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Privatizzare Ferrovie dello Stato: "Errore storico”

18/5/2015

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Non posso nascondere il mio disappunto e la mia preoccupazione per l’esito dell’incontro degli scorsi mesi sulla privatizzazione delle Ferrovie dello Stato. Durante tale incontro, promosso dal Ministro Pier Carlo Padoan e dall’allora Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, con la partecipazione dei vertici di Ferrovie dello Stato e degli staff dei ministeri e uffici competenti, si sono predisposte le misure necessarie alla parziale privatizzazione del Gruppo.
La privatizzazione - seppur parziale - del Gruppo, senza preventivo scorporo della rete infrastrutturale, rappresenta un errore storico, destinato a gravare sul futuro delle giovani generazioni. I Ministri, i politici e gli amministratori che stanno promuovendo e assecondando tale perverso disegno, giustificato per mere esigenze di cassa, saranno chiamate per decenni a venire ad assumersene la piena responsabilità politica.
Definirlo “errore” è già un eufemismo. Si poteva parlare al più di errore quando la medesima operazione di vendita senza scorporo è stata posta in essere rispetto a Telecom, anche allora giustificandola per esigenze a breve termine di fare cassa. Le nefaste conseguenze, in termini di concorrenza e di sviluppo della rete, le paghiamo ancora oggi. Esse sono notorie e pienamente conosciute da coloro che si apprestano ad applicare la stessa ricetta, con le stesse probabili conseguenze. Non vi è quindi alcun errore, ma una piena e colpevole volontà.
La rete infrastrutturale ferroviaria è un monopolio naturale, rispetto al quale non può esistere vera concorrenza. È chiaro anche a persone sfornite di qualsiasi competenza economica che non vi è alcun vantaggio nell’avere due linee ferroviarie parallele tra loro in competizione. La concorrenza si può invece creare tra i diversi operatori di trasporto ferroviario, facendoli competere ad armi pari nell’uso di una rete che è e resta unica. Sono noti e discussi i limiti e le possibili inefficienze dei monopoli pubblici. Su un punto pare invece esservi un generale consenso tra gli economisti e gli esperti di regolazione: un monopolio pubblico è comunque preferibile ad un monopolio privato. Inoltre, la gestione della rete porta con sè un patrimonio di dati ed informazioni che non devono essere in mano di soggetti privati ma in mano pubblica. La gestione di tali dati in modo aperto, OpenDATA, fornirà nei prossimi anni opportunità di sviluppo e di risparmio, nonché di ottimizzazione e razionalizzazione del trasporto. 
Sono favorevole ad una ragionata liberalizzazione dei servizi ferroviari. A tal fine, può essere sensato privatizzare parzialmente, tramite progressivo unbundling, le Ferrovie dello Stato, ma tale privatizzazione deve riguardare i servizi di trasporto, a cominciare dal trasporto merci. Il gestore della rete ferroviaria deve invece rimanere indipendente, terzo e imparziale: RFI deve pertanto rimanere in mano pubblica al 100%. Mi opporrò con decisione a privatizzazioni illiberali, funzionali alla costituzione di monolitici blocchi di potere privato (o pubblico-privato), tali da ostacolare la concorrenza ed ingessare il mercato italiano per decenni, in contraddizione con qualsiasi teoria economica moderna e con i principi fondamentali dell’integrazione economica europea.
Non sarò complice di un’operazione economica inequivocabilmente diretta contro il mercato, contro l’interesse nazionale e contro il popolo.

A cura di On. Ivan Catalano
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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