Ebbene si, a noi sanremaschi il Festival provoca sentimenti contrastanti di odio/amore, c’è chi ama la città viva, le manifestazioni ovunque, la musica e chi, da buon ligure, odia i blocchi dei controlli con il metal detector, le strade chiuse al traffico, il caos della gente, il rumore fino a notte fonda, la chiusura della zona limitrofa al Teatro Ariston.
Quest’anno, come avrete visto tutti in televisione, è stato allestito un palco esterno, in piazza Colombo, con una passerella che portava fino al teatro, i lavori di questo palco sono iniziati quattro settimane prima della manifestazione, le attività nella zona hanno dovuto rinunciare ai dehors e, durante la manifestazione, trovandosi nella “zona rossa”, hanno un po’ patito l’isolamento. Anche la viabilità del centro è stata modificata due settimane prima, e tutti i cittadini si sono trasformati in tecnici suggerendo, sulle varie pagine social, location migliori per il palco.
Alla fine la fatidica serata d’apertura è arrivata, e miracolosamente tutte le polemiche sono finite, perché questo Festival, al di la di tutte le discussioni iniziali, è piaciuto al pubblico, è piaciuto ai sanremaschi, e il palco che dava tanto fastidio, ha offerto spettacolo gratuito per tutte le serate con le esibizioni degli ospiti, concludendo il sabato con un vero e proprio concerto di Biagio Antonacci.
Chiuso il sipario, anche i più accaniti detrattori, rifacendosi a Fiorello, hanno dichiarato che c’era “smantellismo” e “desolazionismo”, perchè a noi liguri piace “mugugnare” su tutto, ma soprattutto sul Festival, che ufficialmente ci da tanto fastidio, ma che di nascosto seguiamo dalla poltrona commentando gli abiti di Achille Lauro e chiedendoci “dov’è Bugo?”
A cura di Adriana Pozzo.