Per il bike sharing serve più impegno
Sono aumentati di circa il 26% gli utenti e di circa il 19% le bici del bike sharing, il servizio di biciclette condivise presente nel 2015 in 20 delle 50 città dell’osservatorio. Erano 21 nel 2014, Cagliari infatti ha sospeso temporaneamente il servizio. A Milano e Torino continua l’impegno delle amministrazioni per la bicicletta e per il potenziamento del servizio: Milano aggiunge nel 2015 ben 1.000 biciclette alle 3.650 già disponibili nel 2014, mentre a Torino l’incremento è del 32% (le biciclette raggiungono quota 1.105). È Brescia la terza città per numero di bici in sharing (541), seconda solo a Milano per numero di bici rispetto alla popolazione. Le biciclette più usate sono quelle di Torino (oltre 130 prelievi al mese), mentre gli utenti di Venezia sono secondi soltanto a quelli di Milano per numero di viaggi al mese (9,38 contro 9,46). Ma qualche città, come Novara, registra invece una battuta d’arresto e il servizio sembra destinato a essere interrotto. Terni e Genova segnalano una temporanea flessione e in alcune città dell’Emilia-Romagna, come Ferrara, Modena, Piacenza e Rimini, il servizio stenta a decollare probabilmente a causa del troppo esiguo numero di biciclette e di stazioni presenti.
Peggiora la qualità dell’aria
Come già segnalato, il 2015 ha visto un netto peggioramento della qualità dell’aria nelle nostre città. Vicenza ha segnato il triste primato di città con il maggior numero di giorni di superamento della soglia giornaliera di PM10 (106, contro i 77 del 2014), ma non stavano meglio Milano (101 superamenti, contro i 68 del 2014) e Torino (99, erano 77 nel 2014), mentre a Campobasso e Sassari si è registrato un solo superamento. La città con la più elevata media annuale è stata Torino (52 microgrammi al metro cubo rispetto al limite di 40, erano 43 nel 2014), seguita da Vicenza (43 microgrammi al metro cubo nel 2015 rispetto ai 37 del 2014). Sono 35 le città in cui non si è registrato alcun superamento del limite orario per il biossido di azoto. Il maggior numero di superamenti si è registrato a Milano, ben 57 contro i 31 del 2014. A Potenza e Foggia si ha la media annuale più bassa, rispettivamente 12 e 17 microgrammi al metro cubo, mentre sempre a Milano si registrano addirittura 75 microgrammi al metro cubo, contro i 64 del 2014. E Messina sembra non porsi neppure il problema, continuando a non avere neppure una rete di monitoraggio della qualità dell’aria.
Il risultato è che passano da 17 a 15 le città che rispettano tutti i limiti imposti dalla normativa. E vale la pena di elencarle: Ancona, Aosta, Cagliari, Campobasso, Catanzaro, Foggia, L'Aquila, Latina, Livorno, Potenza, R. Calabria, Sassari, Taranto, Trieste, Udine.
Programma sperimentale e mobility management
Sono 15 su 50 le città nelle quali non è presente il mobility manager di Area, né a livello comunale né a livello provinciale. Sono stati nominati negli ultimi due anni i mobility manager di Pescara, Prato e Terni. In 4 casi (Bergamo, Modena, Monza e Napoli) il ruolo di coordinamento è svolto da strutture di livello provinciale, mentre in 3 casi (Milano, Torino e Venezia) è presente sia un Ufficio d’Area a livello comunale sia un Ufficio d’Area a livello provinciale. Nei prossimi mesi ci si attende che quasi tutte le città provvedano a istituire o a riorganizzare la struttura di area grazie soprattutto ai fondi del programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile previsto dall’art. 5 della legge 28 dicembre 2015 n. 221. Non solo ci si aspetta che il programma darà nuovo impulso alle azioni e agli interventi per la mobilità casa-scuola e casa-lavoro, ma anche che favorirà la diffusione di metodi e strumenti di valutazione dei benefici associati ai piani e alle singole misure adottate. E forse che contribuisca al tanto auspicato cambio delle abitudini dei cittadini e all’affermazione di un nuovo modello di mobilità.
Meno auto: si può, basta pianificarlo
Diminuisce di un punto percentuale la quota di spostamenti motorizzati individuali con mezzi privati (auto e moto), che passa dal 62% al 61%. L’indicatore, disponibile per 39 città su 50, registra il suo minimo a Bolzano (30% di spostamenti motorizzati in auto e moto) e il massimo a Bergamo (95%). Genova con il 36% segue Bolzano, mentre è Aosta con il 94% la seconda città per spostamenti motorizzati dopo Bergamo. I dati mostrano un’alta variabilità nelle scelte dei cittadini nelle nostre città, ma anche che si può cambiare modello di mobilità. Se alcune realtà, prima fra tutte Bolzano, presentano un’elevata percentuale di uso delle modalità alternative all’automobile, anche altre possono puntare a un modello sostenibile. L’importante è fissare obiettivi chiari e perseguibili, ma anche metodi e strumenti di monitoraggio e valutazione. Che solo una pianificazione strategica è in grado di assicurare. Peccato che siano solo quattro le città (Milano, Parma, Prato e, la prima fra tutte, Torino) che hanno adottato il vero strumento per la pianificazione di una mobilità più sostenibile, il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile). Venti città per fortuna ci hanno però almeno pensato e sono impegnate in questo periodo a redigere il proprio PUMS.
Motorizzazione di nuovo in crescita
Lieve aumento (+0,1%, dal 60,9% al 61,0%) del tasso di motorizzazione (l’indicatore che misura la consistenza della flotta veicolare in rapporto alla popolazione residente). Si interrompe così il trend positivo che durava dal 2012. In crescita anche il dato nazionale (+0,6%). L’Italia si allontana ancora dalla media europea di circa 49,1 auto ogni 100 abitanti.
Le città con il maggior indice di motorizzazione sono L’Aquila e Potenza, la prima con 75,8 e la seconda con 73,1 auto ogni 100 abitanti, seguite da Perugia (70,26) e Campobasso (69,04). Le città più virtuose, dove circola il minor numero di auto per abitante sono Venezia (41,84), Genova (46,04), Firenze (50,68) e Milano (51,04). A conferma della tendenza degli ultimi 3 anni, anche nel 2015 a Bolzano e Trento si registra un notevole incremento del numero di auto, dovuto alla forte concentrazione di società di noleggio che continuano a stabilire la sede legale in questi Comuni per il vantaggio della minore tassazione, analogamente a quanto accade ormai da anni ad Aosta.
Anche se molto lentamente, migliorano gli standard emissivi dei veicoli. Le autovetture Euro IV rappresentano la percentuale maggiore in circolazione (32,49% dell’intero parco), mentre i veicoli Euro V sono pari al 23,93%.
Le città del sud continuano ad avere il maggior numero di auto più inquinanti, con Napoli in testa seguita da Catania e Foggia. Escludendo Aosta, Trento e Bolzano dove la somma delle percentuali di veicoli Euro V ed Euro VI superiore al 50% è motivata dalla circostanza sopra riportata, Torino è la città con più veicoli Euro V ed Euro VI (33,07%), che supera Reggio Emilia (33,02%). Spunta al terzo posto Prato (31,92%). In media un’automobile a Bologna emette “solo” 0,338 grammi di biossido di azoto per ogni chilometro percorso (a Rimini 0,362 e a Prato 0,367). Quelle più inquinanti circolano a Reggio Calabria, con 0,573 grammi per ogni chilometro percorso, seguita a ruota da Potenza (0,570 g/km) e Foggia (0,563 g/km). Ad Aosta l’automobile media emette solo 0,030 grammi di polveri sottili per ogni chilometro percorso (a Bologna e Firenze 0,031). La maggiore emissione di polveri sottili è a Foggia (0,045 g/km), subito dopo a Potenza e Campobasso (0,044 g/km). Il maggiore contributo alle emissioni di anidride carbonica lo registrano le automobili di Trieste e Milano, 247 e 241 g/km rispettivamente, mentre il minor impatto è dovuto alle automobili che circolano ad Ancona e Campobasso (221 g/km di CO2).
Nuovi dati sulla sosta
Secondo i nuovi dati ISTAT, Piacenza è prima in classifica per dotazione di parcheggi di scambio (72 posti ogni 1.000 autovetture circolanti), staccando di gran lunga Terni (59) e Bergamo (47). Sono ben 21 le città al di sotto dei 10 stalli ogni 1.000 autovetture circolanti.
Firenze mantiene saldamente la testa della classifica per dotazione di parcheggi a pagamento (160 ogni 1.000 autovetture circolanti) contro i 146 di Bologna. Le città con il minor numero di parcheggi a pagamento sono Bolzano, Sassari, Monza, Siracusa, Livorno, Trieste, Perugia, Catanzaro, Trento e Ferrara con meno di 20 stalli/1.000 autovetture.
Sprazzi di mobilità elettrica
Come già accennato, in occasione del decennale dell’Osssrvatorio, Euromobility ha realizzato la prima indagine sulla mobilità 100% elettrica.
I veicoli ad alimentazione unicamente elettrica costituiscono lo 0,02% del parco circolante nelle 50 città oggetto dell’Osservatorio, ma risultano sostanzialmente concentrati in 7 città: Trento, Bolzano, Firenze, Reggio Emilia, Roma, Milano e Bologna.
Sono 30 le città ad avere sul proprio territorio almeno una colonnina aperta al pubblico destinata alla ricarica dei veicoli elettrici (923 è il totale delle colonnine). Firenze è la città con una maggiore disponibilità in rapporto al parco auto circolante (91,2 colonnine ogni 100.000 veicoli), seguita da Milano (57,2) e Perugia (30,0).
Dodici delle diciannove città in cui è presente un servizio di car sharing (convenzionale e a flusso libero) annoverano nella flotta almeno un veicolo con motore elettrico. Il 100% della flotta è elettrica a Bari e Napoli, mentre almeno un’automobile su cinque è elettrica nelle flotte dei servizi di car sharing di Firenze, Verona, Milano, Padova e Palermo.
Meno frequente è invece la presenza di biciclette a pedalata assistita nelle flotte di bike sharing delle 25 città in cui è presente il servizio. In due città, Salerno e Perugia, le biciclette sono tutte a pedalata assistita, mentre con percentuali a due cifre sono presenti solo a Padova (24,5%), Milano (21,5%), Forlì (20,6%) e Trento (19,0%); a Ferrara l’8,0% della flotta è a pedalata assistita.
Solamente in 13 città la consegna delle merci è effettuata anche con mezzi elettrici. Il più diffuso è il furgone elettrico, presente in 7 città, seguito dalla e-cargobike (6 città) e dalla mini-car elettrica (5 città, tra cui Torino che annovera 60 free-duck elettrici), meno diffuse le e-bike (2 città) e gli e-scooter (una sola città). Aosta utilizza camion elettrici per la raccolta dei rifiuti.
Su incentivi, deroghe e agevolazioni, dall’indagine non emerge ancora una tendenza consolidata, ma piuttosto un approccio in ordine sparso.
La serie storica di tutti i dati dell’ultimo decennio dell’Osservatorio è consultabile sul sito www.osservatorio50città.it (anche in inglese), che è stato aggiornato non soltanto con i dati dell’ultimo anno, ma anche con le revisioni delle serie storiche dei dati effettuate da ISTAT (fonte di parte dei dati pubblicati). Il sito consente di effettuare il download dei dati, visualizzarli in tabelle, grafici e su cartografia e fornisce agli utenti la possibilità di operare direttamente sui dati: confrontando diverse città, scegliendo solo alcuni valori degli indici, studiandone i trend e i valori anno per anno e creando in tempo reale grafici, mappe, tabelle e trend degli ultimi anni di tutte o soltanto di alcune delle 50 città.
A cura di Lorenzo Bertuccio e Valerio Piras