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Sanremo: una perla magica nella costa ligure

14/11/2022

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Foto
​Sanremo…. e subito alla memoria ci arrivano le note delle più famose canzoni italiane e il profumo dei fiori, ci immaginiamo fortunati vincitori al casinò, goliardi bagnanti spiaggiati per tintarella, perché Sanremo è Sanremo! 

A cura di Gabriella Tomasi
​Foto di Adriana Pozzo
Sanremo non è solo Festival della Canzone Italiana, troviamo infatti il prestigioso Club Tenco fondato nel 1972 su iniziativa di Amilcare Rambaldi a sostegno della canzone d’autore non solo italiana ma anche internazionale, numerosi sono i dischi e i libri pubblicati dal 1972 così come la “rassegna della canzone d’autore” comunemente chiamata Premio Tenco e nata nel 1974, quindi Sanremo non è solo musica, mercato dei fiori e Casinò, è una cittadina tutta da scoprire, ricca di storia e di cultura.

Per chi non ci è mai stato ma ne ha sentito le lodi, per chi l’ha visitata ma solo di fretta, per chi conosce Sanremo per il clima mite, per la famosa via Matteotti, dove risiede il teatro Ariston sede del Festival e dove sulla nuova pavimentazione della via, oramai zona pedonale, sono presenti le targhe con i vincitori di tutte le edizioni del festival di Sanremo anno per anno e sulla stessa via all’angolo con via Escoffier è in bella mostra la statua di Mike Buongiorno indiscusso presentatore che ha condotto per ben 11 edizioni il famoso Festival della canzone Italiana, la statua è stata donata a Sanremo dalla fondazione MIKE Buongiorno in presenza delle autorità cittadine e di Fabio Fazio venerdì 15 febbraio 2013 per ricordare il legame tra Mike ed il Festival.

Sanremo meta di turismo da shopping, per il mare e per altri innumerevoli motivi, e per chi la vuole conoscere meglio, ecco qualche appunto di viaggio utile ma da approfondire sul posto, perché se è bello sentirne parlare, è ancora meglio viverla e tornare a casa con un pezzetto di vita in più ed un poco di nostalgia Vi accennerò ad alcune mete da vedere e che meritano di essere visitate con l’attenzione doviziosa di uno scolaro affamato di sapienza e famelica curiosità culturale per vivere l’emozione dell’oggi e rivivere con emozione un’epoca passata che ha lasciato un segno indelebile nelle case nelle cose e dopo averle vissute, sono sicura ,rimarranno un po’ anche in voi, non siate dunque semplici passanti, ma fate della vostra visita a Sanremo un’esperienza emozionale da ricordare quando rientrate a casa e con la voglia di raccontarla agli amici… perché è proprio vero che Sanremo è sempre Sanremo.

Il Casinò di Sanremo

Non solo giochi ludici ma anche luogo di cultura e sociale. È nel 1905 che il Casinò di Sanremo apre le porte al pubblico, precisamente il 14 gennaio, un gioiello in stile liberty con un solenne colonnato neoclassico, oggi con quasi 120 anni ma non dimostrati affatto. Conosciuto dai più principalmente per le sale da gioco, il Casinò è anche cultura e sociale. Nato inizialmente per accogliere nelle sue sale private, ricevimenti e feste, successivamente vi inserirono giochi d’azzardo con tavoli verdi, giochi di carte come il poker, lo chemin de fer, ed ancora slot machines con jackpot ricchissimi e roulettes, il tutto ne fece aumentare la sua notorietà tanto da portare in visita personaggi internazionali come Faruk d’Egitto e l’attore Vittorio De Sica, ma non furono i soli, furono tantissimi i personaggi della cultura e dello spettacolo che si giocarono cifre da capogiro… erano altri tempi, infatti oggi gli ospiti del Casinò sono per lo più giocatori occasionali più o meno giovani della serie giocata veloce e meno abituale.

Nella sua prima fase, l’apertura si limitava solo ad alcuni mesi all’anno, finché Luigi De Santis nel 1928 ne prese il controllo ospitando non solo attività ludiche ma anche concer ti, rappresentazioni teatrali, spettacoli, feste da ballo e tante manifestazioni benefiche, portandolo così alla gloria. Pier Bussetti tra il 1950 e il 1952 ne prese la gestione e fu proprio lui ad organizzare nel giardino d’inverno del Casinò le prime due edizioni del Festival della canzone italiana, il 29 gennaio del 1951 infatti si tenne quasi inosservata la prima serata e furono poco più di 200 persone che durante la cena distrattamente ascoltarono le canzoni in gara.

A consacrala fu la diffusione radiofonica, che la portò al successo a livello internazionale. Nel 1976 l’ormai famosissimo festival di Sanremo si spostò aprendo il sipario sul palco del teatro Ariston ed ancora oggi è lì che si svolge. Ma il casinò continuò in gloria tanto che tra il 1960 ed il 1962 la dea fortuna portò migliaia e migliaia di visitatori surclassando i concorrenti francesi raggiungendo da solo l’incasso dei tre maggiori casinò della Costa Azzurra.Dal 2004 si svolge il circuito di poker sportivo, l’EPT Sanremo (European Poker Tour) a cui partecipano i migliori giocatori provenienti da tutto il mondo.

​Ancora oggi ospita importanti eventi, rappresentazioni teatrali e balletti, resi ancora più ricercati grazie alla famosa Orchestra Sinfonica presente stabilmente all’interno del Casinò. Vi è ancora molto da scoprire ed è per questo che la direzione della sala da gioco organizza visite guidate, dove oltre che ammirare le meravigliose sale, svelano i particolari stuzzicanti della storia. Ancora oggi, l’azzardo ed il lusso attraggono turisti e visitatori di ogni luogo, vicino e lontanissimo.

Il Forte di Santa Tecla: da carcere a museo.
Non si può passeggiare lungo il porto vecchio a Sanremo senza vedere una fortificazione e notando bocche di cannone rivolte alla città non chiedersi di che fortezza si tratta. Situato nei pressi del porto vecchio di Sanremo, utilizzato sino a pochi anni fa come Carceri Giudiziarie, si trova il Forte di Santa Tecla che deve il suo nome alla reliquia di Santa Tecla sulla quale fu posata la pima pietra della costruzione. È un bellissimo esempio di fortificazione militare ligure del 700, uno dei pochi rimasti intatti sulla costa ligure e il suo nome originario era Fortezza di San Giorgio e fu la Repubblica genovese che contrastava l’aspirazione commerciale e marinara di Sanremo a volerne la costruzione, a seguito di una rivolta popolare sanremasca che aveva chiesto l’annessione al regno di Sardegna, dopo la guerra di successione austriaca. La costruzione del forte fu fatta principalmente per intimidire la popolazione sanremasca ribelle e non tanto per la difesa della città, infatti si possono notare le bocche di cannone rivolte verso la città oltre che verso il mare. Venne approvato nel 1753 dopo due tentativi falliti il progetto dell’ingegnere militare Giacomo De Sicre e il 6 luglio del 1754 si posò la prima pietra, evento a cui non partecipò la popolazione dato che la costruzione prevedeva la demolizione di parecchie abitazioni.

Sviluppato su tre piani, con potenza di fuoco di 16 pezzi di artiglieria disposti sui baluardi anteriori e altri 5 più piccoli sul bastione posteriore, poteva ospitare più di 80 soldati, i lavori finirono nel marzo del 1756 dopo soli 11 mesi di lavoro. La popolazione festeggiò nel 1796 con l’occupazione della fortezza da parte delle forze napoleoniche, che se ne impadronirono senza combattimenti, togliendo loro il secolare giogo genovese e nell’occasione venero abbattuti parte degli spalti ottenendo così un più comodo accesso dal molo. Rimase però il simbolo dell’autorità di Genova sulla riviera di Ponente.

Nel 1815 la Liguria passò al Regno di Sardegna e il Forte di Santa Tecla fu adibito a caserma per la fanteria sabauda, successivamente nel 1835 a caserma dell’arma dei Bersaglieri poi nel 1864 divenne Casa Circondariale di pena fino al 1997, con eccezione di due interruzioni, infatti fu base per idrovolanti tra il 1915 e il 1918 e durante l’occupazione tedesca dal 1943 al 1945 deposito di munizioni. Col trasferimento del carcere in altra sede, e dopo essere stata assegnata alla Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici della Liguria, la fortezza è stata consegnata al Polo museale della Liguria il 31 marzo 2016 con firma del protocollo d’intesa con il comune di Sanremo e dall’estate del 2016 aperto alla città con mostre e iniziative culturali.

Nel dicembre 2019 è divenuto direzione generale musei. Entrando oggi si respira aria di passato e di futuro. Varcato il maestoso ed imponente portone in legno, una scenografica copertura in vetro e acciaio valorizza il cortile interno lasciando intravedere il cielo. Si accede alle ex celle dei detenuti attraverso una scala in legno e si prosegue in una camminata panoramica godendo della vista a 360° della città e dove è già stato progettato un ristorante, la location è suggestiva per cene romantiche a lume di candela.

Sanremo Città Vecchia, gioiello storico della città dei fiori
Chiamata La Pigna per la sua forma caratteristica delle vie e fortificazioni che ricorda le squame di una pigna, appunto, è il secondo centro storico ligure per dimensione. Va visitata esclusivamente a piedi, comincia da piazza Cassini e prosegue salendo fino al santuario della Madonna della Costa, il principale edificio religioso della città. Funge da divisione fra città moderna e città antica l’arco di pietra in stile gotico, la Porta Santo Stefano ed inizia da qui la passeggiata nella Pigna. A breve distanza l’una dall’altra si susseguono altre porte, realizzate durante l’ampiamento della città nel corso dei secoli, insieme alla cerchia di mura innalzate per adeguare la difesa dei cittadini dalle incursioni dei pirati barbarici, già presenti nelle coste liguri nel corso del Cinquecento. Ci si trova a camminare in un intreccio di vicoletti coperti, piazzette e case a schiera sostenute da contrafforti, angoli caratteristici, volte e scalinate sconnesse, dove è possibile trovare piccolissimi negozi di artigianato, mini-negozi di alimentari, o trovare finestrelle aperte anche sul nulla ma dalle quali si vede un panorama suggestivo e colori ovunque, percorsi prima di noi da personaggi storici di fama come Napoleone nel 1794 per citarne uno, quindi emozioni e sensazioni per un turismo di nicchia.

La storia si sente e si vive in ogni scorcio, ad ogni gradino salito, ogni portoncino sia nuovo che antico parla ancora della gente di ieri. Tante sono le chiesette presenti alla Pigna, ne cito una che mi ha affascinata, senza nulla togliere a tutte le altre, è la Chiesa di San Giuseppe ultimata nell’800 ma di origine seicentesca, fra le più sfarzose del borgo riserva qualche curiosa sorpresa.

​La statua del santo è presente sopra il portale esterno, è sicuramente eclettica la decorazione all’interno dove al centro della cupola è presente lo stemma di Sanremo a testimoniare l’importanza civile della chiesa che ospitava le riunioni delle confraternite dei Muratori, nella cappella a sinistra dell’altare e le confraternite degli Agricoltori nella cappella a destra ed al centro del presbiterio un altare di pietra, somigliante ad un antico sarcofago, era in origine un abbeveratoio per muli e cavalli presente nel parcheggio delle carrozze alla stazione ferroviaria dal 1928, verso gli anni 50 la stazione venne chiusa con lo scomparire delle carrozze ed il parroco di San Giuseppe decise in modo originale di dargli il “ruolo” di altare portandolo all’interno della chiesa, ma non è l’unica originalità presente, infatti, era in origine un pozzo da giardino la fonte battesimale posta accanto alla cappella di destra. Oltre alle ricche decorazioni, affreschi, statue, stucchi e marmi, non mancano pregiatissime opere d’arte come l’altare maggiore in marmo, opera dell’ingegnere Soli che ha progettato anche alcune delle ville più eleganti della città.

La Porta San Giuseppe, è fra i più begli esempi di architettura medievale, si trova a fianco della chiesa e si può osservare ancora integra oltre al portone in legno, la “caditoia”, ossia l’apertura a tre bocche da cui in epoca medioevale si faceva colare l’olio bollente sugli invasori e sempre a fianco della porta si trova una fontanella dove al di sopra è posta una grandissima pigna di pietra a rappresentare il simbolo del borgo. Non basta sicuramente un giorno per visitare con attenzione questo stupendo borgo, ma vi assicuro che anche poco vale la pena di essere visto ma soprattutto vissuto con la fantasia tornando indietro nel tempo.
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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