Un ritratto ci parla attraverso uno sguardo tagliente, un sorriso accennato o un timido broncio. Restituisce gioie, promesse o inquietudini.
Come rendere al meglio le emozioni di un volto che inquadriamo con la fotocamera?
Innanzitutto, prima di scattare è fondamentale creare empatia con il soggetto, per metterlo a suo agio. Soprattutto se vogliamo ritrarre qualcuno che non è abituato a posare per un fotografo, è bene coinvolgerlo nel “gioco” e relazionarsi con lui per allentare la tensione.
Almeno all’inizio dovremmo chiedere al soggetto di non guardare nell’obiettivo ma altrove: uno stratagemma che lo renderà meno rigido, per un risultato di naturalezza e spontaneità.
In ogni caso, occorre pazienza: la sfida del ritratto sta nell’intuire l’anima che sta dietro un volto, nel tirar fuori la persona. Servono sintonia tra fotografo e soggetto, oltre che tempo; gli scatti migliori arrivano sempre alla fine di una “seduta fotografica”.
Poi, come sempre accade quando ci accingiamo a fotografare, è fondamentale avere cognizione delle condizioni di luce e sfruttarle al meglio.
Evitiamo le ore centrali delle giornate di sole pieno, quando la luce è dura, con forti contrasti tra zone assolate e in ombra.
I ritratti migliori sono quelli realizzati con una luce morbida, omogenea. Per esempio dentro casa, con il soggetto vicino ad una finestra, illuminato diffusamente dai raggi di sole filtrati da una tenda.
Impariamo anche a ruotare il soggetto in base alla posizione della sorgente luminosa, per risaltarlo al meglio.
Non solo. Il punto di vista della nostra inquadratura cambierà la percezione finale del soggetto. Proviamo a fotografarlo, anziché alla sua altezza, mettendoci più in basso di lui: gli daremo slancio e importanza.
Dobbiamo poi decidere se riprendere il soggetto a figura intera, con piano americano (fino alle ginocchia), a mezzo busto o in primo piano. Particolarmente efficace può rivelarsi il primissimo piano, che taglia una piccola porzione superiore della testa, con il risultato di focalizzare l’attenzione sul viso, sugli occhi in particolare.
Anche la scelta dell’obiettivo da montare sulla fotocamera è molto importante. Il più adatto per i ritratti è un mediotele - 100 mm ad esempio - che riduce la profondità di campo, consentendoci di isolare il soggetto su uno sfondo sfocato.
Ovviamente, a determinare una maggior sfocatura dello sfondo non è solo la lunghezza della focale. Occorre anche aprire il diaframma e avvicinarsi per quanto possibile al soggetto.
Un obiettivo grandangolare, invece, è preferibile nel caso di un ritratto ambientato, in cui il soggetto è fotografato in un contesto, ad esempio architettonico, che si vuole contenere nell’inquadratura.
Evitiamo, però, di ritrarre il nostro soggetto con un bidone dell’immondizia alle spalle o con un cartello stradale che pare uscirgli dalla testa. Impariamo a muoverci nello spazio o a chiedere al soggetto di spostarsi.
Infine, ricordiamo che in un ritratto sono fondamentali occhi e mani.
I primi devono sempre essere a fuoco, le seconde - se il ritratto le comprende - non vanno mai tagliate parzialmente dall’inquadratura: anche le mani parlano, a volte più degli occhi!
A cura di Francesca Vinai