É evidente che i riflessi negativi per i danni economici generati dalla pandemia, dalla crisi geopolitica e soprattutto dalla crisi energetica è crescente sono e saranno ancora considerevoli ma la strada per intervenire concretamente per limitarli e per riattivare il ciclo economico del nostro Paese è davanti a noi. Basta percorrerla. A cura di Dario Montanaro |
L’altro tema fondamentale è quello del taglio al cuneo fiscale. Secondo gli ultimi dati (rapporto Ocse ‘Taxing wages 2022’, riferito all’anno 2021), in Italia un lavoratore standard (single e senza figli a carico) è sottoposto a un cuneo fiscale del 46,5%, di cui il 15,3% è rappresentato da imposte personali sul reddito e il 31,2% de contributi previdenziali.
In tal senso nel 2022 si è aumentato a 3000 euro il tetto dei fringe benefits, mentre nel 2023 si è ridotta al 5% l’imposta sostitutiva sui premi di risultato e si è incrementato l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori al 2% per i redditi annui sino ad euro 35.000 e al 3% per quelli sino ad euro 25.000.
Il solco è stato tracciato e bisogna proseguire su questa strada per permettere alle imprese di investire e al contempo ai lavoratori di ricevere retribuzioni adeguate. Fare impresa in Italia è, oggi, una scelta di coraggio e di speranza, e bisogna dare la giusta fiducia a coloro che si assumono il rischio di mettersi in gioco.
Questa fiducia può essere trasmessa riducendo burocrazia e tasse.
Ad avviso di chi scrive si può uscire dall’attuale situazione di difficoltà con una strategia win win.
Tutti vincitori: Stato, lavoratori, imprese, professionisti e sistema economico nella sua interezza.
Le imprese e i professionisti sono maturi per un confronto serio e che abbia, sempre, come obiettivo principale lo sviluppo dell’economia, della produttività e della capacità di produrre lavoro e ricchezza.
Al contempo hanno bisogno di interlocutori che comprendano l’importanza di tali tematiche e che convergano sulle strade da percorrere per raggiungere queste mete.
Con tutti i tavoli e le occasioni di confronto che ha promosso il nuovo Ministro del Lavoro, appare evidente che siamo finalmente arrivati ad una stagione di condivisione di intenti e finalità in cui si ascoltano tutti gli operatori per individuare le proposte che possono rilanciare l’economia e il Paese.
La scelta del confronto è lungimirante perché mai come in questi momenti servono delle scelte che siano condivise da tutti gli attori coinvolti, altrimenti il rischio è quello di inasprire il confronto, di alimentare la tensione sociale e di ritornare ad un modello del passato, basato soltanto su contrapposizione e lotta su ogni fronte.
In definitiva, non servono colpi di genio basta attuare soluzioni logiche e confidiamo che ciò avverrà.