“Si tratta di un vero e proprio manifesto per la categoria professionale dei revisori legali” spiega infatti Ciro Monetta “che devono rilanciare il proprio ruolo strategico presso tutte le sedi istituzionali, sia nazionali che locali. è bene ribadire che l’Inrl, ancora oggi, rappresenta l’unico ente rappresentativo, in Italia e in Europa, di questa figura-chiave nel mondo professionale e l’associazione che, unitamente all’ordine dei dottori commercialisti ed all’Assirevi, presente al Mef e da questi riconosciuto quale ente formatore. Si tratta di attestati di grande rilievo che ogni singolo delegato deve evidenziare nelle singole realtà locali. E proprio sulla formazione, lo sforzo compiuto dai nuovi vertici ha reso possibile, in poche settimane, grazie anche al prezioso supporto della segreteria dell’istituto, di calendarizzare ben quattro incontri formativi frontali, a Milano, Bari, a Roma e Palermo.”
Accanto all’impegnativa attività formativa, il programma pluriennale dell’Inrl prevede una nuova stagione relazionale col sistema ordinistico: “Intendiamo sollecitare i revisori delegati sul territorio di avviare relazioni costruttive con le altre professioni contabili per realizzare costruttive sinergìe e sempre con i vari delegati provinciali e regionali, l’istituto vuole creare un’efficiente rete che privilegi le piattaforme informatiche, al fine di dare continuità al dialogo tra la base ed i vertici nazionali.
L’obiettivo è quello di avere un revisore dell’istituto nei principali comuni del Paese, che possano interfacciarsi con i delegati provinciali e regionali.”
Così come è pianificata un’efficace azione con il mondo universitario per finalizzare accordi e protocolli d’intesa che sia il miglior viatico per una stretta collaborazione delle realtà accademiche con quelle professionali: “Uno dei nostri obiettivi nell’immediato futuro” precisa infatti Monetta, “è quello di giungere insieme alle più prestigiose università italiane a definire dei master o dei veri e propri percorsi universitari di specializzazione per far conoscere alle nuove generazioni le peculiarità della figura professionale del revisore legale, ben diversa da quella di commercialisti o consulenti del lavoro. Una professione, esercitabile in Italia e nella maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea, con innumerevoli opportunità occupazionali.”
Per completare poi la riorganizzazione interna all’istituto, i nuovi vertici sono intenzionati a costituire un’apposita commissione per uno statuto in linea con le esigenze della professione.
Mentre tra le priorità operative al di fuori dell’istituto, vanno rilanciate le principali istanze della categoria professionale, come ribadito dallo stesso Monetta: “Occorre, da subito, potenziare i rapporti con il nuovo esecutivo e con il mondo politico per portare a compimento l’istituzione della Cassa di previdenza ed il riconoscimento della rappresentanza tributaria oltre a lavorare con il nostro comitato scientifico per la predisposizione di un documento ufficiale da presentare a tutte le forze politiche e governative che possa rappresentare l’ottimale premessa per la presentazione di un disegno di legge che preveda l’equo compenso per i revisori legali, il controllo quantitativo e qualitativo degli incarichi per ogni singolo revisore legale e la proposta di un sorteggio presso il Mef per l’assegnazione obbligatoria da parte di tutti i revisori senior di un incarico di collaborazione, nello svolgimento della professione, per almeno un revisore junior al fine di avviarlo alla professione e poter pensare seriamente al raggiungimento della posizione per l’iscrizione nell’elenco A, altrimenti preclusa dalle attuali situazioni oggettive nelle quali si articola la revisione legale.
Così come è nostra intenzione, conclude Monetta, creare un elenco di iscritti che, non avendo alcun incarico di revisore, vogliano dare la propria disponibilità a collaborare con altri colleghi che già svolgono tale attività, al fine di perfezionare in maniera pratica la propria formazione ed acquisire esperienza lavorativa.”
Il minimo comun denominatore di questa strategia tratteggiata dal neopresidente Inrl, è dunque il proselitismo, declinato in varie forme e modalità, su tutto il territorio, ma anche attraverso una visibilità resa possibile attraverso una capillare attività di relazioni con i referenti istituzionali, con gli amministratori locali e con le singole realtà professionali. Un passaggio obbligato per potenziare l’istituto e, dopo oltre 63 anni di attività e ancor oggi unica associazione sindacale di categoria, renderlo ancor più rappresentativo.
A cura di Andrea Lovelock.