Nel 2022 cade il cinquantesimo anniversario della celebre pellicola “Sbatti il mostro in prima pagina“. Il film fu affidato al registra Marco Bellocchio dopo che Sergio Donati abbandonò il progetto, forse a causa di una discussione con l’attore Gian Maria Volontè; egli apportò delle modifiche al copione in collaborazione con il critico cinematografico Goffredo Fofi. |
È affascinante la scelta di inserire all’interno del film spezzoni di riprese reali ad esempio all’inizio vengono inserite le immagini di un comizio anticomunista, oppure l’aggiunta di eventi che hanno avuto luogo durante le riprese, come ad esempio la morte di Giangiacomo Feltrinelli. Inoltre, le vicende legate all’omicidio prendono spunto da un crimine realmente avvenuto: il caso di Milena Sutter, una giovane di Genova uccisa in circostanze simili alla ragazza nel film.
La pellicola è, infatti, uno scorcio degli anni settanta e, in italia, rappresenta uno dei titolli di maggiore importanza del filone di denuncia che caratterizza quel complesso periodo storico. Durante gli anni di piombo a Milano il capo redattore della testata di idee politiche di destra: Il Giornale, viene informato dell’omicidio di una giovane studentessa. Egli decide di strumentalizzare la notizia e dà inizio ad un’indagine giornalistica che indica come colpevole (ovvero il mostro) un giovane esponente della sinistra extraparlamentare.
Successivamente si verrà a scoprire che il vero assassino non è costui, ma il protagonista minaccia l’omicida così da nascondere la verità e mantenere viva l’opinione publica negativa verso la sinistra fino alle elezioni. La critica definisce la pellicola come un’opera abbozzata, della quale solo una piccola parte è stata definita; inoltre, sottolinea come la corruzione raffigurata sia una grave offesa al diritto del cittadino ad un’informazione veritiera, la quale viene distorta dai media perchè influenzati dal contesto socio-politico nel quale vivono.