, con la quale è stata concordata la necessità di lanciare un partenariato per stimolare la mobilità giovanile, finalizzata a favorire il volontariato e la cittadinanza attiva dei giovani.
In questo quadro di iniziative si inserisce il programma “Odysseus” - lanciato dal “Think tank” Volta e che si pone l’obiettivo di provare a reinventare l’Europa proprio attraverso un Servizio civile europeo.
Dal punto di vista dei giovani, il primo obiettivo di Odysseus dovrebbe essere quello di dare una risposta al desiderio di essere riconosciuti in quanto parte della società, di trovare un ruolo e, se possibile, di lasciare un segno nel mondo.
Al contempo ambisce però a rivolgere un messaggio ai giovani europei che faccia leva sulla generosità, sulla disponibilità all’impegno e sul desiderio di fare la differenza.
E proprio il volontariato in campo sociale, ambientale o culturale offre a ciascuno la possibilità di svolgere un ruolo essenziale e l’opportunità di confrontarsi con Paesi e culture diverse, di immergersi in contesti differenti aumentando le prospettive e le opportunità di cui potrebbero beneficiare. Odysseus è la tappa di un percorso che dovrebbe accompagnare i partecipanti nell'avvicinamento al mercato del lavoro, dotandoli di un patrimonio di esperienze e di skills che potranno successivamente essere investiti in ambito professionale.
Un volontario Odysseus lavorerà direttamente nelle comunità in cui sarà inserito, conquistando vantaggi competitivi nel mondo del lavoro attraverso un’esperienza internazionale e intraculturale che aiuta anche a padroneggiare una lingua straniera e a vivere con meno pregiudizi verso gli altri.
L’obiettivo non è soltanto quello di dare la possibilità ai giovani di fare un’esperienza di Servizio gratificante, ma anche di avviarli ad un percorso formativo che abbia riscontri immediati sulle occasioni di lavoro successive.
Di fronte a un’Europa sempre più impaurita, dove rinascono timori, diffidenze e si progettano e costruiscono muri, vogliamo invece, attraverso queste iniziative, costruire ponti, rinsaldare legami sociali e comunitari e far vivere nella testa e nel cuore delle generazioni più giovani un’Europa della pace, della libertà e della solidarietà.
A cura di Luigi Bobba