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Novità per la mobilità in Italia

26/1/2022

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Novità per monopattini elettrici, veicoli scolastici, carico/scarico merci e le categorie speciali: al centro la sostenibilità.
La mobilità degli italiani continua a cambiare e ad innovarsi. Anche negli ultimi mesi del 2021, il Parlamento ha lavorato per adeguare le normative alle nuove modalità di trasporto. Con il decreto MiMS, abbiamo introdotto corpose misure di modifica al Codice della Strada. Concediamo ai Sindaci una maggiore disponibilità di riserva di posti di sosta, mediante ordinanza comunale. In particolare, la riserva di posti, oltre che per i casi già previsti in precedenza – veicoli di polizia stradale, vigili del fuoco e servizi di soccorso, veicoli al servizio di persone con limitata o impedita capacità motoria, munite di contrassegno, e servizi di linea per lo stazionamento ai capilinea – potrà essere ordinata anche per nuove fattispecie di veicoli. Nasce così il ‘Codice Rosa’ al servizio di donne in stato di gravidanza o di genitori con un bambino di età non superiore ai 2 anni. Tra i veicoli con nuovi spazi dedicati anche quelli elettrici, stalli riservati al trasporto scolastico e per il carico/scarico delle merci in ore dedicate. Per i Comuni, inoltre, è previsto l’obbligo di pubblicare sul proprio sito internet, entro il 30 giugno di ogni anno, una relazione delle somme incassate nell’anno precedente e su come queste saranno utilizzate. Per favorire una maggiore inclusione alle persone con disabilità, per le auto dotate del relativo contrassegno sarà garantita la sosta sulle strisce blu, nel caso in cui i parcheggi dedicati siano occupati. I costi saranno coperti dalle multe a carico di chi occupa senza titolo parcheggi dedicati, che subiranno una decurtazione dei punti sulla patente, in aumento da due a sei.
 
Le nuove regole interessano anche i monopattini per un uso più consapevole della mobilità sostenibile, ulteriore affermazione di una direzione precisa che dobbiamo intraprendere che ci porterà ad abbattere le emissioni climalteranti e a disegnare un nuovo volto delle nostre città: più vivibili, meno inquinate e godibili per tutti. Sui monopattini è stato pertanto ribadito il divieto di circolazione sui marciapiedi, di marcia contromano e con passeggero, l’obbligo del casco per i minori e l’età minima per l’uso pari a 14 anni, l’obbligo di giubbotto retroriflettente e luci anteriore e posteriore in condizioni di scarsa visibilità nonché confisca del mezzo truccato. Sono state previste, poi, due novità: una riguardante la riduzione del limite di velocità da 25 a 20 km/h, l’altra il divieto di parcheggio sui marciapiedi, salvo in aree individuate dai Comuni. Infine, a partire dal 1° luglio 2022, saranno obbligatori gli indicatori luminosi di svolta e il freno su entrambe le ruote; un adeguamento che per i monopattini in circolazione sarà obbligatorio entro il 1° gennaio 2024.
 
Il decreto porta con sé un piccolo passo verso la digitalizzazione. Chi è multato per guida senza documenti, infatti, non dovrà portarli alla Polizia se questi possono essere verificati subito online. Purtroppo evitare la multa, come avremmo voluto, non è stato possibile: questo perché non tutti i contesti territoriali, specie più piccoli, hanno la facoltà di verifiche rapide sui database e, pertanto, avere i documenti cartacei con sé resta ancora un obbligo ma, quantomeno, il percorso verso la digitalizzazione è tracciato.
 
Le novità investono anche il PRA, il Pubblico Registro Automobilistico. Grazie ad un nostro emendamento, la notifica di sequestro di un veicolo dovrà essere iscritta obbligatoriamente al PRA. In questo modo chi acquista un’autovettura usata potrà verificare preventivamente lo stato del mezzo. Si tratta di uno strumento decisivo per garantire la massima tutela dei cittadini che affrontano una spesa importante come quella necessaria per comprare un’auto usata. Prima di questo intervento normativo, infatti, si rischiava di acquistare un veicolo sotto sequestro senza che l’acquirente ne sapesse nulla. In caso di incidente, inoltre, sarebbe stato impossibile ottenere il rimborso dall’assicurazione.
 
In Parlamento, infine, abbiamo dato il via libera al ‘Piano nazionale sicurezza stradale 2030’ che prende le mosse da numeri e statistiche di contesto, rielaborando i risultati degli anni precedenti, e finalizza il proprio target attraverso la definizione di impegni su diversi pilastri. Tra questi: la gestione delle informazioni e dei dati della sicurezza stradale, la riqualificazione delle
Infrastrutture, la tutela delle categorie più deboli sino alla gestione post emergenza. Il 2030 rappresenta una tappa intermedia verso il più ambizioso obiettivo dell’anno 2050 dell’azzeramento delle vittime della strada, la cosiddetta Vision zero. L’Italia si pone come obiettivo generale il dimezzamento di numero di vittime della strada entro il 2030, rispetto al 2020: si parte dall’ultimo dato disponibile di 3019 vittime per avere come obiettivo 1.515 vittime nel 2030, attraverso l’approccio Safe System, inteso come riduzione delle situazioni di rischio sotto
ogni profilo possibile. Sebbene si sia registrato un sensibile e generalizzato calo, rispetto al quale l’Italia si posiziona nella media percentuale di riduzione attorno al 55% (nel ventennio 2001-2019), l’obiettivo del dimezzamento dei decessi a livello europeo è stato un obiettivo non conseguito né nel 2010 né nel 2020.
 
Occorre uno sforzo maggiore, corale, che parta non solo dal miglioramento della qualità della rete stradale, ma anche dalle politiche di riqualificazione dei veicoli, dalla cura e attenzione alla cosiddetta utenza debole, nonché dalle politiche di inasprimento verso le condotte pericolose dei guidatori, agendo dunque anche sul fattore “culturale”. Sulla scorta dei due precedenti Piani (2010 e 2020), i quali hanno scontato le conseguenze di un non adeguato livello di finanziamento o cofinanziamento degli interventi, nonché di una troppo complessa gestione documentale in sede di rendiconto, questo Piano sembra orientato ad una maggiore consapevolezza della necessità di favorire in maggior misura gli Enti locali.

Articolo a cura dell'On. Emanuele Scagliusi
 
 
 
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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