Le altre due priorità che l’Inrl intende perseguire attraverso una efficace interlocuzione col mondo politico-istituzionale riguarda la titolarità da riconoscere ai revisori per il rilascio del ‘visto di conformità ed una più articolata competenza al fianco delle imprese nel difficile percorso post-covid soprattutto alla luce del recente provvedimento col quale il Governo Draghi ha stabilito il rinvio al maggio 2022 dell’entrata in vigore del codice della crisi e lo slittamento al 2023 delle misure d’alert.
Nello specifico il Decreto del governo contiene la introduzione di un nuovo strumento di aiuto alle imprese in difficoltà, di tipo negoziale e stragiudiziale, e la modifica alla Legge fallimentare con l’anticipazione di alcune disposizioni dello stesso Codice ritenute utili ad affrontare la crisi economica in atto.
Si tratta della composizione negoziata della crisi, che sarà operativo dal prossimo 15 novembre, che rappresenta un percorso meno oneroso rispetto a quello molto articolato del codice della crisi, con il quale si intende agevolare il risanamento di quelle imprese che, pur trovandosi in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario tali da rendere probabile la crisi o l’insolvenza, hanno le potenzialità necessarie per restare sul mercato, anche attraverso la cessione dell’azienda o di un ramo di essa.
è bene precisare che l’utilizzo di questo strumento non è stato vincolato alle dimensioni dell’impresa purché ci sia l’iscrizione al registro delle imprese, comprese le società agricole. In buona sostanza, con tale decreto, l’Esecutivo intende quindi dare alle aziende la possibilità di avvalersi di un esperto, un professionista specializzato nelle ristrutturazioni aziendale, provvisto di specifiche competenze e indipendente, che dovrà agevolare il risanamento dell’impresa.
Il percorso della composizione negoziale è esclusivamente di tipo volontario ed è dunque attivabile solo dalle imprese che decidono di farvi ricorso. Inoltre è previsto che gli organi di controllo societari, in presenza di una situazione di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario, segnalino all’imprenditore l’esistenza dei presupposti per ricorrere alla composizione negoziata, dovere che rientra nell’articolato del codice civile. Ebbene in tale contesto l’esecutivo guidato da Mario Draghi ha escluso dal ruolo di negoziatore il revisore legale che non rientra nel sistema ordinistico, generando un crescente disappunto all’interno dell’Inrl.
E da qui una netta presa di posizione del Presidente dell’Inrl, Ciro Monetta che ha già svelato le prossime mosse dell’associazione a tutela della categoria: “ci riserviamo di intervenire subito dopo la pausa estiva presso le sedi politico-istituzionali per evidenziare gli elementi discriminanti di questo provvedimento nei confronti di tutti i liberi professionisti, in particolare i revisori non appartenenti al sistema ordinistico, perché se da un lato, si affida ai revisori legali il compito di attenzionare i referenti delle imprese su eventuali anomalie preservando così l’azione di monitoraggio contabile che ci spetta secondo quanto disposto dalle normative europea e nazionale, dall’altro non contempla i revisori tra i professionisti di riferimento per il ruolo di ‘negoziatori’ senza quindi tener conto delle specializzazioni acquisite da tutta la nostra categoria.”
Nel decreto, tra l’altro, viene poi specificato che, laddove l’imprenditore decida di intraprendere questo percorso e chiedere la nomina di un esperto indipendente che valuti lo stato dell’impresa e lo assista per il buon esito della composizione negoziata, rimane sempre e comunque il ‘titolare’ della negoziazione.
In altre parole la presenza dell’esperto non ha dunque l’obiettivo di sostituire l’imprenditore nel dialogo con i suoi creditori o con le altre parti interessate ma diventa soggetto professionale di grande utilità per dare forza e credibilità alla posizione dell’impresa ed a rassicurare i creditori e le altre parti interessate.
è bene poi sottolineare che l’istanza di accesso alla composizione negoziata si presenta attraverso una piattaforma accessibile dal sito della Camera di commercio presso il cui registro delle imprese è iscritto l’imprenditore che la inoltra.
Attraverso tale piattaforma l’imprenditore, prima di entrare nel relativo percorso, può ottenere tutte le informazioni utili sulla composizione negoziata, sulle modalità di attivazione del percorso e sui documenti da produrre con l’istanza di nomina dell’esperto.
Infine, l’inserimento di alcuni dati contabili nell’apposito test dovrebbe permettere ad ogni impresa di comprendere la sostenibilità del debito accumulato tramite i flussi finanziari futuri e dunque la gravità dello squilibrio esistente e la sua eventuale reversibilità.
Ed è proprio su questo passaggio del decreto che si focalizza la contestazione dell’Inrl che sostiene come proprio la conoscenza e l’analisi dei dati contabili, da sempre prerogativa di esperti revisori, può rappresentare il legittimo viatico di una consulenza ed assistenza di alto profilo professionale per le imprese in forte difficoltà nel proprio rilancio o semplicemente nella ripartenza prevista dopo la pandemìa.
A cura di Luca Simeoni.