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Rivoluzione eCall

20/7/2015

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Rientra nel progetto UE finalizzato al miglioramento progressivo della sicurezza stradale in Europa, con l'intento di salvare 2.500 vite all'anno ed un risparmio economico di 26 miliardi di Euro. 
Le statistiche di proiezione dicono che dal 2010 al 2014 il numero delle vittime nel vecchio continente è diminuito del 18,2% (5.700 vittime all'anno in meno, nel 2009 erano state più di 35.000). Interpretando le statistiche, però, si rileva che nel periodo tra il 2001 ed il 2010 la mortalità per incidenti stradali si è sì dimezzata, ma nel 2014 il tasso di diminuzione è stato solo del 1%. In testa il Regno Unito e la Svezia, e dati confortanti anche per quando riguarda l'Italia, la Grecia ed il Portogallo, seguiti da Danimarca, Spagna, Croazia, Slovenia, Cipro, Repubblica Ceca e Malta.  Male invece Bulgaria, Lituania, Romania e Lettonia.
Il 28 aprile il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza l'adozione del dispositivo “eCall”. Entro il 31 marzo 2018 tutte le auto ed i furgoni leggeri circolanti su tutto il territorio dell'Unione dovranno esserne equipaggiati, tutte le auto di nuova produzione ne saranno dotate.
Come funziona l'eCall? Permetterà di effettuare chiamate di emergenza in caso di sinistri in automatico al 112, numero unico europeo per i soccorsi. Attraverso il dispositivo saranno inviate le coordinate geografiche relative al veicolo incidentato, sarà rilevato il tipo di veicolo così come il numero di passeggeri a bordo dello stesso ed il tipo di carburante presente.
I dati rilevati saranno visibili solo ai mezzi di soccorso, ambulanze e vigili del fuoco, e verranno in seguito cancellati. Si ritiene che, con l'introduzione dell'eCall, il numero dei decessi causati da incidenti stradali possa diminuire di un altro 10%, grazie alla prevista maggiore tempestività nell'arrivo dei soccorsi, con tempi che dovrebbero ridursi del 50% nelle zone rurali e del 40% nelle zone urbane.
Entro tre anni il Parlamento europeo deciderà se il provvedimento debba essere esteso anche ai mezzi pesanti (Tir, autobus e grandi furgoni).
Già nei prossimi mesi la Commissione dovrebbe mettere a punto un nuovo piano, ma sembra davvero piuttosto difficile che entro il 2020 si possa ottenere un miglioramento pari al 31,8%.  

A cura di Silvia Gironi
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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