La città più europea che abbiamo in Italia: questo è il tipico commento che viene spesso associato a Milano, la capitale economica italiana. Si tratta di una considerazione piuttosto veritiera, in quanto le meravigliose città di cui il paese può vantare non presentano uno skyline simile, seppur unico. A cura di Clara Civallero |
Ad oggi, nel paesaggio urbano milanese spicca la Torre UniCredit che, con i suoi 231 metri d’altezza, detiene il titolo di grattacielo più alto d’Italia. I suoi primi antenati sono le antiche torri di Milano, erette già a partire dall’epoca romana, ma è solamente negli anni ’50 che, per la prima volta, viene costruito un edificio che supera l’altezza della Madonnina della cattedrale (109 metri), ovvero la Torre Breda progettata dagli architetti Soncini e Mattioni. Pochi anni dopo verrà realizzata la Torre Velasca, precisamente nel 1958, per anni simbolo dello skyline milanese. È il più alto dei grattacieli presenti all’interno dei vecchi bastioni spagnoli ed è ancora tra quelli più alti della città. Nel 1960 in piazza Duca d’Aosta, su progetto di Giò Ponti, viene edificato uno dei grattacieli simbolo di Milano e significativo rappresentante del boom economico italiano, il Grattacielo Pirelli, soprannominato affettuosamente dai milanesi “Pirellone”. Con i suoi 127 metri e 31 piani, è rimasto per 40 anni il più alto grattacielo d’Italia, superato nel 1994 dalla Torre Telecom Italia di Napoli, più alta di soli 2 metri. È tutt’oggi l’ottavo edificio più alto di Milano e uno dei più alti al mondo in calcestruzzo armato. Ha ospitato la giunta e parte degli uffici della Regione Lombardia, poi spostati nel nuovo Palazzo Lombardia costruito nel 2010.
Attualmente la costellazione di torri milanesi è ancora più ricca e sono ormai diverse quelle che ormai definiscono l’architettura della città nell’immaginario collettivo: oltre ai grattaceli menzionati fino ad adesso, seguono i tre grattacieli di City Life, che denominano la fermata della metro lilla (Tre Torri) a cui fanno riferimento, il Bosco Verticale, icona urbana, ma anche Torre Solaria, Diamante, Gioia 22, ed altre ancora.
La città però non è ancora pronta a fermarsi ed anzi, sembra essere proprio nel pieno della sua crescita. Sono infatti diversi i progetti approvati e/o in corso di realizzazione che nel prossimo futuro incideranno sull’impianto urbano della città.
Entro il 2025, secondo i piani, dovrebbe essere completato l’edificio CityWave, il nuovo centro direzionale che completerà il parco di Citylife, sorgendo accanto al Curvo, il Dritto e lo Storto, i grattacieli progettati rispettivamente da Libeskind, Isozaki e Hadid. CityWave a sua volta porta la firma di Bjarke Ingels, il fondatore dello studio danese BIG.
CityWave rappresenterà una nuova porta di accesso di CityLife, completandone lo skyline che rappresenta un simbolo della Milano del futuro. L’imponente copertura a catenaria connetterà gli ultimi due edifici di CityLife con un’unica struttura ad onda. I pannelli solari alimenteranno gli ambienti di lavoro interni, mentre la parte inferiore in legno creerà una copertura per uno spazio ad uso pubblico. Come un’interpretazione contemporanea del grande spazio coperto della Galleria Vittorio Emanuele II, il tetto fotovoltaico garantirà per i cittadini di Milano uno spazio urbano ombreggiato e riparato per vivere appieno questa nuova zona vivace della città. La struttura complessivamente assicura una monumentalità contemporanea e sinuosa al nuovo profilo del quartiere.
Un altro importante progetto, che verrà inaugurato nel 2026, è la Torre Faro detta anche Torre A2A. Sorgerà nella zona di Milano Sud, dove un tempo era presente l’ex scalo FS di Porta Romana.
Sorta nel 1891 come semplice servizio di merci, la Stazione di Milano Porta Romana nel 1931 viene abilitata anche al servizio passeggeri grazie alla costruzione del fabbricato viaggiatori.Quest’ultimo, collegato a corso Lodi da un piccolo ponte, venne eliminato nel 1938 in seguito all’allargamento della sede stradale che ha raggiunto il fabbricato stesso.
Nel 2020 fu indetta una gara per lo sviluppo dell’area di 187mila metri quadrati dell’ex scalo di Porta Romana che ospiterà anche il villaggio olimpico di Milano-Cortina 2026.
La Torre Faro sarà proprio parte di questo progetto di rigenerazione, con un nome che rispecchia l’altezza del nuovo edificio.
La torre, infatti, raggiungerà 144 metri di altezza e l’ampio progetto di riqualificazione nel quale viene inserita, dell’area Sud di Milano, prevede anche il ridisegno dell’asse che da Via Crema arriva a Piazza Trento fino al business district di Symbiosis, sempre ad opera di ACPV, in un lungo percorso di verde e spazi pubblici in più.
L’attacco al suolo della torre è ridotto al minimo per garantire una maggiore superficie ad uso pubblico e riattivare il quartiere con nuove aree pedonali, a favore anche delle attività di vicinato e non solo alla scala urbana.
Il terzo ed ultimo progetto di questa lista è MI.C, che punta a rigenerare la frequentatissima area di Stazione Centrale. Il risultato comprenderà un nuovo complesso architettonico per ridare nuova vita all’ex Hotel Michelangelo, simbolo dello skyline milanese da più di mezzo secolo.
Si propongono una serie di interventi su piazza Luigi di Savoia, oltre al nuovo edificio composto prevalentemente da due torri adiacenti che si sviluppano a partire da un volume in cortina che lega il complesso al suo isolato.
Al piano terra l’edificio arretrerà rispetto al suo massimo sviluppo in altezza, andando a generare un naturale prolungamento della piazza.
Questi sono solo alcune degli sguardi architettonici che continueranno dei prossimi anni a riconfigurare l’immagine della cosmopolita Milano, facendo sì che anche nello skyline della città se ne possa leggere la sua essenza caratterizzata da mutabilità e progresso.