Quando avevo 6 anni spesso sentivo mio nonno materno Michele, nato nel 1898, chiedere aiuto a mia madre Laura per usare il telecomando della televisione, ovvero "quel diabolico elettrodomestico con emissione di immagini e suoni". Al compimento del mio 16esimo compleanno ricordo ancora mio fratello seduto accanto a mio padre, impegnato ad insegnargli cosa fosse un pc (per farsene acquistare uno!). |
In ambito familiare non è una novità che, soprattutto con l'avvento della tecnologia nella vita quotidiana, nipoti e figli insegnino agli adulti ad accendere, spegnere e usare elettrodomestici ed elettronica di vario tipo.
Perché allora non trasferire queste buone abitudini familiari anche in azienda?
Niente di nuovo sotto il sole transoceanico: in America lo hanno già codificato da alcuni anni nelle più grandi aziende e lo chiamano reverse mentoring: sono programmi di affiancamento, tutoring e formazione in azienda in cui manager, soprattutto top level, trascorrono alcune ore della propria giornata lavorativa con giovani e giovanissimi colleghi, che insegnano loro a navigare in internet, usare i social, costruire profili e reputation sul web. Piuttosto diffuso tra manager americani del settore tech e advertising come General Electric oppure Ogilvy e Mather.
I "nativi digitali" hanno l'innato dono del trasferimento delle loro competenze digitali senza bisogno di frequentare corsi e i nostri giovani e giovanissimi italiani non sono certo secondi ai coetanei americani o australiani. Con internet si è livellata la conoscenza e la condivisione di canali e sistemi digitali di socializzazione e scambio e la velocità di apprendimenti di questi strumenti non ha confini geografici.
Il mercato del lavoro italiano di certo non gode della flessibilità e del tasso di occupazione giovanile americano, dunque non tutte le aziende hanno tra le proprie risorse giovani nativi digitali da affiancare ai più adulti.
Segnalo un’esperienza in corso proprio in tal senso, tra le prime in Italia realizzata da Actl, che sta proponendo alle aziende di accogliere giovani che stanno frequentando un intensivo corso in "Digital Marketing" proprio con l'obiettivo del reverse mentoring.
I vantaggi sono per tutti e su più fronti: il personale delle aziende viene formato a costo zero e pronto per adeguamenti e cambiamenti tecnologici, le aziende si avvalgono di risorse aggiornate e nuove competenze per migliorare performance e obiettivi aziendali, i giovani hanno la possibilità di trascorrere un periodo in azienda arricchendo il proprio cv. Non ci sono costi per le aziende e Actl si occupa di tutta la gestione amministrativa.
Facciamo spazio dunque ai nostri giovani verso il futuro digitale delle nostre imprese!
Tratto da: sportellostage.it/news/ apprendistato – lavoro – formazione
A cura di Marina Verderajme