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Reti d’impresa, la soluzione per le PMI

21/9/2016

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Il contratto di rete può essere la carta vincente delle PMI per competere a livello internazionale.
Condividere risorse, conoscenze e competenze con altre imprese, al fine di accrescere la propria capacità competitiva ed innovativa pur mantenendo la propria indipendenza giuridica.
È questo ciò che offre il contratto di rete alle PMI: la possibilità di collaborare stabilmente con altre imprese, operanti nello stesso settore o in ambiti differenti, permettendo agli imprenditori di mantenere la proprietà dell'impresa.
Oggi per le imprese italiane non è più sufficiente essere concorrenziali a livello regionale e nazionale per garantirsi la sopravvivenza nel lungo termine: al contrario spesso si trovano a dover competere con multinazionali attive a livello globale o con imprese stabilite nei Paesi emergenti, che possono godere di un costo del lavoro di gran lunga inferiore rispetto a quello delle PMI italiane.
Le imprese made in Italy devono dunque cercare di aumentare la loro capacità competitiva, per essere in grado di far fronte alle sfide presentate dai mercati internazionali e garantirsi buoni livelli di redditività nel medio-lungo termine.
Le imprese del nostro Paese manifestano una sempre maggiore attenzione verso le aggregazioni aziendali, ovvero forme di collaborazione tra imprese diverse, con lo scopo di accrescere il valore delle aziende coinvolte, conseguendo vantaggi dal punto di vista economico-finanziario, tecnico-produttivo ed innovativo, tali da permettere alle PMI italiane di sopravvivere in un contesto competitivo globale.
Tale necessità è stata recepita dal legislatore che nel 2009, con la Legge n. 33/2009 ha introdotto nel nostro ordinamento il contratto di rete, fornendo dunque alle imprese del nostro Paese uno strumento in grado di formalizzare rapporti di collaborazione e cooperazione volti a mettere in comune risorse e competenza, per accrescere la reciproca capacità innovativa e la competitività sul mercato.
Il contratto di rete è uno strumento molto flessibile: il legislatore sia con l'intervento normativo del 2009 sia con le modifiche in seguito apportate ha lasciato grande libertà alle imprese che vogliano usufruire di questo strumento. Le parti aderenti possono decidere se:
  • prevedere un organo comune, incaricato di gestire in nome e per conto dei partecipanti l'esecuzione del contratto;
  • dotare la rete di un fondo patrimoniale comune;
  • prevedere l'adesione di nuovi partecipanti.
La libertà concessa dal legislatore, fermo restando la necessità di redigere il contratto per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, risponde alle esigenza degli imprenditori italiani: mettere in comune risorse e conoscenze, pur mantenendo il controllo del proprio business.
Il contratto di rete è uno strumento molto apprezzato dagli imprenditori italiani ed è in costante crescita: secondo gli ultimi dati di InfoCamere, aggiornati ad agosto 2016, i contratti di rete stipulati sono 2.999 e coinvolgono oltre 15.000 imprese italiane.
Tali dati dimostrano come il contratto di rete sia uno strumento particolarmente apprezzato dal cuore pulsante dell'economia italiana: le piccole e medie imprese.
 
A cura di Elisa Gariglio
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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