Dalla stessa emergeva che più del 60% delle imprese italiane non redige un vero e proprio “business plan”. Per molti degli intervistati, si rilevava dall’indagine stessa, il business plan c’è ma ha come orizzonte temporale meno di due anni, quando, in realtà, dovrebbe estendersi ad un periodo di almeno 36 mesi.
Segno che mancano strategie definite, che si naviga a vista e si lavora in perenne emergenza. Un modo, questo, che non porta certamente a competere ma al possibile disastro.
Il business plan non è solo uno strumento di gestione, ma lo strumento che permette di definire e condividere la strategia dell’azienda.
La confusione strategica, tra l’altro, mina l’entusiasmo e la fiducia dei dipendenti, che si rivelano, a detta degli stessi manager intervistati, “passivi, poco collaborativi o addirittura ostili alla proprietà e al management”.
Il business plan consente alle aziende di capire dove vogliono andare. Senza, non c’è vantaggio competitivo.
Non bastano gli obiettivi a uno o due anni per poter incidere sulla realtà e sul cambiamento. Tale carenza costituisce una delle ragioni più importanti che sovente bloccano l’assegnazione dei Fondi europei alle imprese stesse.
Cosa devono fare allora le aziende e i loro manager per competere in modo sano?
Necessitano di due elementi fondamentali: innovare e fare qualità. È lì che si compete, non sul prezzo, che è solo una conseguenza delle prime.
Il punto debole è l’innovazione. L’innovazione si fa con le strategie, con l’organizzazione che permette di fare qualità. I buoni manager devono redigere piani di lungo periodo puntando su strutture organizzative più solide e più moderne.
La risposta che spesso ricevo è che “non c’è tempo”. Il tempo per pianificare va assolutamente trovato. Non è che gli imprenditori non fanno il piano perché non investono. Non investono perché il piano non c’è.
Solo grazie ad una governance più moderna, ma anche maggior formazione, ricerca e internazionalizzazione, si potrebbero conseguire quei risultati tanto cercati e attesi.
Se l’imprenditore, eventualmente affiancato da un professionista, formalizza un ottimo business plan, può richiedere ed ottenere quelle linee di credito necessarie a finanziare la crescita e/o la fase di rilancio della sua impresa.
A cura di Alessandro Delle Cese