Tra le domande che gli intermediari che svolgono attività di consulenza finanziaria personalizzata (Banche, SIM, Consulenti Finanziari) devono somministrare periodicamente agli investitori (questionario Mifid) ce n’è una che riguarda “l’orizzonte temporale” con cui si desidera investire. Breve, medio, lungo periodo. A cura di Fulvio Marchese |
La mente umana è intelligente, competitiva ma anche ricca di pregiudizi nei confronti del denaro e sul come guadagnarlo. Lo studio di questi pregiudizi ha aperto nell’ultimo mezzo secolo un’intera branca accademica in ambito economico e finanziario definita FINANZA COMPORTAMENTALE che sconfina nella psicologia (talvolta nella psichiatria) e chi consiglia come me gli investitori di non compiere errori (prima ancora di tentare di ottenere performances) deve conoscerne a fondo le implicazioni.
Uno dei “bias” (pregiudizio cognitivo) connaturato alla nostra intelligenza e di cui ignoriamo solitamente l’esistenza è il DELAY DISCOUNTING (tradotto “il ritardo dell’attualizzazione”) che si riferisce alla tendenza di preferire una ricompensa più piccola subito disponibile, invece di una ricompensa maggiore, ma per la quale è necessario aspettare: si pensi che l’incapacità di attendere una gratificazione maggiore di quella che si può avere subito è un tipo di impulsività fortemente influenzata dal nostro corredo genetico, cioè è una caratteristica con implicazioni ereditarie! E’ studiata in psichiatria per curare disturbi che coinvolgono le scelte impulsive.
Comprendere “il ritardo dell’attualizzazione” ci aiuterà ad investire meglio? Sono convinto di sì!
Controlliamo l’estratto conto mensile, trimestrale, si apre l’on-line anche giornalmente. “Guardo quanto ho guadagnato o perso oggi”... quanto guadagnerò tra vent’anni dall’investire con una strategia robusta, coerente e di buon senso non è nella nostra quota periscopio, purtroppo.
Le regole per investire i risparmi sono in fondo semplici, ma non è facile applicarle! Il principale ostacolo? …Siamo noi stessi! Nel quadro della Slide 1 (vedi QR per le immagini) si possono apprezzare le performances di diverse macro asset class in $ dal 2011 a fine gennaio di quest’anno. Per ottenere il cambio in euro delle cifre si tenga conto che ad inizio 2011 l’euro valeva 1,3348 $ e a fine gennaio 1,0833 $, circa il 19% di differenza (positiva per chi investe in euro).
In sostanza si può apprezzare con un rapido calcolo come negli ultimi 12 anni (+1 mese) un portafoglio equipesato, quindi diversificato, delle macro asset class della tabella (escluso il bitcoin) avrebbe performato poco meno del +6% medio annuo composto nominale in $ e circa il +7% medio annuo composto nominale in Euro.
Tanto? Poco? Si sarebbe comunque mantenuto il potere di acquisto dei risparmi degli scorsi 12 anni (inflazione pari all’1,81% annuo – vedi Slide 2 (scannerizza QR per le immagini) nonostante l’altissima inflazione avuta nel 2022) oltre ad un rendimento reale positivo di oltre 4 punti. Ognuno può confrontare quanto ottenuto nello stesso periodo dai sui investimenti. Consiglio sempre il confronto del rendimento reale IRR al netto dell’imposizione fiscale sul capital gain.
Tornando alla domanda sull’orizzonte temporale del questionario Mifid, 12 anni li consideriamo breve, medio o lungo periodo?
In una vita intera si investe per 40, 50, financo 60 e più anni… eppure 12 anni sono normalmente giudicati dagli investitori “lunghissimo periodo”. Colpa del “Delay Discounting Bias”.
In effetti per valutare correttamente una strategia di investimento seria ed il processo di diversificazione/decorrelazione/ribilanciamento/ritorni alla media implicito in essa occorrono almeno 15-20 anni. Per questo un bravo professionista di pianificazione finanziaria dovrebbe accettare solo incarichi Life Strategy.
Ai non professionisti è sconsigliato il “fai da Te”: tra i numerosi bias della nostra mente, studiati dalla Finanza Comportamentale, è in agguato L’OVERCONFIDENCE, il pregiudizio dell’eccessiva fiducia... una tendenza a mantenere una valutazione falsa e fuorviante delle nostre capacità, del nostro intelletto, del nostro talento. Una convinzione presuntuosa ed egocentrica di essere più capaci di quanto siamo realmente. Un pregiudizio molto pericoloso in finanza e negli investimenti personali.
Sottolineo ancora che il primo obiettivo del “saper investire” per un risparmiatore è compiere meno errori possibile, non “tentare di guadagnare il più possibile”. Si investe per mantenere il potere di acquisto dei risparmi (recupero dell’inflazione) ed eventualmente per ottenere ritorni reali dopo il recupero inflattivo, positivi.
Ci sono strategie in dollari che investono sui mercati USA che statisticamente dal 1970 hanno ottenuto sempre almeno il 5% reale a 15 anni in qualsiasi anno si fosse cominciato ad investire. Metodologie che, pianificate, consentono di affrontare con serenità qualsiasi congiuntura economica ciclica e relativa volatilità dei mercati, anche per noi italiani, con una sorta di pilota automatico (Slide 3, l’esempio Golden Butterfly, vedi QR).