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Quale sostenibilità per la logistica

19/9/2018

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Future Mobility Week: più intelligenza, meno sprechi, meno emissioni.
L a grande manifestazione di Torino, che ha trasformato per due giorni Lingotto Fiere nell’università della mobilità futura con 230 esperti relatori e 25 convegni e workshop, ha dedicato la sua attenzione alle e tematiche più “calde” del settore:  i veicoli intelligenti e sostenibili; l’accesso alla mobilità, la logistica intelligente e sostenibile, le smart road e le infrastrutture, le nuove forme di mobilità urbana, come la mobilità aerea di merci e persone utilizzando veicoli autonomi e guidati a distanza.  

Di particolare interesse sono state le sessioni dedicate al trasporto delle merci e alla logistica sostenibile. 

Ma cosa significa sostenibilità nella logistica? Secondo la definizione dell’associazione SOS Log, partner di Future Mobility Week, affiliata ad Assologistica, essa è un componente della più ampia sostenibilità della produzione di beni ed in particolare contribuisce ad ottimizzare l’energia necessaria per approvvigionare (supply chain), distribuire, usare e smaltire riciclare (logistica inversa) un bene. Quindi,  minimizza gli impatti ambientali per approvvigionare, usare e smaltire e, dal punto di vita umano, migliora l’impatto dei processi logistici sulle persone, la qualità della vita delle presenti e future generazioni e, grazie al guadagno di efficienza, favorisce la competitività degli operatori economici. 

I processi logistici sono tipicamente collaborativi, soprattutto se sottendono l’intero percorso delle merci, a parte dalle materie prime sino al fine vita, al riciclo e al riuso. Da un punto di vista pratico, quindi, le sfide da affrontare e le soluzioni da adottare sono specifiche per ogni operatore logistico, che a sua volta può avere un perimetro di intervento variabile.

Un’azienda GDO, per esempio, può adottare per rendere sostenibili i propri processi logistici delle azioni che la riguardano direttamente ma può anche, grazie al proprio potere contrattuale, spingere i propri fornitori e partner ad adottare a loro volte pratiche e soluzioni più sostenibili.  

A Future Mobility Week Carrefour ha illustrato la propria  strategia di sostenibilità centrata su tre aree; pianificazione, collaborazione, automezzi. Nella prima, l’azienda si è concentrata sul migliorare il servizio alla sua rete, composta da 1100 punti vendita con 8 Centri Distribuzione (CeDi):ottimizzazione dei percorsi, riduzione percorrenze e aumento delle percentuali di carico dei mezzi tramite l’adozione di un’applicazione software sofisticata che tiene conto dello stato del parco automezzi, della congestione della rete viaria, dei
vincoli strutturali interni ed esterni, delle caratteristiche dei prodotti, delle regole in vigore per la distribuzione in ambito urbano e dei livelli di servizio.

Nel campo della collaborazione, Carrefour si è rivolta ai propri fornitori, al settore degli imballaggi e infine
alla logistica inversa per la sincronizzazione degli ordini provenienti da diversi punti vendita e CeDi, è stato
possibile ridurre i viaggi a vuoto e ottimizzare i carichi.

Nel settore degli imballi, è in corso la sostituzione delle cassette di legno e del cartone con contenitori riutilizzabili, che vengono gestiti in modo collaborativo, riducendo al minimo lo spostamento di contenitori vuoti. Infine, ottimizzando i viaggi di rientro per effettuare il ritiro delle attrezzature tecniche e di carta e  plastica, Carrefour è riuscita a ridurre ulteriormente i km percorsi a vuoto. 

Nel campo degli automezzi, le iniziative dell’azienda prevedono di ridurre le emissioni di CO2 del  40%
entro il 2025 e del 70% entro il 2050 rispetto al livello del 2010. In particolare, l’impegno relativo ai trasporti è ridurre le emissioni del 30% entro il 2025.

Nell’immediato Carrefour ha deciso di adottare furgoni elettrici per le consegne a domicilio della spesa in ambito urbano. Ad oggi sono in servizio 40 mezzi 100% elettrici sui punti vendita di Milano, Torino, Roma, Lucca e Firenze che effettuano oltre 600 consegne giornaliere.

Per le medie e lunghe percorrenze, invece, l’azienda ha avviato il passaggio al metano, poiché i veicoli che utilizzano questo combustibile offrono carico ed autonomia elevati e  prestazioni ambientali di rilievo. Se invece di utilizzare gas naturale, si usasse il biometano, le emissioni di CO2 si ridurrebbero del 95% rispetto al Diesel Euro6.

Inoltre, il biometano è parte di un'economia circolare, che consente la valorizzazione locale dei rifiuti 
raccolti dai punti vendita, quindi è anche una scelta di transizione energetica di indipendenza dai 
combustibili fossili. 

La conversione di Carrefour al metano ha promosso l’aggiornamento della stazione di servizio di Beinasco (TO). Il ruolo di Carrefour sarebbe quello del facilitatore per innescare l’avvio dell’economia circolare del territorio.

A cura di Marco Comelli
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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