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Privacy e sanità: allarme

21/3/2021

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​C’è chi sostiene che da gennaio 2021 i dati contenuti nel Fascicolo Sanitario Elettronico saranno disponibili a centinaia di migliaia di operatori sanitari, che potranno accedervi senza il nostro consenso: è davvero così? 
La voce di una presunta “schedatura sanitaria”, così com’è stata chiamata in diversi titoli allarmistici, ha iniziato a circolare a fine 2020, accusando il Fascicolo Sanitario Elettronico, in breve FSE, di non rispettare la privacy dei cittadini. Gli artefici di questa disinformazione pubblica indicavano come “colpevole” il Decreto Rilancio di maggio 2020, poiché autorizzava “tutti gli esercenti delle professioni sanitarie” alla consultazione dei dati dei nostri FSE e invitavano i cittadini a negare tale consenso entro l’11 gennaio 2021 per evitare una possibile classificazione in base alla storia vaccinale. Per cercare di chiarire meglio la questione, facciamo un salto indietro e vediamo cos’è questo “misterioso” Fascicolo Sanitario Elettronico.

Da qualche anno ormai la sanità pubblica italiana ha iniziato un processo di digitalizzazione, adottando diversi nuovi strumenti, come le ricette elettroniche che consentono al medico di inviare la prescrizione via e-mail al paziente e di registrarla sul sistema online, accessibile anche dalle farmacie. Il paziente non dovrà più recarsi in studio per ritirare la prescrizione, ma potrà acquistare i farmaci comunicando il numero dell'impegnativa.

Il Fascicolo Sanitario Elettronico è la naturale conseguenza di questa evoluzione digitale e consente ai cittadini di accedere e consultare la propria storia sanitaria, condividendola coi sanitari. La novità si ritrova proprio nella possibilità di visualizzare tali dati da parte del cittadino, in quanto i medici di base da anni utilizzano questi sistemi elettronici di archiviazione. L’obiettivo è di raccogliere la nostra storia clinica completa per garantire un servizio più efficiente. Immaginate di essere ricoverati in ospedale, lontani da casa. Il medico che vi avrà in cura, dietro la vostra autorizzazione, potrà conoscere i vostri trascorsi e visionare analisi, referti specialistici, esami, lastre, vaccini, gruppo sanguineo e allergie.

L’incomprensione, ovvero la novità introdotta dal Decreto rilancio e mal interpretata da alcuni soggetti del web, è nell’estensione delle tipologie di dati sanitari che andranno ad alimentare il vostro FSE, allargata anche alle prestazioni ricevute in forma privata. Con l’abrogazione del comma 3-bis dell’articolo 11, il caricamento di tali dati da parte delle strutture private e fuori dalla propria Regione di assistenza, potrà avvenire senza il consenso dell’assistito, mentre la consultazione dei dati dovrà sempre essere autorizzata dall’interessato. In merito alla questione si è espresso anche il Garante della Privacy, confermando che “i dati sanitari non saranno accessibili al personale sanitario in assenza di uno specifico consenso del singolo cittadino”.

​Per chi avesse ulteriori dubbi, l’Autorità ha pubblicato sul proprio sito web diversi approfondimenti e una sezione dedicata alle domande e risposte sul FSE. Precisiamo, infine, che le modifiche apportate con il Decreto Rilancio venivano già discusse nel 2019 sotto l’occhio vigile del Garante della Privacy. I presunti abusi denunciati e l’allarme per la schedatura vaccinale sono infondati. I registri vaccinali esisto da decenni: tutti noi siamo in possesso di un libretto cartaceo delle vaccinazioni. Le modifiche introdotte non renderanno pubblici i nostri dati, ma li accentreranno in unico sistema accessibile solo dietro il nostro consenso.  
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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