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Semaforo verde per il razzo Terran 1

10/10/2022

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A seguito del posticipo invernale, finalmente il Terran 1 è stato lanciato il 2 giugno dal Kennedy Space Central di Cape Carneval (Florida, US). Si tratta di un razzo riutilizzabile progettato per spingere carichi fino ad una tonnellata di peso nello spazio. Non è però un vettore come tanti altri: il Terran 1 è stato realizzato mediante l’utilizzo di enormi stampanti 3D chiamate Stargate. Il vantaggio? 
La possibilità di stampare quasi un intero razzo a una frazione del costo e dei tempi standard previsti nel settore e di automatizzare parti del processo di produzione, introducendo più modifiche basate su software che possono essere apportate velocemente. In futuro probabilmente si potranno stampare anche parti di ricambio dell’ultimo minuto, senza attendere i fornitori. Terran 1 è un progetto sviluppato da Relativity Space, una startup di Los Angeles, fondata da Tim Ellis e da Jordan Noone, partendo dalla consapevolezza che le società della space economy non sfruttassero al meglio il potenziale della stampa 3D. I test preliminari si sono conclusi l’ultima settimana di maggio per poi successivamente trasportare il materiale da una struttura a Long Beach (California, US) al sito di lancio di Cape Carneval.

La prima missione (dal nome “Good Luck, Have Fun”) in partenza dal sito LC-16 (Launch Complex 16), ha avuto uno scopo puramente dimostrativo, non trasportando alcun carico significativo. Ad osservarne l’esito erano presenti anche funzionari della National Aeronautics and Space Administration (NASA). Relativity sta inoltre studiando la realizzazione del nuovo Terran R.

​Parliamo di un razzo a due stadi completamente riutilizzabile, alto 60 metri, in grado di trasportare oltre 20 tonnellate di carico utile in orbita terrestre bassa, ossia 16 volte più potente del primo Terran 1 e molto simile come capacità al celebre Falcon 9 di SpaceX.

Anche in questo caso il processo produttivo vedrà come protagoniste le Stargate, realizzando il tutto presso la “Factory of the Future”. In programma per quest’anno ci sarebbero almeno altri 3 voli: il secondo prevederebbe un contratto da tre milioni di dollari per il trasporto di un carico non specificato, come parte del programma Venture Class Launch Services (VCLS) della NASA. Tale programma ha come obiettivo quello di incentivare lo sviluppo di veicoli spaziali per il lancio di satelliti nell’orbita del nostro pianeta, con contratti per un totale di 16,7 milioni di dollari appaltati a 12 startup selezionate (tra le quali Relativity Space). I dettagli del terzo lancio sono sconosciuti, ma Tim Ellis ha dichiarato in un’intervista che trasporterà un carico per un cliente non ancora rivelato.

Al momento la società ha cinque stampanti 3D su larga scala e cinque stampanti più piccole, ma prevede di raddoppiare le aree di produzione nel prossimo futuro, così come di migliorare le tecnologie. Negli ultimi anni l’azienda è cresciuta molto, arrivando ad aumentare la sua forza lavoro di cinque volte. Ma i razzi 3D di Relativity Space, devono confrontarsi con un mercato affollato da concorrenti di tutto rispetto, come la Space Exploration Technologies di Elon Musk. Inoltre, 1,3 miliardi di dollari di finanziamento sono arrivati dai “sostenitori” della startup californiana, tra cui l’investitore miliardario Mark Cuban, le società d’investimento Blackrock e Tiger Global nonché l’attore Jared Leto. Le premesse al momento sono ottime. 
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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