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Figli dello Stato, non figli di nessuno

12/4/2016

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35.000 minori senza famiglia vivono fra cooperative, servizi sociali e tribunali. Uno scandalo tutto italiano.
I minori italiani orfani o allontanati dai genitori e parcheggiati nelle case famiglia o nelle comunità sono circa 35.000.
Dati certi non esistono e già questo è uno scandalo clamoroso in un Paese in cui si declama il valore sacro dei bambini.
Questi minori vivono in un mondo di cooperative, servizi sociali, strutture di accoglienza, tribunali in cui circola tanto denaro e troppo interesse privatistico.
Si parla di una spesa annuale di circa 1 miliardo di euro, ma un dato certo non esiste e questo è un secondo scandalo incredibile.
Il Garante dell’Infanzia ha pubblicato finalmente nel novembre 2015 una prima e lacunosa raccolta dei dati che solleva una profonda inquietudine nella coscienza democratica e cristiana del Paese.
Le rette che vengono pagate variano da Comune a Comune, dal sud al nord del Paese in modo irragionevole, da un minimo di 40 euro al giorno sino a casi di 400 euro.
Si presuppone dunque una profonda diversità qualitativa dei trattamenti riservati a questi “figli” sfortunati dello Stato.
La media di permanenza nelle strutture è di circa 3 anni. Gli affidamenti temporanei, che dovrebbero durare al massimo 2 anni, spesso vengono rinnovati sine die.
Su 10.000 coppie italiane che chiedono di adottare un minore italiano, solo 1000 raggiungono l’obiettivo. Si tratta di un dato incredibile.
Il business nel “settore” ostacola le adozioni per la semplice circostanza che ogni adozione è una retta in meno.
I vecchi orfanotrofi sono stati sostituiti con un sistema altrettanto inaccettabile.
Gli scandali sono purtroppo all’ordine del giorno ed emerge una realtà di grande sofferenza in cui i maltrattamenti, gli abusi e le violenze contro i minori, a volte anche disabili, non sono l’eccezione.
Non esistono controlli rigorosi e omogenei sul territorio nazionale, così come i criteri di accreditamento delle strutture di accoglienza sono diversi da Regione a Regione.
Anche sui giudici minorili vi è da evidenziare una realtà opaca. Secondo il servizio dal titolo “Orfanotrofi, umiliati e offesi”, che raccoglie il dossier della Onlus “Finalmente liberi”, ben 211 giudici onorari minorili che ogni giorno decidono su adozioni e affidamenti, sono incompatibili in quanto fondatori, amministratori o dipendenti delle strutture di accoglienza dei minori, in palese violazione di quanto stabilisce il CSM.
I nuovi criteri finalmente chiari stabiliti dal CSM per l’affidamento degli incarichi dei giudici onorari minorili stabiliscono l’incompatibilità con le cariche rappresentative e con rapporti di lavoro nelle strutture di accoglienza dei minori, ma solo a partire dalle nomine del triennio 2017-2020.
Si tratta di una situazione inaccettabile, su cui va acceso un faro di umanità.
I servizi sociali sono insufficienti e lavorano sull’onda dell’emergenza.
Non esiste un registro nazionale delle strutture di accoglienza. La sezione dell’ONU che si occupa dell’infanzia ha denunciato la situazione dei minori orfani o allontanati dai genitori in Italia.
Insomma, è ora che il Parlamento e il Governo si occupino di questa realtà di disagio e sofferenza che interessa 35.000 bambini e ragazzi che sono figli non di nessuno, ma dello Stato.
 
A cura dell’On. Gianni Melilla
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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