Prima di tutto senza euro torneremmo ad avere sovranità. Oggi lo Stato è svuotato di ogni autonomia decisionale dalle direttive di Bruxelles e della BCE. Con una moneta nostra invece potremmo tornare ad esportare e, soprattutto, a produrre. Il meccanismo è semplice: se esporto di più devo produrre di più, se produco di più creo più lavoro, se c’è più lavoro le persone si liberano dalla logica del ricatto e si riappropriano del bene più grande che ci hanno tolto, il futuro.
Su Twitter ha dichiarato: “I confini esistono, e vanno difesi. I popoli vanno aiutati, a casa loro”. Sulla scacchiera della politica immigratoria, qual è la mossa da “scacco matto”?
Non una, ma due mosse coordinate. In patria ripristinare il reato di clandestinità cancellato da PD e M5S con tutte le conseguenze del caso: dai respingimenti ai rimpatri. Nel contesto internazionale invece promuovere non le guerre, non gli embarghi economici contro i nostri alleati come la Russia, ma finalmente una vera, pacifica, paritetica cooperazione con i paesi meno sviluppati.
I sondaggi confermano la sua crescita di consensi sul web e sui social media. Qual è il segreto del suo successo?
Se c’è un segreto non lo so nemmeno io. Forse perché siamo rimasti i soli a sostenere che, ad esempio, “un figlio nasce se c’è una madre e un padre e non un genitore 1 e 2” oppure a sottolineare che in un paese con il 42% di disoccupazione giovanile non c’è posto per nuovi immigrati. Probabilmente cresceremo ancora di più quando rimarremo gli unici a dire che 2+2 fa 4.