Quando incontravo persone all’interno dell’azienda il dialogo era più o meno questo: “Ciao. Come vanno le cose?” “Tutto bene. Questa settimana ho fatto diversi appuntamenti ed ho avuto interessanti risposte. Sono fiducioso di raggiungere l’obiettivo che mi sono proposto”.
Mi sono chiesto: ma è soltanto questo il lavoro? Cosa lascia nella vita questo modo di trascorrere circa un terzo del tempo della propria esistenza adulta? Non può esistere un modo di far sì che l’azienda sia anche una palestra di vita, dove imparare ad essere persone libere? E così abbiamo riflettuto su cosa sia la libertà, su come possa diventare l’ambiente di lavoro, su come trasformare questa esperienza in una grande opportunità per evolvere.
Anche perché il lavoro è davvero un’opportunità unica di vivere a lungo con delle persone, con delle mete, con progetti, idee, stimoli trasversali. Perché non coglierla?
La prima cosa che abbiamo fatto è stata ridefinire la nostra Vision: Cooperiamo per la libertà dei nostri collaboratori e per il benessere dei nostri clienti. In fondo la libertà non è un concetto sconosciuto per un’azienda che si occupa di “liberare” l’ambiente indoor dall’inquinamento.
Poi abbiamo cercato di capire come si possa declinare l’idea di libertà in azienda: libertà di gestire il proprio tempo, di intervenire sul proprio ambiente di lavoro, libertà di definire la propria condizione economica e di carriera, libertà di compiere un percorso di crescita personale. Per ognuno di questi temi abbiamo sviluppato percorsi e idee come l’“Accademia per Essere”, gruppi di lavoro, esperienza di viaggio.
Abbiamo anche stravolto la convention aziendale, facendola diventare il Festival della Libertà: oltre alla presentazione di trend, mercati e risultati aziendali, abbiamo lasciato spazio a interventi dedicati al concetto di libertà, visto da chi nella vita si distingue per le proprie esperienze umane e professionali.
Il debutto del Festival ha avuto ospiti “pensatori” come Matteo Rizzato, ricercatore nel campo della comunicazione empatica, l’intelligenza emotiva e il comportamento umano, il sociologo Enrico Cheli e il formatore sovversivo Fabrizio Cotza.
Quest’anno la seconda edizione del Festival era prevista a marzo e soprattutto doveva essere aperta anche ad un pubblico più ampio, ma purtroppo a causa del Covid non è stato possibile. Il lockdown ha alimentato il pensiero creativo e ha portato nuove idee a supporto e in attesa del Festival, abbiamo aperto un gruppo su Facebook: “Respiriamo Libertà”. L’intento è stato creare una community interessata al tema della libertà, che il 20 marzo 2021 si concretizzerà con l’edizione 1 dal vivo del Festival, questa volta aperta anche al pubblico. Tra gli ospiti confermati, Nicolò Govoni, candidato al premio Nobel per la pace, per le sue numerose iniziative a favore dei bambini profughi.
Il gruppo ha uno scopo ben preciso: alimentare il pensiero critico di chi vi partecipa, in collaborazione con altri imprenditori sovversivi: Eurek e Immobiliare San Pietro, che come me, seguono l’approccio imprenditoriale omonimo, ideato da Fabrizio Cotza; abbiamo creato un format talk on line per far crescere la community di coloro che sono interessati al tema della libertà. Si tratta di interviste in diretta sul gruppo Facebook a personaggi che si distinguono per lo spessore, intellettuale, sociale e professionale, che ci aiutano a ragionare sul tema della libertà.
Abbiamo inaugurato il format on line con Don Antonio Mazzi, seguito da Antonio Polito, vicedirettore del Corriere della Sera. A settembre, invece, si parlerà di cambiamenti climatici e libertà con il prof. Silvio Gualdi, Senior Scientist del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici. Per chi vorrà partecipare basterà chiedere l’adesione al gruppo Facebook Respiriamo Libertà.
Mi sono sempre chiesto come poter contribuire al benessere della comunità cercando di essere in linea con l’oggetto del mio lavoro. Se da un lato mi sono imbattuto consapevolmente sui “pensatori critici”, dall’altro mi sono buttato sull’aspetto più concreto legato all’emergenza Covid. Qualche mese fa abbiamo lanciato una call diretta a strutture sanitarie per l’aggiudicazione gratuita di tre dei nostri dispositivi di pulizia in grado di contenere il rischio di contagio virale sia diretto che indiretto.
Tra le varie candidature abbiamo scelto tre strutture da nord a sud: l’UO di Pediatria dell’ospedale di Vittoria, in provincia di Ragusa, l’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona, Mezzocorona in provincia di Trento e Ospedale di San Donà di Piave, in provincia di Venezia.
In questo eccezionale momento e data la nostra propensione ad andare oltre il risultato economico è stato un gesto naturale donare il nostro ausilio per igienizzare e sanificare le strutture ospedaliere che in questo momento sono tra i punti più sensibili per il contagio.
Lavare l’aria e sanificare le superfici richiede una costante ricerca affinché, si possano eliminare i numerosi batteri che ci circondano. È notizia recente dell’ultima ricerca condotta dall’Università di Modena che attesta come il dispositivo Gioel sanifichi anche dai Coronavirus.
Attenzione all’ambiente è un altro asset della nostra azienda che, vanta un prodotto sempre più amico della natura. Infatti, l’ultima versione ha una tecnologia di filtraggio brevettata che permette a questo dispositivo di lavare l’aria con l’acqua e sanificare le superfici con il vapore eliminando la quasi totalità dei batteri senza l’ausilio di alcuna sostanza chimica.
L’abuso dei detergenti in questo particolare momento è un fatto. Non è a sottovalutare l’allarme del Centro Antiveleni del Niguarda di Milano dell’aumento di richieste di consulenze mediche per intossicazione da disinfettanti del 65%, fino al 135% nei bambini sotto i 5 anni.
Per il futuro abbiamo molto idee che stanno nascendo anche grazie al fermento in atto nei gruppi di lavoro innovativi che abbiamo creato. Ed è davvero gratificante oggi vedere tante persone che stanno intraprendendo non tanto un lavoro, quanto un viaggio; un viaggio misterioso, affascinante, impegnativo, creativo e realizzante.
A cura di Marcello Svaldi.