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Mobilità degli Artisti

8/12/2018

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La mobilità all’interno dell’Unione Europea è un aspetto fondamentale per gli artisti e gli operatori del mondo della cultura.
Come membro della Commissione per la cultura e l’istruzione (CULT) del Parlamento europeo uno degli obiettivi del mio lavoro a Bruxelles, ovviamente, è quello di garantire agli artisti e agli operatori del mondo della cultura, all’interno dell’Unione Europea, le migliori condizioni di lavoro possibili.

Per coloro che operano in questo settore la mobilità è fondamentale: essa permette loro di costruirsi 
carriere internazionali, di partecipare a festival, conferenze ed eventi, di fare esposizioni e prendere parte a fiere in paesi stranieri. 

Potersi muovere all’interno dell’Unione con facilità dà agli artisti l’opportunità di crearsi nuovi network e, di conseguenza, di accrescere il loro potenziale “mercato”, non più circoscritto al singolo Stato di provenienza, ma all’intera UE.  

Già molte istituzioni a livello nazionale, e anche regionale, includono la mobilità per i settori culturali e creativi, all’interno delle loro iniziative, al fine di far dialogare gli artisti “locali” con le controparti internazionali, con ripercussioni positive anche sui singoli Stati, ovvero attirare nuovi lavoratori e con loro nuovi investimenti; nonché grazie agli scambi culturali potenziare l’offerta culturale per i cittadini e i turisti.  

La mobilità degli artisti e dei professionisti culturali infatti non risponde solamente ad un’esigenza professionale di quest’ultimi ma è, al contempo, fondamentale per il rafforzamento della cultura europea, così come per il progresso sociale ed economico dell’Unione. 

La mobilità nel settore culturale è quindi un valore aggiunto per l’UE. La dimostrazione è che si trova 
menzionata in diversi campi della politica europea: politica estera, politica europea di vicinato, mercato
unico dell’UE, nella ricerca e nell’innovazione. 

Questa “frammentazione” della mobilità in diversi programmi rivela però la mancanza di una strategia chiara e mirata, ad esempio per armonizzare previdenza sociale e tassazione negli Stati UE, considerando le specificità e le dinamiche particolari che sono proprie dei lavoratori che operano nell’ambito della cultura.  

In ottobre è stato presentato, alla riunione della Commissione CULT, uno studio commissionato dal Parlamento europeo al centro di ricerca KEA European Affairs sul tema della mobilità degli artisti e di altri professionisti del settore culturale. 

L’obiettivo, fare il punto della situazione sulla facilità, o meno, con cui gli artisti e gli operatori culturali possono muoversi e lavorare all’interno dell’Unione Europea; descrivere, con chiarezza, la situazione vigente; a che punto sia la legislazione odierna; quali siano, stando alle raccomandazioni degli
esperti, le questioni sulle quali intervenire. 

Nel 2007 è stato aperto un importante capitolo all’interno dell’Agenda europea per la cultura per la cooperazione tra gli Stati membri, che si focalizzava sulla mobilità nei settori culturali e creativi grazie al “Metodo aperto di coordinamento”.

Sulla scia di questo, gruppi di esperti nazionali hanno lavorato a lungo, tra il 2011 e il 2014, producendo 
importanti risultati. 

Nel 2016, nella Relazione su una politica dell’UE coerente per industrie culturali e creative (A8-0357/2016), elaborata con il collega Christian Ehler, ho personalmente chiesto di valutare la possibilità di istituire un 
programma per i “giovani innovatori” con l’obiettivo specifico di promuovere e favorire gli scambi internazionali e l’innovazione del settore culturale e creativo, conscio che questo aiuterebbe gli Stati membri a creare relazioni bilaterali e multilaterali con gli altri paesi dell’UE ed anche con paesi terzi 
(sia con i Paesi candidati ad entrare nell’UE, che con i partner dell’Unione).  

La nuova Agenda europea per la cultura, pubblicata nel 2018, mira a sviluppare un nuovo e più compatto programma pilota sulla mobilità avviato dalla Commissione nell’ambito del programma Europa Creativa (2021-2027). 

Per l’attuazione di Europa Creativa (2021-2027) la Commissione CULT chiede 2,806 miliardi. All’interno del programma, nel capitolo “Investing in people”, si sostiene un aumento delle opportunità e progetti di cooperazione transfrontaliera, una semplificazione dei meccanismi e maggiore flessibilità per accedervi.

Nonostante ciò, vista l’importanza che viene riconosciuta alla mobilità, ritengo fortemente necessaria una misura a sé stante, specificatamente dedicata, a livello europeo, che la riguardi; cioè la creazione di un programma dedicato esclusivamente alla mobilità degli artisti e delle persone che operano nel settore culturale.  

A cura di Luigi Morgano.
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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