Dopo 13 anni di attività come auditor-certificatore-valutatore si possono tirare delle conclusioni su questo strategico mestiere. Formalmente l’obiettivo di un auditor è attestare il rispetto dei requisiti di un norma volontaria (ISO 9001, 14.001, 22.000, ecc.) all’interno di un’organizzazione attraverso gli Enti di certificazione da cui dipende. |
Questa caratteristica di sapersi immedesimare è fondamentale nell’attuale contesto economico: se qualche lustro fa l’ispettore era visto come un controllore rigido e severo, ora è necessario capire le aziende, ascoltare le loro problematiche e, astenendosi dal ruolo di consulente, dare un valore aggiunto attraverso l’applicazione della normativa di riferimento. Sempre più le aziende richiedono una preparazione sul settore di appartenenza e spiccate doti comunicative da parte dell’auditor. Come in tutti i mestieri bisognare rendere “artistico” quello che si svolge. Raccogliere evidenze oggettive in tutti i processi aziendali, attraverso le interviste ai vari responsabili/operatori, deve permettere di costruire uno schema complessivo che indichi all’azienda il percorso per il miglioramento continuo.
Se da una parte l’auditor deve accertare il rispetto dei requisiti alla norma, dall’altra deve fornire attraverso “costruttive” non conformità il gap che l’organizzazione deve colmare per divenire sempre più competitiva in un mercato sempre più esigente. In tale modo il processo di certificazione è una partnership strategica per il sistema industriale.
Raccontato così sarebbe un mestiere di cui andare orgogliosi ma siamo in Italia, dove può accadere di tutto. E allora è giusto raccontare il malessere che si vive nell’osservare quello che avviene: alcuni Enti di certificazione si affidano ad auditor con poca o nulla precedente esperienza lavorativa in azienda. Verificatori full time pagati sempre meno “spremuti come limoni” perché la politica di riduzione dei costi la fa da padrona. Di questa situazione gli Enti seri soffrono di una concorrenza sleale che sta portando il sistema ad un pericoloso avvitamento, con un peggioramento della percezione di valore aggiunto da parte delle aziende.
Un quadro alquanto complesso, che a breve dovrà confrontarsi con la nuova norma ISO 9001:2015 che prevede l’introduzione di termini come risk-based, business environment, organizational knowledge e risk management.
Le organizzazioni dovranno quindi valutare i cambiamenti di elementi costitutivi del contesto esterno per gestire i rischi e le opportunità, una vera e propria rivoluzione non solo concettuale! L’auditor, come l’azienda, dovrà impegnarsi duramente per comprendere appieno i nuovi requisiti della norma. Identificarsi nell’organizzazione che la deve applicare ed acquisire infine quell’abilità che gli consentirà di valutarne efficacemente l’applicazione. Auguro un buon lavoro a tutti.
A cura di Aurelio Prisco