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Pubblico e privato, chi si ammala di più?

26/11/2015

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​Ce lo svela un’indagine della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro su dati INPS del 2014.
Nel 2014 nelle aziende private italiane ci si ammala meno: rispetto all’anno precedente diminuiscono infatti le giornate di malattia dei lavoratori dipendenti nel settore privato, mentre si registra un leggero aumento nel settore pubblico.
Complessivamente in un solo anno nel settore privato si registrano 1.887.109 giornate in meno di malattia, mentre nel pubblico impiego c’è un leggero aumento di 60.011 giornate.
Si tratta complessivamente di una riduzione corrispondente all’1,69% sulla totalità annua delle giornate di malattia tra pubblico e privato (106,6 milioni di giornate nel 2014 a fronte di 108,4 milioni nel 2013), con un risparmio per le Casse dello Stato di Stato di circa 50 milioni di euro, grazie al risparmio delle giornate da indennizzare.
È quanto emerge, fra l’altro, dall’analisi effettuata dall’Osservatorio nazionale della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro sui dati 2014 anticipati dall’INPS e riguardanti le certificazioni di malattia dei lavoratori dipendenti privati e pubblici.
La malattia rappresenta l’assenza più rilevante che riguarda il rapporto di lavoro dipendente, che ha un impatto nella spesa pubblica di circa 2 miliardi di euro ogni anno (fonte: Rapporto annuale INPS 2014).
Complessivamente nel 2014 sono stati emessi 459.456 certificati in meno rispetto l’anno precedente. Tuttavia, la diminuzione si è registrata soprattutto nel settore privato con 467.603 certificati in meno, mentre nel pubblico impiego si è registrato un aumento di 8.147 certificati. Durante l’anno, il mese di gennaio è quello con il numero maggiore di certificati di malattia emessi sia nel privato (1.380.000 ca) che nel pubblico (690.000 ca).

La tabella 1 riguarda la distribuzione territoriale delle assenze nel loro complesso (settore pubblico e privato) nel 2014. Con il 28%, il Nord-Ovest è l’area geografica con il maggior numero di certificati medici. Seguono il Centro con il 21,6% e il Nord-Est con il 21,1%. Fanalino di coda il Sud, con il 19,2%, e le Isole, con il 10,1%.
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​Come da tabella 2, nel Paese la percentuale di assenza per malattia nel 2014 è pari al 2,04% delle ore lavorabili, in diminuzione rispetto lo scorso anno (2,08%). Ci si assenta di più al Sud (2,65%), mentre l’assenza è minore nel Nord-Ovest (1,81%).
Se si analizza il dato sull’intero territorio nazionale distinguendo il settore pubblico e il settore privato, emerge che la percentuale di assenza è, rispettivamente, pari a 3,01% e 1,8%.
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​La tabella 3 indica la durata della malattia evidenziando che prevalentemente essa si colloca tra i due e i tre giorni, sia nel settore privato sia in quello pubblico, rispettivamente al 31,69% e al 36,19%.
Solo il 18% delle malattie nel settore privato supera i dieci giorni di malattia; lo stesso dato nel settore pubblico si attesta sotto l’11%.
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​La tabella 4 analizza, sempre per il 2014, la distribuzione del numero degli eventi malattia per giorno della settimana in cui ha inizio l’evento di malattia. Si può notare che per entrambi i comparti il lunedì è il giorno in cui è più frequente l’inizio della malattia, con 2.570.447 eventi per il settore privato (pari al 30,32% degli eventi) e 1.321.124 per la pubblica amministrazione (pari al 27,22% degli eventi).
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​Il numero di lavoratori del settore privato che nell’anno 2014 hanno avuto almeno un evento di malattia (tabella 5) è risultato pari a 4.043.542, in maggioranza maschi (56,1%), mentre nel settore pubblico i lavoratori con almeno un evento di malattia nel 2014 sono stati 1.751.713, in maggioranza femmine (69,0%). 
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 Nel settore privato la classe di età dei lavoratori con almeno un evento di malattia nel 2014 con la maggiore frequenza, è quella tra i 40 e 44 anni (16,1%). Nella pubblica amministrazione, invece, la classe di età a maggior frequenza è quella tra i 55 e 59 anni (20,9%). Ciò dipende sia dalla diversa composizione per età dei lavoratori, sia dalle diverse peculiarità dell’attività lavorativa nei due comparti.


A cura di Rosario De Luca

© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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