Il servizio civile così impostato rappresenta anche un momento di grande impegno civico da parte dei giovani, nonché un importante strumento di crescita personale, di partecipazione attiva, di condivisione di valori umani e solidaristici, riportando l’attenzione sui temi etici e valoriali che talvolta sembrano non rientrare tra le priorità del mondo contemporaneo.
Non va tuttavia sottovalutato che il servizio civile è una esperienza propedeutica all’ingresso vero e proprio nel mondo del lavoro, perché consente ai giovani, d’età compresa tra i 18 e i 28 anni, di acquisire esperienze e competenze anche non formali che sicuramente contribuiscono ad arricchire il proprio bagaglio personale e il proprio curriculum professionale. Tutti elementi spendibili nella fase di ingresso nel mercato del lavoro.
Proprio nella prospettiva futura delle giovani generazioni il servizio civile nazionale è stato già individuato come uno degli strumenti dell’apprendimento non formale e per questo è stato avviato un sistema per la certificazione delle competenze, attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro ad hoc, incaricato di elaborare un “Piano” per la validazione e certificazione delle competenze. Il periodo di servizio civile così concepito rappresenta, dunque, un investimento per il giovane proiettato nel proprio futuro, durante il quale viene riconosciuto un compenso che, pur non avendo la caratteristica giuridica della retribuzione, consente un minimo di autonomia economica dalla famiglia.
Analizzando i numeri di cui disponiamo, emerge che quanto è stato realizzato fino ad oggi e ciò che è in programma per l’imminente futuro, rappresenta una scelta di policy pubblica tesa alla valorizzazione delle esperienze di partecipazione nonché alla definizione di modalità e obiettivi. In questa logica rientrano i Protocolli d’Intesa stipulati negli ultimi due mesi con diverse Amministrazioni - tra cui il Ministero dei Beni e Attività Culturali, il Ministero dell’Ambiente, il Ministero dell’Interno - e con Expo 2015, che prevedono l’avvio al servizio civile di ben 2.662 volontari, grazie al finanziamento derivante dal Programma Garanzia Giovani e al co-finanziamento delle Amministrazioni coinvolte.
Per inquadrare meglio la tematica è opportuno sottolineare che il numero dei volontari da impegnare annualmente viene stabilito in relazione alle risorse finanziarie disponibili e che, dal 2001 al 2014, i volontari avviati al Servizio civile sono stati complessivamente 335.713, di cui 15.115 nell’ultimo anno. Per il 2015, utilizzando le risorse stanziate dalla Legge di stabilità pari a 115.730.000 euro, alcuni residui dell’anno precedente e risorse della Garanzia Giovani, è previsto l’avvio di ben 46.826 volontari. In fatto di risorse economiche è recente la notizia che altri 8-10 milioni di euro in favore del servizio civile saranno recuperati dai risparmi sulle spese generali della Presidenza del Consiglio, permettendo così il coinvolgimento di altri duemila giovani.
È evidente che si tratta di dati che possono incidere nel panorama della disoccupazione giovanile. In quest’ottica, tenuto conto della peculiarità italiana, è stata fatta la scelta - unica in Europa - di collegare il servizio civile anche alle misure contenute nel Programma per la Garanzia Giovani, consentendo ai giovani di scegliere di impegnarsi in progetti di valenza territoriale, incentrati su attività nei settori dell'assistenza alle persone, della protezione civile, dell’ambiente, della tutela del patrimonio artistico e culturale, dell’educazione e della promozione culturale. Ad oggi 10 Regioni hanno inserito nel proprio piano di attuazione della Garanzia Giovani i progetti di servizio civile nazionale, coinvolgendo 5.504 ragazzi su un totale di 1.072 progetti.
Il Rapporto Giovani 2014 appena pubblicato, che riporta gli esiti di una ricerca condotta nel 2014 su un campione di 1.783 persone, ci dice che il 79,5% dei giovani italiani considera favorevolmente il “servizio civile universale”, come previsto dalla Legge delega di Riforma del Terzo Settore. Sotto questo profilo la Presidenza Italiana dell’Unione Europea ha rappresentato un’occasione formidabile per intervenire e indirizzare le politiche comunitarie sul fronte del servizio civile.
Una forte spinta verso la costruzione di un servizio civile europeo è stata lanciata organizzando una serie di iniziative pubbliche quale momento di dibattito e approfondimento delle tematiche, sia portando all’attenzione del Consiglio dei Ministri della Gioventù, che si è tenuto a Bruxelles il 12 dicembre scorso, un primo progetto per introdurre nella UE un vero e proprio servizio civile volontario europeo.
Pur nella consapevolezza delle diversità esistenti nei Paesi, l’idea di costruire uno spazio europeo - che non sia solo quello della politica e delle istituzioni ma anche quello di una società civile che coinvolga i giovani -rappresenta una forte sfida per il futuro. Una nuova identità europea può nascere dall’energia delle nuove generazioni e dal rafforzamento dell’appartenenza al comune spazio di valori e di istituzioni.
Un importante giornale francese ha scritto di come i politici siano chiamati, in questo preciso momento di emergenze culturali e sociali, ad intraprendere iniziative innovative per i giovani al fine di coinvolgerli nella costruzione di un nuovo “sogno europeo”. Per questo “sogno europeo” è tempo di dar vita ad una sorta di Erasmus del Servizio civile.
Un primo tassello è stato posto con il progetto Sperimentale “IVO 4 ALL” - di cui l’Italia è capofila e partner insieme a Francia, Germania, Lituania, Lussemburgo e Regno Unito - che mira a sviluppare l’internazionalizzazione dei sistemi nazionali di volontariato e a individuare misure per garantire l’accesso al Servizio civile ai giovani con minori opportunità. Il Progetto, finanziato per circa due terzi (€ 2.912.536) da fondi europei e per un terzo dagli Stati partecipanti, consentirà a 100 ragazzi italiani volontari del Servizio civile di partecipare alla sperimentazione e di svolgere una esperienza formativa forte sul piano individuale e sul piano sociale.
In conclusione, la prospettiva che vogliamo proporre è una grande “leva volontaria di pace” degli Stati europei per dar vita ad una forza di pace interna, di costruzione di bene comune europeo, che veda protagonisti convinti gli adulti che animano le Istituzioni e le associazioni e i soggetti del Terzo Settore più persuasi e disponibili ad una nuova stagione di impegno comune. Ma soprattutto i giovani europei, le forze vive del Vecchio Continente, chiamate ad un progetto di futuro concretamente solidale, quotidianamente condiviso e difeso!
A cura di Luigi Bobba