Le nuove regole interessano anche i monopattini per un uso più consapevole della mobilità sostenibile, ulteriore affermazione di una direzione precisa che dobbiamo intraprendere che ci porterà ad abbattere le emissioni climalteranti e a disegnare un nuovo volto delle nostre città: più vivibili, meno inquinate e godibili per tutti. Sui monopattini è stato pertanto ribadito il divieto di circolazione sui marciapiedi, di marcia contromano e con passeggero, l’obbligo del casco per i minori e l’età minima per l’uso pari a 14 anni, l’obbligo di giubbotto retroriflettente e luci anteriore e posteriore in condizioni di scarsa visibilità nonché confisca del mezzo truccato. Sono state previste, poi, due novità: una riguardante la riduzione del limite di velocità da 25 a 20 km/h, l’altra il divieto di parcheggio sui marciapiedi, salvo in aree individuate dai Comuni. Infine, a partire dal 1° luglio 2022, saranno obbligatori gli indicatori luminosi di svolta e il freno su entrambe le ruote; un adeguamento che per i monopattini in circolazione sarà obbligatorio entro il 1° gennaio 2024.
Il decreto porta con sé un piccolo passo verso la digitalizzazione. Chi è multato per guida senza documenti, infatti, non dovrà portarli alla Polizia se questi possono essere verificati subito online. Purtroppo evitare la multa, come avremmo voluto, non è stato possibile: questo perché non tutti i contesti territoriali, specie più piccoli, hanno la facoltà di verifiche rapide sui database e, pertanto, avere i documenti cartacei con sé resta ancora un obbligo ma, quantomeno, il percorso verso la digitalizzazione è tracciato.
Le novità investono anche il PRA, il Pubblico Registro Automobilistico. Grazie ad un nostro emendamento, la notifica di sequestro di un veicolo dovrà essere iscritta obbligatoriamente al PRA. In questo modo chi acquista un’autovettura usata potrà verificare preventivamente lo stato del mezzo. Si tratta di uno strumento decisivo per garantire la massima tutela dei cittadini che affrontano una spesa importante come quella necessaria per comprare un’auto usata. Prima di questo intervento normativo, infatti, si rischiava di acquistare un veicolo sotto sequestro senza che l’acquirente ne sapesse nulla. In caso di incidente, inoltre, sarebbe stato impossibile ottenere il rimborso dall’assicurazione.
In Parlamento, infine, abbiamo dato il via libera al ‘Piano nazionale sicurezza stradale 2030’ che prende le mosse da numeri e statistiche di contesto, rielaborando i risultati degli anni precedenti, e finalizza il proprio target attraverso la definizione di impegni su diversi pilastri. Tra questi: la gestione delle informazioni e dei dati della sicurezza stradale, la riqualificazione delle
Infrastrutture, la tutela delle categorie più deboli sino alla gestione post emergenza. Il 2030 rappresenta una tappa intermedia verso il più ambizioso obiettivo dell’anno 2050 dell’azzeramento delle vittime della strada, la cosiddetta Vision zero. L’Italia si pone come obiettivo generale il dimezzamento di numero di vittime della strada entro il 2030, rispetto al 2020: si parte dall’ultimo dato disponibile di 3019 vittime per avere come obiettivo 1.515 vittime nel 2030, attraverso l’approccio Safe System, inteso come riduzione delle situazioni di rischio sotto
ogni profilo possibile. Sebbene si sia registrato un sensibile e generalizzato calo, rispetto al quale l’Italia si posiziona nella media percentuale di riduzione attorno al 55% (nel ventennio 2001-2019), l’obiettivo del dimezzamento dei decessi a livello europeo è stato un obiettivo non conseguito né nel 2010 né nel 2020.
Occorre uno sforzo maggiore, corale, che parta non solo dal miglioramento della qualità della rete stradale, ma anche dalle politiche di riqualificazione dei veicoli, dalla cura e attenzione alla cosiddetta utenza debole, nonché dalle politiche di inasprimento verso le condotte pericolose dei guidatori, agendo dunque anche sul fattore “culturale”. Sulla scorta dei due precedenti Piani (2010 e 2020), i quali hanno scontato le conseguenze di un non adeguato livello di finanziamento o cofinanziamento degli interventi, nonché di una troppo complessa gestione documentale in sede di rendiconto, questo Piano sembra orientato ad una maggiore consapevolezza della necessità di favorire in maggior misura gli Enti locali.
Articolo a cura dell'On. Emanuele Scagliusi