Siamo nel cantiere del grattacielo RCA, che diventerà il principale edificio del Rockfeller Center (oggi proprietà e sede di General Electric). Il grattacielo è quasi ultimato: gli operai sono al 69esimo piano, intenti a consumare la pausa pranzo.
Nasce così Lunch Atop a Skyscraper, la fotografia del celebre pranzo in cima ad un grattacielo. Chiariamo subito che non si tratta di un fotomontaggio: la tranquillità con cui gli undici pranzano, fumano e chiacchierano, è autentica! I brividi li abbiamo (solo) noi, che li osserviamo con un misto di meraviglia e preoccupazione, immaginando il vuoto sotto i piedi e il vento spirare a quell’altezza.
Lo scatto è diventato uno dei più iconici del XX secolo. Ma chi sono quegli operai? Chi l’autore della fotografia? Per decenni se ne è saputo molto poco.
Gli operai sarebbero perlopiù immigrati europei, irlandesi per la precisione. L’immagine che li ritrae apparve nell’ottobre del 1932 sul New York Herald Tribune, a corredo di un articolo che evidenziava la totale assenza di protezioni e dispositivi per la sicurezza degli operai. Ancora oggi quest’immagine viene spesso associata al tema della sicurezza sul lavoro.
Per anni le stampe della fotografia hanno riportato la dicitura “autore sconosciuto”, ma oggi sappiamo con certezza chi fu a scattare quella foto.
Non fu, come ipotizzato da diversi storici della fotografia, Lewis Hine, sociologo americano che era solito utilizzare la fotografia come mezzo di denuncia sociale. Proprio nel 1932 Hine lavorò per un reportage sul nuovo skyline di New York, una coincidenza che contribuì ad avvalorare la teoria che fosse lui l’autore dello scatto.
Ma una puntuale ricerca portata avanti - con tanto di investigatore privato! - dalla Corbis, l’agenzia proprietaria dei diritti dell’immagine, ha portato alla luce una nuova verità. Scopriamola insieme.
Nel 1995 la Corbis acquistò le fotografie dell’archivio Bettmann, un immenso patrimonio di immagini, moltissime delle quali prive di firma e in attesa di catalogazione. Tra gli scatti “in cerca d’autore”, Lunch Atop a Skyscraper.
Fu proprio questa l’immagine-simbolo che la Corbis scelse per lanciare sui principali giornali americani un’imponente campagna pubblicitaria, che invitava chiunque avesse notizie degli autori o dei personaggi ritratti nelle foto d’archivio a farsi avanti.
Com’era prevedibile, furono in molti a rivendicare la paternità della “nostra” celebre fotografia. A spuntarla fu la signora Joyce Ebbets. Ottantenne, residente in Florida, riconobbe dal giornale quella foto, scattata dal defunto marito Charles Clyde.
Per dimostrarlo, con l’aiuto della figlia recuperò in soffitta alcuni negativi, quelli di fotografie scattate nella medesima giornata del Lunch, meno famose ma sempre con gli operai protagonisti in cima al grattacielo. Tra i reperti, anche una ricevuta con cui il New York Herald Tribune riconosceva a Ebbets ulteriori 1,50 $ all’ora per “risarcire il rischio di lavorare su travi sospese nel vuoto”.
La Corbis mise al lavoro un investigatore privato per mettere a confronto le prove a disposizione. Non ci furono più dubbi: nel 2003 Charles Clyde Ebbets fu riconosciuto autore di Lunch Atop a Skyscraper.
Perché rimase nell’ombra per oltre 70 anni? Probabilmente perché nel 1933 Ebbets, da sempre freelance in giro per gli States, lasciò New York per trasferirsi definitivamente in Florida, dove si interessò, fotograficamente, all’industria del turismo nata negli anni Venti. Un mondo distante dai cantieri di Manhattan e dagli interessi dei potenti newyorkesi.
Altra curiosità. Dall’archivio Bettmann dell’agenzia Corbis sono stati recuperati i negativi di altri scatti di quella giornata sul cantiere, i quali fanno pensare ad una seduta fotografica organizzata: i lavoratori - operai veri! - potrebbero essere stati messi in posa.
Il motivo? Molto probabilmente, il Lunch fu una trovata pubblicitaria per sponsorizzare il Rockefeller Center. Non pare un’ipotesi campata in aria: in un’epoca di piena depressione, con una disoccupazione al 24% e lo scontro presidenziale in corso fra Roosevelt e Hoover, si volle immortalare e mostrare all’America intera lo sfrontato orgoglio di operai ben pagati, intenti a far grande New York, per celebrare la ripresa dell’America dopo il crollo finanziario del ’29.
Ultima riflessione. Uno scatto così celebre, entrato di diritto nella memoria collettiva di ognuno di noi, non poteva certo sfuggire alle divertenti parodie della pop-culture.
Così, al posto degli operai anni Trenta, a pranzare su una trave sospesa nel vuoto troviamo, di volta in volta, i personaggi della serie TV Friends, ambientata proprio a New York, gli investigatori di CSI New York, gli omini dei Lego, i Simpson e i Minions. Tutti, ovviamente, spensierati. Viva il sogno americano!
A cura di Francesca Vinai